Teoria della tettonica  a zolle 

 

 

 

 


La teoria della tettonica a zolle, sviluppatasi a partire dagli anni Sessanta riprendendo per certi aspetti le idee di Alfred Wegener sulla deriva dei continenti, fornisce una efficace chiave di lettura nella interpretazione dei fenomeni vulcanici e sismici a scala globale.

 La litosfera del pianeta, secondo tale teoria, č divisa in circa sedici zolle, lungo i cui margini si concentra la maggior parte dei fenomeni sismici e vulcanici che comunemente osserviamo. Tuttavia, anche se in misura minore soprattutto ai nostri giorni, č possibile che tali attivitą abbiano luogo anche all'interno delle zolle, ben lungi dai margini che le delimitano.

 Le zolle litosferiche sono in movimento relativo tra loro e, relativamente al tipo di movimento delle varie zolle le une rispetto alle altre, i margini che le separano possono essere classificati come segue:

 

Ų     margini divergenti (o margini costruttivi), lungo cui due placche si allontanano e si genera nuova crosta;

 

Ų     margini convergenti (o margini distruttivi), lungo cui le zolle si scontrano determinando i processi di subduzione che portano alla consunzione di parti della crosta;

 

Ų      margini passivi, in corrispondenza dei quali, lungo le faglie trasformi, le zolle scorrono l'una accanto all'altra senza che vi sia nč produzione nč distruzione di crosta.

 

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