| |
|
Come
eravamo nel 1865 - 2 |
|
|
|
|
|
Le condizioni climatologiche ed
atmosferiche non sono molto felici. Nella state il caldo è cocente;
il freddo nel verno è mitissimo, purché
non soffino i venti d'aquilone, ché allora il termometro potrebbe
discendere fino a 10° sottozero. Le pioggie sono scarse;
nondimeno l'umidità è continua, causata dalle acque del fiume
Caralita e del torrente Leni , e dell'evaporazione trasportata pel
levante dalle paludi di Nuraminis.Nelle ore mattutine di sera quasi
sempre si sviluppa la nebbia, che talvolta è assai crassa e
nociva alle piante che fioriscono o maturano i frutti. Di rado qui si
estendono, e non riescono perniciosi per la grandine, i temporali
che rompono spesso sopra il gruppo delle montagne di Villacidro. L'aria
non è salubre in tutte le stagioni, perché da molti punti dove sono
pantani, esalano miasmi; ma per la libera ventilazione che qui si gode,
non è gran fatto maligna.
Il villaggio di Serramanna è situato sulla
sinistra del Calarita che quivi scorre incanalato, sopra una
ripa di mitissima pendenza verso il libeccio. Ha una popolazione
accentrata di 2956 abitanti; sta a 30 chilometri da Cagliari, ed ha a
mezzogiorno Villasor, a settentrione Samassi, verso levante Nuraminis, e
verso ponente-maestro Villacidro. L'abitato occupa relativamente
una grande superficie; le strade sono irregolari
nell'allineamento ed assai fangose, e son denominate Bia de Casteddu (via
al Castello, cioè a Cagliari) e Bia de Serra; le strade che si
diramano da esse o le attraversano, sono in numero di dieci, e ora si dà
mano al loro lastricamento. Vi si formano tre piazze, e ciascuna
davanti una chiesa; da poco se ne formò una quarta detta piazza nuova.
Ogni casa ha il suo cortile con logge e stalle
pel bestiame di servizio e almeno un orticello: si abita nel pian
terreno e se vi sono le soffitte servono per conservare i cereali e le
altre provviste della famiglia; la loro costruzione è a mattoni crudi (làdiri)
sopra uno zoccolo convenientemente alto dal suolo: le abitazioni restano
dentro dei cortili. Sono aperti nell'abitato molti pozzi, quasi
ogni casa ne è fornita, ma l'acqua è di natura non buona, e dove più,
dove meno, salmastra e grave allo stomaco; ma a poca distanza zampillano
vene di acque pure e salubri, e le principali si denominano Sa mizza
de su Montonali, sa fontana Baingiu de Ludu, sa mizza dè su Launasci, che
dicesi pure de Turriga, sa mizza Porcedda. mizza Linus, mizza sa
Moddizzi , e tante altre.
La chiesa parrocchiale sorge in un sito alto
ed ha un bellissimo piazzale, adorno di piante e di ampio orizzzonte. Vi
si ascende per tre gradinate, è sufficientemente capace e ben fornita.
Il suo titolare è san Leonardo: la fiancheggia un campanile
notevole per la sua elevazione, ma spesso colpito dal fulmine; è di
forma ottagonale e fu architettato da un certo Antonio Calabrès.
Meno di 100 metri da questa chiesa passa un tronco di ferrovia che
è di prossimo compimento.
Le feste principali sono pel patrono della
parrocchia e per la Madonna di Monserrato. Hanno luogo con grande
concorso di forestieri: vi interviene quasi tutta la popolazione del
luogo, e la gioventù dell'uno e dell'altro sesso in vestimenta di
pompa: le donne montano su carri ben addobbati (is trakas); gli
uomini a cavallo, e si farebbe deridere chi prendesse parte alla
processione andando a piedi. In occasione di queste feste si tiene una
piccola fiera, e si gode lo spettacolo della corsa dei barberi,
in cui vengono alla gara i corsieri più vantati.
Oltre alle scuole elementari, vi è una scuola
serale per gli adulti che numerosi continuano a frequentarla da
quando fu istituita.
Per la beneficenza vi è un monte frumentario
che ha un fondo granatico di oltre 4000 ettolitri, e presta la semente
ai piccoli possidenti.
La popolazione in gran parte è dedita all'agricoltura.
Dopo la distribuzione dei terreni comunali quasi tutte le
famiglie sono divenute possidenti. Vi sono non pochi che possiedono
ampli poderi, ed esercitano la coltivazione in grande, tenendo in annuo
servizio un sufficiente numero di coloni.
Le donne sono instancabilmente assidue al
lavoro, e fabbricano sui loro telai gran quantità di panno e di tela
pel bisogno della famiglia ed anche per venderne.
Il divertimento abituale nei giorni festivi è
la danza al suono delle lionelle (la zampogna), che nelle sere ha luogo
in una casa abbastanza grande per tutti i giovani nubili (sa
teracchia) e per le fanciulle che vi accorrono colle loro madri:
ogni giovane della società (bagadiu) paga al suonatore una
quarra di grano.
Non si fa matrimonio senza capitolazione, che
vien detta sa carta de cojua, anche se i due sposi siano
della classe poco agiata: e così si pratica in ogni paese della
pianura.
L'articolo principale del commercio dei
Serramannesi è costituito dai cereali, e si può calcolare che
annualmente ne abbiano un guadagno per circa 150,000 lire: computati
tutti gli altri prodotti, ne ricaveranno una somma per oltre
duecentomila.
Nel territorio serramannese esistevano diversi nuraghi:
al presente si hanno le vestigia di pochi, perché mancando in questa
regione le pietre, fu comodo di prendere quel materiale per costruire le
case ed assodare le vie. Fra gli avanzo noracichi tuttora esistenti sono
da notare quelli detti Santa Luxeria, Cuccuru de Ponti, S. Giorgiu.
Nel 1843 praticandosi gli scavi per la costruzione della nuova
sagrestia di Santa Maria, si scopersero fondamenta di costruzione
ciclopica o noracica, con diverse sepolture che si riferiscono ai secoli
punici: si rinvennero anche molte monete, certamente puniche, che
ora si ritrovano nel museo privato del comm. Spano, con vasetti
lacrimatorj, avanzi d'armi e varie stoviglie, le quali conservano il
lucido di diversi colori: le sepolture erano due metri sotterra. In
tempi remoti diverse popolazioni si trovavano nei vari punti di
questo territorio, che poi a poco a poco vennero mancando per varie
cause, e specialmente per le pestilenze. E in molti siti appaiono indizi
certissimi di antiche abitazioni, quantunque il p. Aleo notando i paesi
al suo tempo spopolati entro il territorio di Serramanna, ne nomini due
soli, cioè Syarus e Grugu. Oltre il punto notato della
chiesa rurale di Santa Maria, dove era una cospicua popolazione,
come lo provano le antichissime vestigia scoperte sotto la nuova
sagrestia e le frequenti fondamenta di abitazioni, cisterne, vasche e
vari rottami che si trovano intorno, erano abitate anche le regioni che
si appellano Saboddus, San Giorgio, Santudeus, de is Gibas e Santa
Lucia, e le adiacenze di Santa Marina e delle due chiesette
chiamate Santa Barbara e Sant'Antioco della Roja. E in questi
luoghi la popolazione era antichissima, come è dimostrato dalle
vestutissime tombe di pietra e di tegole che vi si scoprono con ossa,
lucerne, vasi e monete di rame.
Serramanna faceva parte dell'antica curatoria di
Parte Gippis, che era uno dei dipartimenti del regno di Cagliari, o
Plumino.
________
Alcune delle surriferite notizie debbonsi alla cortesia dell'onorevole
Sindaco di questo comune.
|
|
|