Premesso che...
Ogni giorno milioni di persone lavorano. Lavorano a domicilio.
Non hanno nessun contratto, nessuna garanzia, nessun orario di lavoro, nessun sindacato,
nessun padrone... Non lavorano in nero: semplicemente
il loro lavoro non è
riconosciuto!
Sono donne (e uomini) che per scelta o necessità
stirano calzini, cucinano, lavano i piatti, educano figli e compagni/e, viziano nipoti,
guardano telenovelle, accudiscono anziani & portatori di handicap ma
non prendono una lira!
C'è anche un buon motivo: la loro attività non è
"produttiva", non "vendono" nessun prodotto, non hanno nessun
"principale" e non sono neanche autonome/i. Chi controlla l'orario di lavoro,
chi calcola gli straordinari, chi le licenzia se non lavorano bene?? Nonostante tutto
però
producono ricchezza.
Immaginate cosa succederebbe se facessero
"sciopero": impiegati in cravatta e giacca sgualcita, figli puzzolenti, famiglie
rovinate da "mamme a ore"... Non solo la ricchezza dell'"azienda
Italia", ma anche la nostra sanità mentale dipende dall"'attività
di cura" che qualcuno fa per noi. E che nessuna "società per azioni"
farebbe. Inoltre nessuno vorrebbe estranei in casa alle sette del mattino!
Noi, casalighe/i chiediamo
un reddito di base per le
attività di cura.
Perchè necessario che quest'attività venga retribuita. Per la dignità del nostra vita &
attività. Perchè la nostra vita sia libera da imposizioni e ricatti Per la nostra scelta
consapevole. Per avere la possibilità di smettere e
"cambiare vita".
In cambio potremmo risparmiare miliardi di lire (euro) per la supplenza che lo stato o il mercato non
dovrebbe più fare (colf, assistenza domiciliare, baby-sitter,...).