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L'invito di fra Carlo Frau alla comunità

      Carissimi,
     Molti di voi non mi conoscono e la maggior parte di quelli che mi conoscono non hanno chiaro il cammino fatto fino ad ora che mi porterà il 4 Dicembre 2010, a Dio piacendo, a diventare sacerdote. Così ho pensato di rendervi partecipi del percorso sino ad ora realizzato.
fra carlo      Mi chiamo Carlo Frau e sono nato a Cagliari il 30/12/1971. Ho sempre vissuto a Sinnai circondato dall’amore dei miei familiari: mio padre, Pinuccio, piccolo imprenditore edile, instancabile lavoratore, genitore sempre presente e attento alle necessità della famiglia che il Signore ha chiamato a sé 5 anni fa dopo lunga e penosa sofferenza; mia madre, Teresa, casalinga, fucina d’amore e di allegria, generosa e disponibile nei confronti di chi è nelle necessità; e poi mio fratello Luigi e le mie sorelle Francesca e Maria Assunta con cui ho condiviso i miei più begl’anni della mia vita.
     Sono cresciuto in un ambiente, dove il gioco, la spensieratezza, la serenità erano il pane quotidiano. Oltre alla scuola, che ho terminato con un diploma in un istituto tecnico industriale, la mia vita è stata caratterizzata in particolare da due esperienze formative: quello che fu il Centro Olimpia, dove per alcuni anni ho praticato la ginnastica artistica, e la banda musicale dove per circa tredici anni ho suonato il clarinetto. Ho fatto anche esperienza della sofferenza, in particolare gli anni tormentati dell’adolescenza. Ero alla ricerca di qualcosa che desse significato pieno alla mia vita. Pensavo di trovarlo in una donna, con cui avrei messo su famiglia. Tutto questo al mio cuore però non bastava.
     Mi resi conto che c’era qualcosa di più, partecipando “per caso”, a degli incontri per giovani nel salone parrocchiale: in particolare la testimonianza di una donna che aveva a cuore la mia vita e quella degli altri. Sopratutto mi colpì la sua fede: lei credeva veramente a quello che diceva. La sua fede non era staccata dalla sua vita. Tutto il suo dire e fare era centrato su Gesù. Mi trasmise questa passione per Gesù (probabilmente senza rendersene conto) e me lo fece conoscere da un punto di vista diverso: non un Dio lontano, moralista, che ci dice cosa dobbiamo fare e non fare e poi però non si preoccupa minimamente, non partecipa a quelle che sono le sofferenze dei suoi figli, ma un Dio che invece, in Gesù, si è voluto sporcare le mani, si è incarnato realmente ed è morto per noi con una reale e concreta sofferenza umana.
     Toccare con mano questo è stato per me più che lo scoppio di una bomba atomica. Avevo scoperto un Dio che mi amava, non delle belle parole. La mia crisi adolescenziale si risolse immediatamente: avevo trovato chi poteva dare senso alla mia vita.
     Ormai la strada da percorrere, con un Amico così, sembrava dovesse essere in discesa. In realtà, un nemico inaspettato si presentò nel mio cammino: la paura. L’interesse che diventava sempre più innamoramento alla persona di Gesù mi portò a confrontarmi con un sacerdote in particolare, che di lì a pochi anni avrebbe fondato con Maria Paola Olla l’Alleanza di Misericordia. Egli non si perse in chiacchiere e costatando in me la sete d’amore che attanagliava il mio cuore, vide nella vocazione francescana la possibilità per una realizzazione piena della mia vita.
     Mi propose degli incontri per aiutarmi a fare chiarezza. Dovevo capire innanzitutto se ero chiamato a consacrarmi e poi eventualmente dove. Ma, la paura, dettata dall’egoismo, prese il sopravvento. Mi allontanai dal gruppo parrocchiale, dalla chiesa, volevo dimenticare Dio, e tutte le mie esperienze vive d’incontro col Signore, cercai di vederle come il frutto d’immaginazione. Mi stavo facendo l’autolavaggio del cervello. Non volevo accettare il disegno di Dio su di me. Volevo realizzare i miei progetti. I suoi progetti, Dio, li avrebbe realizzati con qualcun altro, ma non con me. Era il trionfo dell’egoismo.
     Tutto questo non doveva durare molto. Il servizio militare fuori dalla Sardegna con la conseguente lontananza dagli affetti, amici, familiari, etc., mi misero nella condizione di non poter fare a meno di pregare Dio. Quel Dio che avevo fatto uscire dalla porta rientrava dalla finestra. Mi resi conto che di Dio non potevo fare a meno.
     Rientrato dal militare tutte le cose che per me erano state fondamentali e centrali, avevano perso la loro importanza. Pian piano la mia preoccupazione andò concentrandosi su l’unica cosa che avevo capito, realmente, contava: cercare ad ogni costo quale fosse la volontà di Dio. Infatti, pensavo: può darsi che il Signore voglia che io metta su famiglia, ma cristianamente. E fu l’innamoramento per una ragazza che invece mi fece capire che io in realtà cercavo altro. Capii che non mi bastava amare una persona, formare una famiglia, il mio cuore aveva bisogno di amare tutti e tutto. Gesù era tornato a farsi prepotentemente presente nella mia vita. Colui che avevo allontanato violentemente dal mio cuore e dalla mia vita, arrivando a rinnegarlo pur di non sentire la sua voce, non si era indispettito, non mi aveva rinnegato ma era lì che aspettava che io gli aprissi la porta del mio cuore. E così ho fatto. fra carlo
     Oggi sono frate francescano cappuccino, ormai da dieci anni, e mi preparo all’imminente ordinazione sacerdotale che si terrà nella parrocchia di Santa Barbara a Sinnai il 4 Dicembre alle ore 17.00. Il giorno dopo celebrerò la mia prima messa alle ore 18,00. Il tutto sarà preceduto da una settimana di preghiera dal 29 Novembre al 3 Dicembre che inizierà alle ore 17,00 e terminerà con la messa delle 18.00, dove saremo aiutati a meditare sulla figura del presbitero.
     V’invito a partecipare numerosi a questi momenti di grazia che il Signore sta donando alla comunità di Sinnai e attraverso essa alla chiesa intera, e a starmi vicini con la preghiera.
     Che il Signore elargisca larghe benedizioni a ognuno di voi.
     Pace e bene     fra Carlo Frau.



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