A scuola senza fotocopie
Progetto per la riduzione
dell'uso delle fotocopie nella didattica

Quasi sconosciuta vent’anni fa, la fotocopia è oggi strumento utile e originale.
Da alcuni anni nella scuola italiana se ne fa largo uso.
Gli insegnanti consegnano fotocopie da scrivere, leggere, sottoscrivere, riempire, siglare, completare, colorare……., ragazzi e bambini le raccolgono in quadernoni che solitamente si gonfiano oltre misura.
Ultimamente, però, viene troppo spesso utilizzata come supporto a un modello di insegnamento non sempre omogeneo a discapito di linguaggi espressivi quali il disegno, la pittura, il collage, da sempre usati da bambini e bambine per manifestare emozioni, pensieri, ansie, stupore, curiosità, riflessioni sul mondo.
L’accumulo di materiali, quantitativamente rilevante, se accresce i saperi elementari riprodotti e fissati, non ne promuove un uso innovativo e inventivo.
Oggi la fotocopia nella scuola è uno strumento talmente inflazionato che sembra impensabile poterne fare a meno.

Un utilizzo così massiccio di questo mezzo ha portato a identificare il lavoro scolastico con la ripetitività e la monotonia, rendendo i quaderni dei bambini freddi e impersonali.
La “didattica per schede” sta contribuendo all’impoverimento delle capacità artistiche dei bambini.
Partendo dalla scuola dell’infanzia, passando alle elementari per arrivare alle medie, si fa uso di ogni tipo di fotocopia: immagini in sequenza da ritagliare e ricomporre, disegni pronti da colorare, testi da completare con parole, numeri o frasi.
Quelli che un tempo erano giochi divertenti, un labirinto da percorrere con la matita o piccole aree puntate da colorare per ottenere una immagine, si sono oggi trasformati in una vera e propria ossessione per i bambini.
La scheda fotocopiata tende ad inibire la creatività, specialmente quando viene utilizzata proprio per svilupparla. I rivelatori del grado di abuso di questo strumento sono i lavori artistici appesi ai muri nelle scuole materne e i quadernoni “gonfi” nelle scuole elementari.

Il progetto nasce dall’esperienza maturata durante l’anno scolastico 1999/2000 attraverso il concorso “A scuola senza fotocopie” organizzato dal Centro Didattico Viceversa in collaborazione con le Direzioni Didattiche di Rimini e Bellaria Igea Marina e con il patrocinio dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Rimini.
Promotore dell’iniziativa il dirigente scolastico Gianfranco Zavalloni.
Al concorso hanno partecipato attivamente 50 classi delle scuole elementari della provincia di Rimini e Forlì.
Dai commenti e dalle relazioni sviluppate dalle insegnanti alla fine dell’anno scolastico ci siamo resi conto di quanto sia fortemente sentito come problema sviluppare un programma scolastico utilizzando la “didattica per schede”.

“Sentivo di non potermi definire professionista nel mio lavoro, se avevo sempre bisogno di ricorrere a ricette pronte per “risvegliare la curiosità” dei bambini. Ho verificato realmente che si può fare scuola senza essere assillati e appesantiti dalle fotocopie: credo che ci abbia guadagnato la creatività, l’operosità, e lo sforzo personale che appaga, per me e per i miei allievi”.

Mirta Raggini – De Amicis – Gatteo

“…credo che i bambini avvertano un senso di non appartenenza nei confronti di questa gran quantità di fogli da compilare e/o colorare.
Nel mestiere di insegnante la creatività è un aspetto importante, è la capacità di suscitare nell’alunno interessi, aspettative e voglia di mettersi alla prova e di sperimentare in prima persona….. Se accelerare i tempi significa eliminare esperienze importanti, allora è rischiosa la pretesa di portare più rapidamente il bambino all’astrazione, perché qualcosa di prezioso va comunque perduto: il legame tra l’esperienza e il sapere”.

Monica Bordoni – Villaggio Nuovo - Rimini

“Gli insegnanti che partecipano al concorso sono consci del fatto che sempre meno i bambini di oggi svolgono lavori di manipolazione, e che sempre più sono invitati dalla modernità al “tutto e subito”.
La proposta di lavorare senza fotocopie è stata accolta dai bambini con entusiasmo e nel corso dell’anno sono migliorati grafia e tratto con la matita. Inoltre ogni attività della classe è stata accompagnata da disegni e cartelloni realizzati con le varie tecniche pittoriche, ed hanno abbellito quaderni e classi”.

Gli insegnanti della scuola di Trebbio – Mondaino

“Sfogliando i quaderni si nota il graduale e progressivo miglioramento dell’ordine grafico e di orientamento nello spazio-foglio. In geometria sono stati usati il compasso, la riga, la squadra, la gomma… e dopo vari tentativi siamo riusciti a riprodurre figure soddisfacenti; mentre le fotocopie riproducendo figure geometriche perfette negano al bambino la possibilità di esercitarsi e quindi di imparare”.

Adele Barberio – San Martino dei Mulini

“Le fotocopie sottintendono le stesse competenze e gli stessi punti di riferimento per tutti gli alunni. Presentano delle difficoltà nella comprensione e nell’esecuzione delle consegne, a causa dei diversi linguaggi usati”.

Patrizia Rinaldi – Casti – Rimini

“…Il quaderno è diventato sin dai primi tempi un Diario di Bordo da custodire gelosamente e su cui poter annotare quotidianamente le esperienze più significative. Trasmettere il gusto di fare abitua all’orgoglio dei propri elaborati e sensibilizza i bambini all’arte di impostare autonomamente il proprio vissuto. Tale linea educativo-didattica diventerà il punto di riferimento per le attività successive”.

M.Teresa Varini Sabrina Stanghellini – Cesenatico

“L’adesione al concorso ha fornito spunti per la sperimentazione da parte dei bambini, di nuove tecniche nell’ambito dell’educazione all’immagine (costruzione di marionette, graffito, collage, uso di matita sanguigna….) e per divertirsi giocando con la lingua italiana: tautogrammi, acrostici, mesostici, anagrammi, calligrammi, cambi di iniziale, manipolazione e rielaborazione del testo poetico, hanno consentito ai ragazzi…di capire la potenza espressiva del linguaggio”.

Edda Casadei – Via Pescara – Rimini

“Una scuola senza fotocopie come realizzarla? Attraverso oralità, operatività, computer, gioco, attraverso la scuola del discutere e del fare con le proprie mani”.

Giovanni Taormina – XX Settembre – Rimini

“Questo tipo di didattica e fortemente sostenuta dalla metodologia della ricerca, dello stupore, del coinvolgimento, della curiosità ed è orientata a motivare e far star bene i bambini a scuola creando occasioni di esperienze significative ed originali”.

Rosalba Venturini – Lagomaggio – Rimini

Citiamo anche alcuni commenti degli alunni delle classi che hanno aderito al concorso.

“Mi è piaciuto partecipare a questo concorso perché , così, è stato più divertente disegnare e colorare ogni nostro disegni, senza dover incollare tutti qui fogli, che a volte venivano troppo scuri.”

Elisa

“Abbiamo contribuito alla riduzione dell’abbattimento di alberi, per l’utilizzo della carta. E per la colla risparmiata”.

Matteo, Michele

“Questo lavoro non mi è piaciuto molto, perché non mi è sembrato utile, non ha cambiato niente, solo di cercare di vincere un concorso sciocco”.

Raffaele

“Quando sei costretto a scrivere un argomento, piuttosto che leggerlo direttamente su una fotocopia, rimane più impresso ed è più facile studiare.”

Davide

“Questo lavoro è servito a recuperare quel clima di una volta, quando le nostre mamme andavano a scuola e dovevano scrivere ogni cosa, così ci siamo esercitati a scrivere meglio”.

Alberto

“Non mi è piaciuto questo concorso: l’obiettivo, secondo me, era risparmiare i soldi del costo delle fotocopie”

Giulia

“Questo lavoro è servito più a noi alunni che alle insegnanti, perché abbiamo capito che la carta importante e che non si può riciclare in eterno”.

Gian Marco

Motivazioni e finalità


Il progetto si articolerà per l’intera durata dell’anno scolastico 2000/2001 e prevede la partecipazione delle scuole elementari e dell’infanzia per dare un senso di continuità didattica tra le scuole che appartengono al primo ciclo della scuola di base.L’iniziativa prevede diversi momenti che si andranno ad integrare per dare forza e
spessore al lavoro che le insegnanti insieme agli alunni affronteranno durante l’anno scolastico; è da intendersi come momento di riflessione e di crescita verso una didattica che sviluppa approcci diversi e diversificati, e che si lega al patrimonio culturale, sociale e ambientale che affonda le sue radici nelle tradizioni locali.
La carta, avendo come origine una materia prima rinnovabile come la cellulosa che deriva dal legno, ha bisogno di un ciclo lungo per essere prodotta. E la società moderna, grande consumatrice di prodotti cartacei anche grazie alle fotocopie (imballaggi, giornali, riviste…) consuma velocemente quello che la natura produce molto più lentamente. La produzione di carta, poi, nelle cartiere, implica il consumo di grandi quantità di acqua e di energia elettrica, oltre a prodotti chimici per la sbiancatura. Complessivamente, pertanto, la riduzione delle fotocopie significa riduzione di costi energetici non indifferenti per l’intera comunità umana.
C’è poi un aspetto legato alla tutela dell’ambiente. Poco si sa dei toner e delle sostanze chimiche con cui sono prodotti gli inchiostri delle fotocopiatrici. Sono tossici, pericolosi? Chi ha mai osato chiederlo? E poi: la luce emanata dalle fotocopiatrici, è pericolosa? In alcuni testi legislativi sulla tutela della salute dei lavoratori, viene raccomandato di utilizzare sempre le fotocopiatrici con lo sportello abbassato. Questo cosa significa? Ci sono radiazioni pericolose nei flash delle macchine per la fotoriproduzione?
Fotocopiare un libro è un vero e proprio messaggio culturale: significa svilire simbolicamente il valore del libro ed innalzare quello delle fotoriproduzioni. Potremmo paragonare questo ai falsari di un quadro. Chi mai amerebbe avere a disposizione, da ammirare, il falso di un quadro d’autore? A questo va aggiunto il fatto che spesso il costo economico di un libro fotocopiato è superiore al prezzo di listino di un libro.

Il progetto è finalizzato a:

  • Ridurre l’uso delle fotocopie nella didattica in favore di metodologie e tecniche incentrate sull’accrescimento delle motivazioni e sull’utilizzo di materiali diversi.

  • Diminuire l’accumulo di materiali quantitativamente rilevanti in favore di un metodo innovativo e inventivo per accrescere i saperi elementari.

  • Diluire i tempi della programmazione per una didattica che tende a consolidare e mantenere aperte le conoscenze di base.

  • Educare alla tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale.

  • Valorizzare l’importanza delle risorse del territorio utilizzandole per sviluppare laboratori e attività didattiche.

  • Sensibilizzare e incentivare il corpo insegnanti attraverso l’aggiornamento modificando la “didattica per schede “ in favore di una metodologia rivolta alla ricerca e alla sperimentazione.

  • Educare all’uso, vissuto come lavoro in rete senza utilizzare materiale cartaceo, dei mezzi informatici divenuti indispensabili in una scuola che si affaccia all’Europa.

  • Educare al civismo. L’introduzione delle fotocopiatrici ha generato il malcostume di fotocopiare pagine di libri. Ai sensi della normativa attuale questo è illegale, in quanto un libro, sia esso più o meno adottato dagli insegnanti di una scuola, non può essere riprodotto attraverso le fotocopie senza l’autorizzazione dell’editore e dell’autore. Non fotocopiare pagine dei libri è quindi un chiaro messaggio di educazione civica.

 

Struttura del progetto

Il progetto “A scuola senza fotocopie” si articola in:

  1. Corso d’aggiornamento per le insegnanti che aderiranno al progetto nel quale verranno dati strumenti pratici e operativi per una didattica rivolta alla ricerca e alla sperimentazione

  2. Bando di Concorso

  3. Premiazione finale

  4. Mostra dei quaderni e dei lavori sviluppati durante l’anno scolastico dalle classi partecipanti

  5. Produzione di una guida educativa che raccolga l’esperienza delle classi che aderiranno all’iniziativa per diffondere in modo chiaro il messaggio e i valori educativi che caratterizzano il progetto.


Queste fasi danno vita al progetto complessivo che ha come obbiettivi la riduzione delle fotocopie nella didattica, delle schede precostituite, del bianco e nero e dei disegni omologati, per favorire tecniche innovative e ricercare, anche attraverso l’utilizzo delle risorse informatiche, nuovi indirizzi sperimentali.

Coinvolge il recupero e la valorizzazione di laboratori ed educazioni che vengono troppo spesso limitati a favore dei saperi fondamentali. Un percorso interdisciplinare crea le condizioni per utilizzare laboratori ed educazioni come metodi per stimolare e consolidare le conoscenze e le esperienze dei bambini.

Inoltre si deve sottolineare l’importanza che ricopre la scuola nell’educare i bambini ad essere futuri cittadini con precisi obblighi, doveri e diritti nel rispetto della comunità nella quale si trovano ad operare e agire; a questo aspetto si lega l’iniziativa “A scuola senza fotocopie” sottolineando che fotocopiare libri è illegale.
Infine, trova spazio all’interno dell’educazione ambientale e della salvaguardia del territorio.


Corso d’aggiornamento


Presentazione: Gianfranco Zavalloni
Relatori: Beniamino Sidoti, Roberta Gandolfi, Roberto Papetti
Destinatari: Insegnanti delle scuole elementari e dell’infanzia
Numero incontri: Sei incontri di due ore ciascuno


Riprodurre a voce
Qualche idea per sviluppare un territorio narrativo
a cura di Roberta Gandolfi

La fotocopia nasce come macchina per riprodurre facilmente, fedelmente e senza fatica, tutto quello che ci serve. Ma è davvero una buona macchina per riprodurre delle storie?
Tradizionalmente prima di essere raccolte in volume da appassionati e colti studiosi delle tradizioni popolari, come i fratelli Grimm o Italo Calvino, prima che si potesse riprodurle o duplicarle con una stampa o una fotocopia, le storie e i racconti di tradizione popolare hanno viaggiato di bocca in bocca, da orecchio a orecchio; continua ad essere così in molte culture, ed anche per i bambini in età prescolare; poi con la scuola questa dimensione dell’ascolto viene spesso interrotta troppo bruscamente.
Durante l’incontro si propongono alcune attività di gioco di diversa complessità, attraverso le quali valorizzare in classe la narrazione orale, nelle sue valenze specifiche di reciprocità fra chi parla e chi ascolta, nella sua trama affettiva e relazionale, e nelle possibilità che essa apre di sviluppo cooperativo dell’immaginazione e di crescita di un fiducioso ambiente narrativo, che favorisca l’ascolto e l’espressione di sé.
Come nel telefono senza fili, dar corpo alla storia raccontata da un altro significa assumerla e farsene responsabili, trasmetterla ma anche un po’ tradirla: può esserne affascinante seguirne le sue evoluzioni e scoprire come, di versione in versione, essa rechi traccia dell’elaborazione di ogni narratore.


L’albero della poesia
a cura di Biniamino Sidoti

L’idea di fondo è quella di suggerire che certi testi, certe relazioni, possono venire solo dalla parola detta e non da quella scritta. Nel caso delle poesie, la ripetizione e la lettura danno molto più della poesia fotocopiata e letta per conto suo. Nella parte di scrittura di queste lezioni/animazioni, inoltre, si scrive qualcosa che non è per sua natura fotocopiabile o riducibile.

Ogni poesia ha una forma diversa, una natura interna da cercare e da trovare con la voce: è la lettura ad alta voce che cercherà il senso e il ritmo, la forma e la voce della poesia: questa “voce” non è quella dei personaggi, come accade in una drammatizzazione. E’ piuttosto un tentativo di rendere alla parola scritta lo spessore e le diverse sfumature della voce.

Nella lettura ad alta voce possono intervenire diverse componenti, che cercheremo di attivare a partire da testi di autori italiani e stranieri per ragazzi e non (Benni, Sto, Ossorio, Bordiglioni, Grossi, Formentini, Queneau, Stevenson, ecc.).
Scopriremo che alcune poesie possono essere accelerate e altre no, che alcuni toni si adattano a certi scrittori e non ad altri. La voce della poesia non è solo la voce dell’autore, è anche la voce che risuona in quel momento per l’ascoltatore.

Dopo quest’attività di lettura giocosa, si situa il gioco vero e proprio. Per passare dall’una all’altra ragioneremo su quello che si perde leggendo ad alta voce, cioè anzitutto la disposizione grafica delle parole. In pratica ci chiederemo che forma ha una poesia: ci sono poesie circolari, speculari, a grappolo e ad albero.
Una poesia ad albero, in particolare, è una poesia che prevede la ripetizione di alcuni versi, come se fossero il tronco principale da cui si dipartono i rami laterali. E’ lo schema delle lamentazioni e dei plazer provenzali: un verso che si ripete durante tutta la canzone, introducendo delle variazioni. L’esempio che tutti conosciamo è “ laudato sì, o mì Signore”.

In questa animazione l’albero è realizzato secondo in metodo munariano, ossia disponendo delle strisce di carta di dimensione minore via via che si procede dal tronco verso le foglie. Il gioco comincia da un verso proposto dall’animatore posto come tronco, ovvero come verso iniziale. I partecipanti aggiungeranno a piccoli gruppi, un verso ciascuno, scrivendoli su strisce di carta che verranno posizionate obliquamente al tronco a formarne i primi rami.
A questo punto ognuno potrà scegliere un ramo da cui partire per aggiungere un altro verso, e così via fino alla fine dell’albero e alla disposizione delle foglie.
Il risultato finale sarà un prodotto di scrittura collettiva in cui i diversi interventi personali, ancora visibili, si fondono in un testo unico.
Il gioco si chiude con la rilettura della poesia così prodotta e con le firme degli autori.


Bando di concorso
per la riduzione dell’uso delle fotocopie
nella didattica

Quasi sconosciuta vent’anni fa, la fotocopia è oggi strumento utile e originale. Da alcuni anni nella scuola italiana se ne fa largo uso. Gli insegnanti consegnano fotocopie da scrivere, leggere, sottoscrivere, riempire, siglare, completare, colorare…….ragazzi e bambini le raccolgono in quadernoni che solitamente si gonfiano oltre misura.
Ultimamente, però, viene troppo spesso utilizzata come supporto a un modello di insegnamento non sempre omogeneo a discapito di linguaggi espressivi quali il disegno, la pittura, il collage, da sempre usati da bambini e bambine per manifestare emozioni, pensieri, ansie, stupore, curiosità riflessioni sul mondo.
L’accumulo di materiali, quantitativamente rilevante, se accresce i saperi elementari riprodotti e fissati, non ne promuove un uso innovativo e inventivo.
Nella convinzione che una sua limitazione favorisca una riflessione critica, viene bandito il concorso

“A scuola senza fotocopie”

Regolamento

  • Per partecipare al concorso ogni insegnante deve inviare la dichiarazione entro il 31 Ottobre 2000 a limitare l’uso delle fotocopie per almeno uno degli ambiti disciplinari durante l’anno scolastico in corso.
  • La dichiarazione, nel caso si tratti di un vero e proprio contratto formativo con gli allievi, deve recare anche le firme di tutti gli scolari.
  • La classe si impegna a ricevere eventuale visita dei membri della commissione.
  • L’insegnante si impegna, inoltre, ad inviare i quaderni di alcuni allievi realizzati nel corso dell’anno e una relazione finale con commenti e impressioni sul lavoro svolto entro il 30 Aprile 2001.

    Dichiarazioni, relazioni e materiali devono essere inviati al seguente indirizzo:

    Centro Didattico Viceversa
    Via Clodia, 44/B
    47900 Rimini (RN)
    Tel/fax 0541/51292

    La premiazione avverrà entro il 10 Giugno 2001

    Tutti i partecipanti all’iniziativa riceveranno l’attestato di merito col nome della classe. Le prime tre classificate riceveranno in premio volumi per arricchire la biblioteca scolastica.

    La commissione giudicante è composta da:

  • Arrigo Albini, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Rimini
  • Beniamino Sidoti, Consulente Ministero Pubblica Istruzione
  • Gianfranco Zavalloni, Dirigente Scolastico 3° Circolo di Rimini
  • Mara Marani, Dirigente Scolastico Bellaria Igea Marina
  • Roberta Gandolfi, Giornalista e Docente Università di Bologna
  • Roberto Papetti, Animatore del centro "La Lucertola" del Comune di Ravenna

MODULO DI PARTECIPAZIONE
AL CONCORSO
“A SCUOLA SENZA FOTOCOPIE”

Alunni e Insegnanti della classe

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della Scuola

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dichiarano

di voler partecipare al Concorso “A Scuola senza fotocopie” per i seguenti ambiti disciplinari:

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Al modulo di partecipazione si possono allegare le firme degli alunni/e.


Data Firma Insegnante


Premiazione e Mostra

La premiazione avverrà entro il 10 giugno 2001 con la partecipazione di tutte le classi che hanno aderito al concorso e i Membri della Commissione.
Sarà un momento importante di riflessione e confronto, di approfondimento e scambio di un iniziativa che promuove un modo di apprendere non più figlio della fretta, che non dia retta a tutti gli stimoli, incentivi, obblighi che vengono dall’alto, dal basso o da altrove, ma che sia in grado di scegliere la qualità, il tempo lungo delle cose e dei pensieri.

Luoghi

I luoghi individuati per la realizzazione della giornata conclusiva del progetto “A scuola senza fotocopie” sono:

  • Piazzale Fellini
  • Parco Marecchia
  • Palazzetto dello sport (in caso di mal tempo)
  • Piazza Cavour (la Sala degli Archi per ospitare la mostra)


Attori di questa giornata saranno i docenti, attraverso l’esposizione del lavoro sviluppato durante l’anno scolastico e delle difficoltà incontrate operando senza l’uso delle fotocopie e soprattutto i/le bambini/e protagonisti assoluti dell’intera iniziativa.
Una parte importante sarà dedicata a loro nella sezione della mostra.
Resterà aperta per circa un mese e ospiterà i quaderni e i lavori sviluppati durante l’anno scolastico dagli alunni.
Le visite saranno guidate dagli “autori” stessi dei lavori, che ne spiegheranno la nascita e le motivazioni.
La mostra accoglierà anche i commenti scritti dai bambini/e.

Il progetto sarà documentato attraverso la stesura di un libro che ne raccoglierà le immagini e i momenti più indicativi.
Verranno raccolte le esperienze delle varie classi con i relativi commenti dei docenti e con la presentazione di alcuni dei Membri della Commissione.
Diventerà un vero e proprio Progetto Educativo, promuovendo un metodo e una didattica nuovi che abbiano ancora voglia di sperimentare e di ricercare.
Il libro avrà funzione divulgativa per il mondo della scuola.
Il progetto è patrocinato da
Comune di Rimini
Provincia di Rimini

Partecipano alla realizzazione del progetto “A scuola senza fotocopie”
Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Rimini
Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini

Organizzazione
È stato individuato il seguente comitato organizzativo con il compito di coordinare e seguire la realizzazione dell’intero progetto:

  • Barbara Gianessi, Centro Didattico Viceversa, coordinatrice responsabile pianificazione e progettazione
  • Gianfranco Zavalloni, dirigente scolastico III° Circolo di Rimini
  • Mara Marani, dirigente scolastica del Comune di Bellaria Igea Marina
  • Roberto Papetti, animatore centro La Lucertola di Ravenna
  • Silvia Solerti, Centro Didattico Viceversa, coordinatrice, responsabile direzione e ufficio stampa.

L’operazione prevede:

  • Conferenza stampa di presentazione del progetto alla quale saranno invitati tutti i Dirigenti Scolastici della Provincia di Rimini e Forlì e i giornalisti della stampa locale e nazionale.
  • Stampa in duemila copie della pubblicazione del progetto educativo che verrà distribuita nelle Direzioni Didattiche della Provincia di Rimini e Forlì.
  • Corsi di aggiornamento rivolto alle insegnanti delle scuole elementari e materne che aderiranno al progetto.
  • Visite periodiche nelle scuole da parte dei dirigenti scolastici coinvolti per seguire l’evoluzione del progetto.
  • Cerimonia finale con la partecipazione delle classi che aderiranno al progetto e consegna dei premi e degli attestati di partecipazione.
  • Mostra dei quaderni di lavoro sviluppati dai bambini durante l’anno scolastico.
  • Mostra fotografica delle fasi di lavoro del progetto.
  • Premi per le classi vincitrici e partecipanti e attestati di partecipazione.