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Sant'Angelo e il Museo

 

   
La Chiesetta di Sant'Angelo nel 1975

La Chiesetta dell'Angelo Custode, conosciuta come Sant'Angelo, sorge lungo la via Roma, nella parte sud dell'abitato e risale al secolo sedicesimo. Oltre alla chiesa comprendeva i locali dell'oratorio della Confraternita delle Anime, posto a sinistra della facciata, ed un porticato sulla piazza dell'Angelo (ora piazza Venezia) concepito e costruito a sue spese dal vecchio sig. Marcello negli anni prima della guerra, per offrire asilo ai mendicanti di passaggio (divenne presto un allevamento di pulci ed un immondezzaio).
  
Nel 1572 è tra le chiese dipendenti dalla parrocchia di San Leonardo e nel 1630 è indicata, con San Sebastiano, tra le due chiese offerte ai Domenicani che stavano per venire a Serramanna. Le forme architettoniche della facciata, il portale gotico con lunetta ad arco acuto e la cornice merlata, sono simili a quelli di numerosi edifici di stile tardo gotico, derivati nel campidano da modelli spagnoli dei secoli XV e XVI. Durante i lavori di scavo per il rifacimento dei pavimenti sono stati trovati numerosi frammenti di ceramica databili a partire dal XIII secolo. 


Sull'altare della chiesa era posta sino al 1977 la statua lignea dell'Angelo Custode, del secolo XVIII, conosciuta anche come "l'Angelo della Guardia". Il raffinato disegno della veste, dorata ad arabeschi e motivi geometrici, rivela una forte influenza della cultura figurativa spagnola. La statua, intagliata da uno  scultore di buon livello e risalente alla fine del 1600, era in uno stato incredibile di degrado, rovinata dai tarli e dalle ridipinture e privo delle ali, dei piedi e probabilmente di una statuina di fanciullo .E' stata abilmente restaurata, sino a riacquistare tutto lo splendore della policromia originale, nel 1981. Per anni ha trovato sistemazione nella chiesa parrocchiale, entro una nicchia ricavata nella cappella di Santa Maria.
Dopo tanti anni di abbondono e qualche lieve ripristino, anche la chiesa è stata radicalmente restaurata nell'anno 2000, e da allora ospita il Museo delle Memorie e delle Tradizioni Religiose di Serramanna, concepito per accogliere e recuperare statue, arredi e altri preziosi oggetti, quali calici, reliquiari, navicelle portaincenso, turiboli, aspersori, croci processionali, addobbi preziosi per le statue, ex voto e vasetti per gli oli santi, provenienti dalle chiese del paese e che ora non vengono più usati. Anche la statua dell'Angelo è tornata nella sua sede, in compagnia di molte altre statue di santi. Purtroppo durante i restauri è stato smantellato l'altare, di semplice fattura ma caratteristico e sufficiente per ricordare che si tratta di una chiesa dove, anche sino a pochi anni fa, si celebrava sia pure saltuariamente la messa.
Erano tante le statue di santi delle chiese di Serramanna ma parecchie sono misteriosamente sparite, in particolar modo quelle della chiesa di san Sebastiano. Nel museo ne sono state raccolte parecchie e rappresentano soprattutto i santi venerati un tempo dalla popolazione, e festeggiati   con le novene  e con le sontuose processioni che si svolgevano accompagnate dai carri addobbati (traccas) e dai suonatori delle launeddas, e precedute dal giovane addetto allo sparo dei mortaretti. Ora il numero delle feste si è ridotte di molto, ma una volta venivano ricordati, oltre a S.Isidoro patrono degli agricoltori di cui ogni tanto vengono ripresi i festeggiamenti, anche S.Angelo, San Rocco venerato dai pastori il 16 agosto, san Sisinnio, san Daniele festeggiato quando maturavano le fave, e altri.


San Luigi

San Carlo Borromeo (1619-1629)

San Giuseppe Calasanzio (sec. XVIII) - Dal 1964 in prestito ai
Padri Scolopi di Sanluri   



San  Vincenzo Ferrer


San Vincenzo Ferrer (prima metà sec. XVIII) - Proviene dalla Chiesa di San Sebastiano.

Ecce Homo (1619-1629)

* I Padri Scolopi hanno lasciato da tempo Sanluri  e nella Cappella ormai non si celebra più la messa; gli stessi Padri hanno venduto la loro proprietà al Consorzio Turistico "Sa Corona Arrubia". Che fine ha fatto la preziosa statua di san Giuseppe Calasanzio che fa parte del nostro già  ristretto patrimonio artistico?. Se già non lo avesse fatto, la parrocchia di S.Leonardo si deve dare subito da fare, prima che sia troppo tardi,  per recuperarla.
 

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