Isola immacolata, nel verde cuore
dell'Abruzzo, Arsita, a quota 470 m. sul
livello del mare, con il suo splendido
scenario, ancora intatto e selvaggio,
offre una delle più belle e suggestive
vedute della regione, nell'arco del Gran
Sasso d'Italia: da Vado di Sella o Vado
di Sole, Monte Prena, Brancastello,
Monte Camicia, Monte Tremoggia,
Monte Corno, fino ai degradanti monti
di Pietracamela.

Aurore e tramonti, dai colori entusiasmanti, riflettono la luce cristallina della neve
che ricopre, per molti mesi, le vette dei monti e i loro canaloni, fra i quali il famoso
"Gravone" (nevaio perenne). Arsita, anticamente Bacucco, sorge sulle falde del
monte Camicia, su uno sperone, alla destra del fiume Fino. Il paese, modesto per
estensione e popolazione, è sempre stato attivo per la coltivazione dei prodotti
agricoli e per l'allevamento.
TERRITORIO
Nel passato il territorio, sebbene montuoso,
produceva, grazie all'attività degli abitanti, tutti
i generi di prima necessità, per il
sostentamento della popolazione. Secondo
Giustiniani: "Nei suoi valloni vi si conserva
bene la neve: vi sono selve per la caccia di
quadrupedi e di volatili... Le querce ed i faggi
vi allignano assai bene... Vi nasce l'acqua, la
quale guarisce la rogna ed il mal di fegato".
Alcuni anziani del luogo raccontano di una
sorgente miracolosa dove l'acqua veniva alla
luce, per qualche ora, solo il 24 giugno, giorno
dedicato a San Giovanni.
Arsita: panorama
Gran Sasso d'Italia
PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA
Esistevano boschi di querce e di faggi, dai quali traevano materiali gli artigiani
locali per la costruzione dei famosi remi che, per pregi e qualità, venivano
ricercati in tutto il litorale adriatico. Attualmente il 30% del territorio di Arsita è
compreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: è un'area a
ridosso della montagna, di notevole interesse ambientale e paesaggistico.


ANTICHI REPERTI
Il territorio di "Bacucco" serba preziose testimonianze e reperti
archeologici: nel 1886 si rinvennero una fibula di bronzo ed
arette fittili uscite dalle stesse matrici da dove furono tratte
quelle delle necropoli dell'Esquilino. Vennero alla luce urne
cenerarie, vasi lacrimali, lucerne, pavimenti, monete romane
della città di Cerbolongo, citata da Tito Livio e distrutta nel
basso impero. Il ritrovamento di antiche monete romane
dimostra che nell'agro dove attualmente sono situate Bisenti e
Arsita, un tempo, doveva esistere una grande città Vestina, di
cui però si ignora l'ubicazione precisa.
CIMA DELLA ROCCA
Nel territorio sorgono anche resti di
vetuste torri e ruderi di un
antichissimo castello, detto Cima della
Rocca. Il Castello, di cui s'ignora la
storia, appare citato, nel secolo X, fra
le rocche difensive del Ducato di
Benevento e nel 1085 in un atto di
donazione del Conte Trasmondo a
favore dell'Abbazia di Montecassino. Il
Castello si trova negli affreschi di
Raffaello, nelle logge del Vaticano.

cima della Rocca
PRIMI DOCUMENTI SCRITTI
Risalgono all'alto medioevo i primi documenti scritti di
Bacucco: nel 1173 Oderisio di Bisento otteneva, dal re
Guglielmo in Penne, il feudo di Bacucco che, all'epoca,
era abitato da circa 48 famiglie. Nel 1281 la Signoria di
Bacucco risulta essere possesso di Riccardo Acquaviva.
Successivamente passò nel dominio di Alessandro
Sforza e nel 1474 fu inserita nel demanio reale,
ottenendo privilegi propri delle terre demaniali. Nel 1471
re Ferdinando donò la terra di Bacucco alla Università di
Civita di Penne; più tardi l'aggregò al contado di
S.Valentino. Nel 1507 fu posseduta da Cola Gentile. Nel
1600 fu dominata dalla famiglia Ranuccio Farnese al
quale succedette il figlio Odoardo e, quindi, divenne
feudo appartenente al Re delle due Sicilie. Infine, di
Bacucco fu possessore il Duca di Parma che aveva
alcune case nel territorio . A Bacucco apparteneva anche
la vicina Roccafinadamo il cui primitivo incastellamento
è riconoscibile sulla "Cima della Rocca". Con la riforma
amministrativa del 1806 che aboliva la feudalità, Bacucco
fu aggregato al Comune di Bisenti fino al 1830, quando
divenne separata amministrazione.
TOPONOMASTICA
Leggendaria è la storia del nome Bacucco. La
località è denominata, nel catalogo normanno,
Bacut, forse in riferimento ad Abacuc, uno dei profeti
dell'Antico Testamento o addirittura a Bacco, per un
tempietto dedicato a tale divinità. Alcuni studiosi, tra
cui il Devoto, asseriscono che il significato
etimologico della parola "Bacucco" risulta dalla
fusione di due vocaboli medievali "baco e
cappuccio" che indicano un copricapo a forma di
verme o baco. L'idea ben corrispondente alla forma
del colle, su cui si estende il paese, incappucciato di
case che si snodano in lunghezza a forma di baco. Il
nome Bacucco fu cambiato in Arsita, con delibera
del Consiglio Comunale del 3 settembre 1905. Le
ragioni, che indussero gli amministratori dell'epoca
a cambiare il nome al paese, si fondano su
considerazioni estetiche. Infatti, la parola Bacucco
oltre a suonare malissimo all'orecchio, in parecchi
dialetti della penisola, significa "stupido", persona
sciocca e di nessun conto. Pertanto gli abitanti del
paese erano continuamente esposti a pubbliche
derisioni. Si racconta che un tale, chiamato in
giudizio come testimone, nel declinare le proprie
generalità sotto il vincolo del giuramento,
rispondeva al giudice di essere cittadino di Bisenti,
esponendosi al pericolo di un provvedimento
penale, piuttosto che pronunciare in pubblico la
parola Bacucco.
stemma comunale
L'ANTICA TORRE
Arsita si presenta con le caratteristiche di un
centro abitato medioevale. Un percorso
principale, corso Vittorio Emanuele, lungo il
quale si affacciano palazzi gentilizi e la chiesa
madre, collega le varie parti dell'abitato con la
rocca sommitale, dove è posto un torrione. Il
torrione, struttura rotonda su pianta
ottagona, è segno superstite della cinta
fortificata e merlata del piccolo Castello di
Bacucco.
Nel corso del 1700, il complesso fortificato fu
trasformato in residenza nobiliare, aspetto
che conserva ancora oggi.
antica torre
CHIESA PARROCCHIALE
Nel centro storico è presente la chiesa
madre parrocchiale, S.Vittoria, con una
facciata ottocentesca che copre quella
precedente, risalente al 1700. L'interno, ad
un'unica navata, rivela una tipologia
settecentesca, su ristrutturazione di una
chiesa, probabilmente anteriore al 1500, con
edicole laterali contenenti statue, tra cui
quella di S. Nicola, patrono di Arsita.
Particolare è la settecentesca scultura
lignea del Cristo, di scuola napoletana. Dello
stesso periodo (1790) è il pregevole quadro
ovale che rappresenta S.Vittoria, sovrastata
dalla Madonna delle Grazie.
Chiesa S.Vittoria
CHIESA DELLA SS. TRINITA'
Parzialmente conservata all'esterno è la
cappella gentilizia settecentesca della SS.
Trinità, situata su una ripida salita, con un
portale, ante lignee a formelle con
bassorilievi raffiguranti angeli, mostri
marini, simboli astrologici di gusto
tipicamente popolare.
Chiesa SS.Trinità
CHIESA DI S.MARIA D'ARAGONA
Fuori dal paese, sulla strada per Penne, in un'oasi
di pace, accanto ad una secolare quercia, vi è la
Chiesa romanica di S.Maria
d'Aragona,recentemente ristrutturata per iniziativa
del parroco, don Arturo Fatibene. Dalla Chiesa
proviene una terracotta dipinta, del 1531,
raffigurante la "Madonna con il Bambino",
attualmente conservata nella Chiesa parrocchiale.
AGRITURISMO E SAGRE
In Arsita, la cultura contadina ha una sua
precisa connotazione: le forme, i colori
della campagna e i suoni hanno un fascino
particolare. La sera, in estate, è un
rincorrersi di "note" musicali da una
contrada all'altra, nelle aziende
agrituristiche o nelle sagre paesane. Il
suono della campagna è l'organetto
diatonico, "lu ddù botte", che attacca le sue
mazurche, le polche e il famoso "saltarello".
Un buon fiasco di vino accompagna la
degustazione dei piatti tipici locali, fra i
quali il famoso "coatto", un piatto antico dei
pastori d'Abruzzo, a base di carne di
pecora, cotta in salsa di erbe profumate,
amalgamate sapientemente nell'olio
extravergine d'oliva. Un piatto povero che,
nella sua rustica semplicità, si fa
apprezzare per una fondamentale
raffinatezza... Ed è subito festa!

BISENTI
INS. WANIA DELLA VIGNA