Ricerca

Home

Quadro Comunitario di Sostegno
Programma Operativo Regionale
Documento di Programmazione Economica e Finanziaria
Progetti Integrati Territoriali


 

I link che hanno questo simbolo sono leggibili con Acrobat Reader, se non ce l'hai clicca qui


Indice

1. PARTE GENERALE

1.1. IL POR SARDEGNA – STRATEGIA ED OBIETTIVO GENERALE

In linea con le indicazioni del QCS e dei documenti di programmazione regionale, l’intervento pubblico nell’economia sarda viene considerato come un unico ciclo di programmazione che comprende, in un unicum organico, tutti gli strumenti programmatici finalizzati allo sviluppo dell’isola: il Quadro Comunitario di Sostegno 2000/2006, l’Intesa Istituzionale di Programma, i fondi CIPE per le aree depresse, le politiche regionali di bilancio, il nuovo e specifico strumento per l’attuazione dell’art.13 dello Statuto e, appena ciò diventi praticabile, gli stanziamenti e gli interventi del bilancio dello Stato territorializzato su base regionale, anche al fine di stimare l’aggiuntività delle risorse derivanti dall’Unione Europea.

La nuova metodologia di programmazione che si sta realizzando in modo coordinato a livello regionale, nazionale e comunitario implica un modello di crescita fondato non su politiche di compensazione ma sulle convenienze alle localizzazioni produttive determinate sia dalle risorse mobili, capitale e lavoro specializzato ed imprenditoriale, sia sulle risorse immobili, patrimonio naturale e culturale, specificità della posizione geografica, radicamento del capitale umano in sistemi produttivi locali.
È una strategia di sviluppo che sposta l’accento dal potenziamento della domanda al potenziamento dell’offerta: offerta di lavoro qualificato, di servizi competitivi e qualità della vita, di localizzazioni convenienti, quale precondizione per attivare la domanda. La sfida della competitività, che emerge dalle politiche sopra richiamate, chiama in causa l’efficienza complessiva del sistema, e quindi la modernizzazione delle istituzioni e della pubblica amministrazione che dovrà realizzarsi contestualmente all’evoluzione del ciclo. Da ciò dovrebbe conseguire un miglioramento permanente del contesto economico, sociale e ambientale e generare una discontinuità nei comportamenti e negli atteggiamenti degli operatori economici.

Per evidenziare la dinamica dei cambiamenti che si realizzeranno nel sistema socioeconomico regionale sono state utilizzate le "variabili di rottura" e i relativi indicatori, già adottati dal QCS e richiamati al paragrafo 1.2 del POR Sardegna.

Coerentemente con quanto previsto dal QCS, la strategia e tutte le azioni attivate dal POR saranno finalizzate al raggiungimento di un obiettivo generale prioritario consistente, da un lato, nell’assicurare alla Sardegna un tasso di crescita superiore a quello medio dell’Unione Europea, entro il quarto anno del settennio 2000 - 2006, nonché, dall’altro, nel perseguimento della coesione economica e sociale delle aree interne dell’isola.

Per conseguire l’obiettivo primario si tenderà a sviluppare la competitività del sistema economico dell’isola, potenziando sia la base produttiva regionale, sia la capacità di attrazione di iniziative imprenditoriali e risorse esterne. In quest’ottica, un obiettivo cruciale è quello di sviluppare la capacità di innovazione delle imprese isolane, favorendo l’ingresso in nuovi mercati, l’esportazione dei beni prodotti, attraverso la concessione di aiuti, privilegiando settori e iniziative con elevato contenuto tecnologico, e riorientando le produzioni verso segmenti di mercato meno minacciati dalla concorrenza dei nuovi paesi europei.

Parallelamente occorrerà rimuovere gli ostacoli che scoraggiano la localizzazione di iniziative produttive nell’Isola, agendo sia su fattori materiali (infrastrutture di supporto, aree di insediamento industriale) sia immateriali (disponibilità di capitale umano qualificato, servizi alle imprese, innovazione tecnologica, procedure amministrative semplificate). Nel perseguimento di questo obiettivo, un ruolo determinante è offerto dal potenziamento delle reti di comunicazione fisiche e immateriali, volte da un lato a garantire la continuità territoriale dell’isola con il continente e una maggior accessibilità delle aree interne, e dall’altro a cogliere le opportunità offerte dalla società dell’informazione per abbattere le distanze fisiche legate alla condizione di insularità.

Il conseguimento di tale obiettivo non potrà comunque prescindere da politiche di accompagnamento a livello nazionale, tese da un lato a calmierare le tariffe ed incrementare l’operatività dei vettori aerei, e dall’altro ad abbattere i costi energetici, attraverso eventuali provvedimenti di defiscalizzazione di combustibili alternativi, in assenza di una rete di distribuzione del metano sull’isola.

La realizzazione di tale obiettivo può essere conseguita in maniera efficace attivando i valori propri della Sardegna, come la qualità ambientale e culturale, e gli aspetti positivi della natura insulare. È evidente l’influenza positiva di queste componenti in particolare sul settore turistico, le cui potenzialità non sono state ancora sufficientemente esplorate in termini di diversificazione del prodotto e di allungamento della stagione. L’insularità, in questa ottica, è intesa come opportunità da sviluppare, non più quale penalizzazione, riconosciuta nell’art.158 (ex 130) del Trattato di Amsterdam, ma anche come prospettiva di sviluppo.

L’obiettivo complementare della riduzione del disagio delle aree interne dell’isola sarà perseguito attraverso la valorizzazione delle risorse locali, principalmente legate all’agricoltura, alla pastorizia e all’ambiente, alla forestazione e al turismo, nonché col miglioramento della dotazione infrastrutturale e di servizi del territorio. Una funzione preminente nel perseguimento di questo obiettivo è legata alla valorizzazione delle risorse umane, specialmente della componente femminile, delle risorse culturali, alla promozione del lavoro e dell’imprenditorialità e alla riqualificazione delle strutture urbane.

Il POR, pertanto, tende a conseguire gli obiettivi prioritari attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, culturali ed umane, nonché, dei sistemi di sviluppo locale, delle città e delle reti e nodi di servizio, concentrando le iniziative in quelle aree che possono attivare un processo di sviluppo accelerato, senza peraltro penalizzare le aree interne dell’isola.

Per quanto attiene, infine, la metodologia adottata, il POR, in coerenza col QCS, assume i seguenti principi base: la concentrazione, con l’attivazione di un numero limitato di obiettivi specifici e di misure; l’integrazione, con l’attivazione di azioni integrate nel territorio; il decentramento e l’individuazione delle responsabilità di attuazione degli interventi; la verificabilità dei risultati, attraverso una sistematica attività di monitoraggio strettamente raccordata alla valutazione in itinere.

1.2. IL POR SARDEGNA – ARTICOLAZIONE ASSI, OBIETTIVI, MISURE Inizio Pagina

Analogamente al QCS, la strategia del POR Sardegna si articola in sei Assi prioritari di intervento, che corrispondono alle seguenti aree tematiche:

I. Valorizzazione delle risorse naturali;

II. Valorizzazione delle risorse culturali;

III. Valorizzazione delle risorse umane;

IV. Sistemi locali di sviluppo;

V. Miglioramento della qualità delle città, delle istituzioni locali e della vita associata;

VI. Reti e nodi di servizio.

Nel perseguire la propria strategia di sviluppo, il POR Sardegna adotta lo schema ordinatore del QCS, secondo uno schema di programmazione "a cascata", nel quale:

  • gli obiettivi globali descrivono, a livello di Asse, la modalità con cui la strategia, attraverso la "rottura" dei parametri individuati, consegue l’obiettivo generale;
  • gli obiettivi specifici descrivono il contributo di ciascun settore di intervento, all’interno degli assi prioritari, al conseguimento degli obiettivi globali, secondo criteri di coerenza, convergenza e misurabilità.

Agli obiettivi globali e specifici così individuati, corrispondono puntuali indicatori capaci di misurare il POR ex ante, in itinere ed ex post.

Nell’Allegato 1 Installa Acrobat si fornisce una tabella di sintesi per il riepilogo degli Assi prioritari di intervento, degli obiettivi globali e specifici di riferimento e delle linee di intervento e delle misure corrispondenti.

1.3. QUADRO COMPLESSIVO DEGLI INDICATORI DI PROGRAMMA

Inizio Pagina

Nella tabella dell’Allegato 2 Installa Acrobat, per ogni misura e per tipologia di operazione, vengono riportati gli indicatori di programma (realizzazione fisica, risultato e impatto). Per gli indicatori di realizzazione fisica, nella tabella dell’Allegato 3 Installa Acrobat, viene anche stabilito il target al 31/12/2002.

1.4. INFORMAZIONI RELATIVE AI CRITERI DI PREMIALITÀ

In conformità con le disposizioni previste dal Regolamento n. 1260/99 e con i criteri previsti per l’assegnazione delle riserve di premialità, il POR Sardegna ed il presente Complemento di Programmazione sono stati redatti dedicando particolare attenzione ai requisiti necessari alla assegnazione della riserva comunitaria del 4% e di quella nazionale  del 6%, così come previsto nel QCS Obiettivo 1.

In particolare, per ciascun criterio definito ai fini della assegnazione delle riserve, nell’attuazione del programma saranno considerati i seguenti elementi:

  • il raggiungimento delle soglie determinate per ciascun requisito;

  • la previsione di particolari contenuti nel Complemento di Programmazione;

  • la predisposizione di apposita documentazione;

  • il rispetto di talune procedure per la gestione del Programma.

Assegnazione della Riserva comunitaria del 4%

Ai fini dell’assegnazione della riserva del 4%, l’Autorità di gestione attuerà il Programma nel rispetto dei seguenti criteri di assegnazione individuati dalla Commissione:

A.CRITERIO DI EFFICACIA (REALIZZAZIONE FISICA)

Realizzazione del target previsto per il 2002 per un insieme di misure di valore complessivo pari ad almeno il 50% del costo totale del programma operativo.

Relativamente a tale criterio, la regione Sardegna (Autorità di gestione) individuerà le misure da sottoporre a verifica nella relazione finale del 31 luglio 2003.

Il presente Complemento di Programmazione fissa i target da raggiungere entro il 31/12/2002 per il corrispondente indicatore di realizzazione fisica delle misure specificate nella tabella di cui all’Allegato 3 Installa Acrobat, il cui valore finanziario è superiore al 50% del valore complessivo del programma.

B. CRITERI DI GESTIONE

Al fine del rispetto dei requisiti richiesti per la qualità del sistema di gestione si garantirà:

  • la qualità del sistema di indicatori e delle procedure di monitoraggio. In particolare, saranno adottati indicatori finanziari, procedurali e fisici compatibili con le indicazioni fornite dall’Autorità di gestione del QCS e verranno rispettati i requisiti minimi previsti nel QCS entro il 31/12/00 relativamente al sistema di monitoraggio e valutazione;

  • un sistema di controllo adeguato al modello organizzativo del QCS. Si rimanda alla singole misure del Complemento di Programmazione per la definizione ed il dettaglio degli organismi e degli uffici responsabili della gestione e del controllo contabilefinanziario sulla gestione;
  • l’adozione di procedure di selezione basate su un’analisi di fattibilità tecnico-economica, su criteri di sostenibilità ambientale e che consentano di migliorare le pari opportunità per progetti, anche tramite meccanismi premiali;

  • l’affidamento dell’incarico di valutazione intermedia nel rispetto dei requisiti minimi previsti ed entro il 30/09/2001;

  • la definizione, entro il 31/05/2001, di un programma di monitoraggio e valutazione degli effetti sull’occupazione e diffusione annuale dei risultati delle attività.

C. CRITERI FINANZIARI

La Regione Autonoma della Sardegna e gli organismi coinvolti nell’attuazione del POR, provvederanno a rispettare almeno uno dei due seguenti criteri:

  • liquidare un ammontare di risorse corrispondente agli impegni relativi alle prime due annualità (2000 e 2001), quindi, non dando luogo per nessuna delle due annualità all’applicazione del disimpegno automatico. Alla stessa data inoltre, risulterà liquidato un ammontare di risorse corrispondente al 30% degli impegni previsti dall’annualità 2002 (Piano finanziario);

  • selezionare, entro il 31/12/2002, almeno tre (o quattro) progetti con meccanismi di PPP (Private Public Partnership).

La Regione Autonoma della Sardegna identificherà inoltre, in via prioritaria, quegli interventi che prevedono la partecipazione dei finanziamenti privati anche attraverso l’utilizzo del project financing al fine, da un lato di migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche (criteri finanziari) e dall’altro valutare le opportunità di utilizzo dell’intervento di capitali privati per garantire aumenti di efficienza nella gestione delle opere pubbliche (e relativi servizi) ed aumenti di efficacia nella soddisfazione dei bisogni della collettività (criteri di gestione e di efficacia).

Infine, sarà cura dell’Autorità di gestione del POR, predisporre entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello oggetto di valutazione, una relazione contenente tutte le informazioni utili al monitoraggio dei singoli criteri, avvalendosi eventualmente del proprio Nucleo Tecnico di Valutazione e Verifica.

Assegnazione della Riserva nazionale del 6%

Relativamente ai criteri individuati dal QCS per l’assegnazione della riserva nazionale del 6%, nell’ambito dell’attuazione del POR, la Regione Autonoma della Sardegna provvederà:

  • Per il criterio basato sull’avanzamento istituzionale:

- al recepimento del D.Lgs n.29/93 (già recepito con la L.R. 31/98) e alla operatività delle deleghe ai dirigenti;

- all’attivazione dell’unità di controllo interno di gestione di cui all’art.4 del D.Lgs. n.286/99;

- alla creazione e funzionamento dei Nuclei di Valutazione ai sensi dell’art.1 della L. n.144/99, entro il 31 dicembre 2000;

- all’attivazione della Società dell’informazione nella Pubblica Amministrazione, attraverso l’interconnessione in rete, entro il 2002, del 70 per cento degli Enti Locali della Regione;

- all’attivazione e alla piena operatività dello sportello unico per le imprese, entro giugno del 2001, in un territorio comprendente almeno il 60 per cento della popolazione regionale;

- all’attivazione di Servizi (Centri) per l’impiego in un territorio comprendente almeno il 50 per cento della popolazione regionale;

- all’attuazione e piena operatività degli strumenti della pianificazione territoriale e paesistica (TU 490/99) su tutto il territorio regionale;

- all’avvenuta assegnazione, in base all’art.9 della L.36/94, della gestione del servizio idrico integrato ad un gestore scelto mediante le forme previste dalla normativa in vigore;

- all’attuazione della gestione dei rifiuti urbani in ambienti territoriali ottimali mediante opportuni piani di gestione;

- all’istituzione e operatività delle ARPA, entro il 31/12/2001.

  • Per il criterio basato sull’integrazione degli interventi:

- alla attivazione tempestiva dei progetti integrati, secondo linee guida omogenee fra le Regioni.

  • Per il criterio basato sulla concentrazione degli interventi:

- alla concentrazione delle risorse su un numero limitato di misure.

1.5. IL PIANO FINANZIARIO DEL COMPLEMENTO Inizio Pagina

Il quadro finanziario del CdP è stato elaborato seguendo l’impostazione metodologica del "ciclo di programmazione unica", richiamata dal POR Sardegna, volta a realizzare un reale coordinamento dei flussi finanziari, quale che sia la fonte di provenienza, per conseguire gli obiettivi di sviluppo definiti dal QCS 2000-2006 per l’isola e per le altre aree territoriali del mezzogiorno.

Per definire il quadro finanziario, pertanto, si è avuto riguardo all’insieme complessivo delle risorse finanziarie che si renderanno disponibili nel periodo considerato, che possono essere così classificate:

  • risorse proprie del Bilancio ordinario della regione;

  • quote assegnate all’Isola dal Bilancio ordinario dello Stato;

  • quote di risorse finanziarie Fondi Strutturali rinvenienti dal Bilancio dell’U.E.;

  • quote di risorse rinvenienti dal cofinanziamento nazionale (statale e regionale) dei programmi comunitari.

  • quote assegnate dalle deliberazioni del CIPE su fondi straordinari ed aggiuntivi in favore delle Regioni dell’Ob.1 e delle aree depresse del centro nord.

La quantificazione di queste risorse non è tuttavia agevole. Di difficile stima è, in particolare, l’ammontare delle risorse di cui all’ultimo punto, perché, nonostante l’approvazione delle percentuali di riparto in favore delle singole regioni dell’Ob.1, rimane incerta la posta finanziaria sulla quale applicarle, rispetto all’ammontare complessivo delle risorse riportato nelle deliberazioni CIPE che, per le Regioni dell’Ob.1, sono da considerare aggiuntive e straordinarie rispetto alle risorse dei fondi strutturali. Non è stato ancora definito, inoltre, il quadro finanziario territorializzato dei diversi PON che, in base a quanto stabilito dal CIPE, alla Sardegna deve destinare il 12,97 per cento delle risorse complessive.

Questa carenza informativa rende la ripartizione delle risorse indicata nel CdP all’interno degli Assi, riferita alle misure e ai settori, non perfettamente coordinata all’interno di un ciclo integrato della programmazione, in cui anche le risorse attribuite alla gestione delle Amministrazioni Centrali dello Stato deve essere concertata in sede di partenariato.

Nel CdP, inoltre, è previsto che il capitale privato partecipi al finanziamento delle iniziative programmate in misura più elevata rispetto al precedente periodo 1994-1999. Ciò verrà realizzato attraverso una riduzione tendenziale degli aiuti diretti agli investimenti produttivi e con il coinvolgimento dei privati nella finanza di progetto. Tuttavia, nelle tabelle finanziarie non è stata riportata l’indicazione dell’ammontare delle risorse private che saranno coinvolte nel cofinanziamento degli interventi, in quanto, allo stato attuale, non è possibile prevedere quali opere infrastrutturali saranno realizzate e conseguentemente non è possibile indicare quali di esse presentino le condizioni necessarie per attivare il project financing. Quando si avranno elementi informativi in merito, la previsione delle poste finanziarie rinvenienti dal settore privato sarà indicata nel CdP.

Nello specifico, il piano finanziario del CdP, riportato nell’Allegato 4 Installa Acrobat , è stato elaborato
seguendo le disposizioni contenute nell’articolo 18, paragrafo 3, lettera c), del Regolamento 1260/99 che reca le norme per la definizione dei piani finanziari delle misure. Secondo tale articolo, il piano finanziario del CdP deve contenere:

a) l’importo della dotazione finanziaria prevista per la partecipazione del Fondo strutturale che concorre al finanziamento della misura;

b) l’importo dei finanziamenti ammissibili pubblici o assimilabili e la stima di quelli privati corrispondenti alla partecipazione del Fondo strutturale;

c) il tasso di partecipazione del Fondo strutturale, determinato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento 1260/99 e in coerenza con il totale degli stanziamenti comunitari assegnati all’asse prioritario cui la misura fa capo. (Per quanto concerne il tasso di partecipazione dei quattro Fondi Strutturali sull’ammontare totale delle risorse pubbliche, il POR Sardegna lo ha determinato nella misura del 50%. Lo stesso tasso di partecipazione è stato attribuito alle risorse pubbliche nazionali (statali e regionali), secondo quanto disposto dalla deliberazione CIPE del 6 agosto 1999);

d) la descrizione delle disposizioni adottate per il cofinanziamento delle misure, secondo i nostri ordinamenti istituzionali, giuridici e finanziari.

Per ogni misura è stato inoltre fornito il quadro finanziario per annualità e per fonte di finanziamento.

Le tabelle, articolate per Fondo e per anno, riportano esclusivamente i costi totali ammissibili. Inoltre, nelle medesime tabelle, è stata inserita una colonna denominata "settore di intervento" nella quale è indicato il codice di classificazione delle operazioni.

Il piano finanziario è predisposto in Euro senza decimali e le annualità corrispondono esattamente a quelle del piano finanziario del PO approvato dalla Commissione UE. Per quanto attiene il soprarichiamato punto d), appare opportuno evidenziare che l’Amministrazione regionale si sta organizzando per adeguare la propria normativa di bilancio alle nuove esigenze di programmazione dei fondi strutturali.

Tra le innovazioni introdotte assume rilevanza l’elaborazione del bilancio regionale per Unità Previsionale di Base (UPB) che rappresenta l’insieme organico delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico Centro di responsabilità amministrativa. L’UPB viene stabilita in modo tale che a ciascuna unità corrisponda un unico centro di responsabilità amministrativa cui è affidata la relativa gestione.

Nel caso specifico, le risorse attribuite alle singole misure dal complemento sono in capo ad un unico centro di responsabilità amministrativa e coincidono con le UPB.

Solo in alcuni casi, quando le misure coinvolgono più Assessorati, si individuano tante UPB una per ogni Assessorato. In tale caso il coordinamento della misura è attribuita al responsabile dell’UPB prevalente.

Vedasi Allegato 4 Installa Acrobat "Le tabelle finanziarie del complemento".

1.6. PUBBLICITÀ E INFORMAZIONE Inizio Pagina

Con il Piano di Comunicazione l’Amministrazione regionale prende atto della richiesta di informazione del territorio e quindi della opportunità di rispondere offrendo un servizio al cittadino: la trasparenza nell’azione dell’Unione Europea e dell’Amministrazione stessa. Il Piano rappresenta anche un’opportunità per valorizzare l’attività dell’Amministrazione e per diffondere all’esterno (ma anche al suo interno) che cosa ha realizzato o intende realizzare ovvero quali obiettivi vuole raggiungere con le risorse a disposizione, superando i settorialismi. Il Piano rappresenta anche un’opportunità per migliorare le procedure promuovendo le proprie buone prassi e diffondendo quelle altrui come esempio da cui trarre ispirazione e prendere anche atto delle meno buone per intervenire, opportunità per  cercare e trovare, nel quadro di un coordinamento generale del flusso di informazioni  proveniente dal monitoraggio, dalla valutazione e dal controllo finanziario dei Fondi  Strutturali, le soluzioni sulle problematiche legate alla gestione di risorse comunitarie.

Queste opportunità saranno colte e perseguite anche in collaborazione con i destinatari del Piano che saranno quindi essi stessi parte attiva nella predisposizione del Progetto Esecutivo.

Il Piano di Comunicazione dei Fondi Strutturali 2000/2006 prosegue sulla stessa linea d’azione del Piano già elaborato per la programmazione 1994/99.

Questo Piano ripropone perciò sia gli obiettivi generali (già definiti a livello comunitario) che gli strumenti da utilizzare per raggiungerli, nonché i target della comunicazione e l’organizzazione già individuati nel precedente.

Nel corso dell’attuazione, ma anche già in fase di redazione del Progetto Esecutivo, le diverse azioni saranno modificate per rispondere alle sollecitazioni provenienti dai destinatari della comunicazione. Si terrà conto, sempre nell’ottica di raggiungere gli obiettivi individuati nel presente Piano, anche dei risultati delle rilevazioni e dei sondaggi in corso sulle azioni del Piano di Comunicazione 94/99.

Per la predisposizione del Piano di Comunicazione verranno puntualmente ripetute e integrate le seguenti indagini, alcune delle quali già svolte con il precedente Piano di Comunicazione 1994/99, al fine di monitorare gli effetti della comunicazione realizzata:

- analisi sui portatori d’interesse per conoscere il loro livello di interesse e informazione sull’argomento, le esigenze informative e gli strumenti di comunicazione privilegiati, nonché per trovare forme di collaborazione;

- analisi sui punti di informazione operanti sul territorio per conoscere le loro esigenze informative e gli strumenti di comunicazione privilegiati, nonché per trovare nuove forme di collaborazione;

- analisi sulla comunicazione istituzionale svolta dall’Amministrazione per valutare le modalità di integrazione e coordinamento;

- analisi sulla opinione pubblica per conoscere il loro grado di sensibilità e di informazione sulle tematiche europee in generale e sui fondi strutturali in particolare;

- analisi sulle altre Amministrazioni regionali nonché sui Ministeri per conoscere le modalità di gestione delle risorse destinate alla comunicazione e sugli aspetti organizzativi legati all’attuazione del Piano.

Gli obiettivi generali della Comunicazione

Gli obiettivi generali, di seguito elencati, sono il risultato dell’analisi comparata dei diversi documenti dai quali discende l’obbligo di redazione del Piano1. Questi verranno ulteriormente dettagliati per individuare i target della comunicazione e definire meglio le azioni.

- Informare i potenziali beneficiari finali sulle possibilità offerte dagli interventi cofinanziati dall’Unione europea a valere sul FESR, sul FSE, sul FEAOG e sullo SFOP2;

- Favorire il conseguimento di un efficace livello di partenariato con gli operatori al fine di attrarre investimenti;

- Garantire la trasparenza dell’azione dell’Unione europea in collaborazione con l’Amministrazione statale e regionale nei confronti dei potenziali beneficiari finali;

- Informare e aumentare la notorietà delle opere realizzate in Sardegna con i Fondi strutturali;

- Sensibilizzare l’opinione pubblica regionale sul ruolo svolto dall’Unione europea e dare un’immagine omogenea dei suoi interventi.

I destinatari delle azioni di Comunicazione

Possono inizialmente essere suddivisi nelle seguenti categorie:

  • potenziali beneficiali e/o destinatari finali delle risorse (pubblici e privati);

  • potenziali beneficiari di un’azione di formazione/occupazione;

  • enti pubblici;

  • organizzazioni professionali e ambienti economici;

  • parti economiche e sociali;

  • organizzazioni non governative;

  • opinione pubblica;

  • intermediari dell’informazione.

Qualora risultasse più funzionale al raggiungimento degli obiettivi, queste saranno ulteriormente specificate nel corso dell’attuazione e dopo le ricerche di mercato.

Le misure di comunicazione

Le Misure sono i gruppi di attività attraverso le quali, utilizzando adeguati strumenti di comunicazione, si raggiungono gli obiettivi predefiniti, siano essi specifici o generali.

Le Misure possono essere esemplificate in:

- sistemi informativi (azioni di erogazioni delle informazioni, suddivise in rapporto allo strumento utilizzato per veicolarle: sito Internet, call center, help desk, materiali cartacei, media etc.);

- animazione territoriale (azioni di contatto diretto col territorio, suddivise in
rapporto alla tipologia: convegni, seminari tematici, eventi internazionali, mailing mirato
etc.);

- pubblicità e informazione sui progetti (azioni specifiche, realizzazione di un catalogo progetti, di un manuale delle procedure di attuazione etc.);

- rete operatori (azioni a supporto delle reti, formazione, work shop, area internet riservata etc.);

- pubblicità e promozione attività (azioni a supporto di tutte le misure, ufficio
stampa,
immagine grafica etc.);

- monitoraggio (azione specifica con la quale saranno individuati gli indicatori di realizzazione );

- coordinamento (azioni a supporto dell’intero Piano).

L’organizzazione dell’amministrazione

L’Ufficio dell’Amministrazione responsabile per la elaborazione e la realizzazione del Piano di Comunicazione è il Centro Regionale di Programmazione (CRP) il quale si avvarrà di una Assistenza Tecnica qualificata nel settore (selezionata tramite bando) per la fattiva messa in opera.

L’Ufficio competente responsabile della comunicazione del POR è:

Centro regionale di Programmazione

Responsabile: dott.ssa Graziella Pisu

Via Mameli 88, 09123 Cagliari

e-mail: CRP@regione.sardegna.it

La realizzazione di un sistema stabile di comunicazione al servizio dei destinatari dell’informazione sarà assicurata tramite lo stesso metodo della rete collaudata col precedente Piano e pensata sulla base del risultato delle indagini condotte. Verranno quindi rinforzate sia la Rete Interna che la Rete Esterna.

La Rete Interna è composta dai referenti presso gli Assessorati regionali e presso i settori dell’Amministrazione che si occupano di comunicazione, trattamento dei dati e rapporti con le istituzioni statali e comunitarie secondo lo schema seguente:

 

 

Tramite questa Rete sono raccolti i dati che una volta trattati vengono convogliati contemporaneamente verso l’esterno, con l’aiuto dell’Assistenza Tecnica nonché reimmessi nella rete stessa assicurando così la circolazione delle informazioni anche all’interno dell’Amministrazione.

La Rete Esterna è composta dagli operatori dell’informazione comunitaria sul territorio destinatari dell’informazione prodotta a livello regionale e coadiutori nella massima diffusione delle informazioni, tramite i loro canali di comunicazione.

Il coordinamento delle Reti e l’indirizzo nella realizzazione delle singole azioni è assicurato dal Comitato per la Comunicazione costituito dal Centro Regionale di Programmazione supportato dall’Assistenza Tecnica.

La comunicazione si svolgerà secondo un flusso biunivoco di informazioni che non riguarderà solo i dati sulla programmazione, sulla gestione, sul monitoraggio, sul controllo e sulla valutazione delle risorse provenienti dai Fondi Strutturali erogati in Sardegna ma favorirà la promozione delle buone pratiche e la diffusione di suggerimenti, chiarimenti e indirizzi per migliorare il proprio lavoro nonché contribuirà al miglioramento della conoscenza dei diversi temi dell’Unione europea.

Il fulcro del Piano di Comunicazione è quindi il Centro Regionale di Programmazione il quale perfezionerà la propria impostazione di comunicazione interna per favorire la massima circolazione delle informazioni al proprio interno nonché la massima diffusione in seno alla Rete Interna e a quella Esterna. Per questi stessi motivi verrà assicurato il coordinamento con l’istituendo URP-Ufficio di Relazione con il Pubblico regionale.

1.7. MODALITÀ PER IL TRASFERIMENTO DEI DATI Inizio Pagina

Come specificato nel POR, con il supporto del sistema di monitoraggio già attivo dalla precedente programmazione presso l’Autorità di Gestione, entro un mese dall’approvazione del presente Complemento di Programmazione, sarà operativa una postazione principale di monitoraggio, gestita da un responsabile e supportata da un’adeguata unità tecnica, composta da almeno 4 persone, col compito di raccolta delle informazioni provenienti dalle altre postazioni di monitoraggio, dell’assunzione degli ulteriori indicatori ed analisi specifiche utili alla sorveglianza e alla valutazione, che avrà il compito di interfacciarsi, tramite l’Autorità di gestione, con il Comitato di Sorveglianza, l’Amministrazione statale, la Commissione Europea, con i Nuclei di valutazione e verifica di cui alla L.144 del 17 maggio 1999, ed il Valutatore indipendente.

L’Ufficio competente responsabile del monitoraggio del POR è:

Centro regionale di Programmazione

Responsabile: dott. Piero Tavera

Via Mameli 88, 09123 Cagliari

e-mail: crp@regione.sardegna.it

Contestualmente, presso ogni Assessorato regionale interessato dagli interventi previsti nel Programma, sarà operativa una o più postazioni (ausiliarie) di monitoraggio, adeguatamente dotata di strumentazione informatica, gestita da un responsabile, per la quale potrà essere attivata, in relazione al carico di lavoro, un’unità tecnica, composta da un numero appropriato di personale regionale, per il rilevamento del complesso degli indicatori utili alla sorveglianza.

Il flusso delle informazioni relative al POR Sardegna può essere suddiviso in due componenti: una regionale e l’altra comunitaria. La componente regionale riguarda lo scambio di informazioni tra i soggetti attuatori (Assessorati ed enti delegati) e l’Autorità di Gestione, mentre la componente comunitaria si riferisce allo scambio informativo tra l’Autorità di Gestione e l’Unione Europea.

Per quanto riguarda la prima componente sarà cura dei responsabili di procedimento delle singole azioni/interventi, o gruppi omogenei, l’assunzione delle informazioni sull’avanzamento dei singoli progetti, o gruppi omogenei di progetti, in merito agli indicatori procedurali, finanziari e di realizzazione fisica da rilevare a livello di singolo responsabile di progetto/direttore di lavori.

La rilevazione dei dati di base sarà effettuata, in maniera il più possibile informatizzata e/o utilizzando l’upgrade del sistema già predisposto per il periodo 1994-1999 per la gestione del monitoraggio dei programmi comunitari, con l’ausilio di schede di rilevazione opportunamente predisposte secondo le variabili/indicatori da rilevare, per le quali i destinatari ultimi assumono l’impegno alla trasmissione delle informazioni, secondo la tempistica programmata, pena la mancata erogazione delle risorse, al responsabile della postazione di monitoraggio o al responsabile del procedimento, secondo le modalità che verranno concordate (per via cartacea o su supporto informatico).

La funzionalità del sistema, comunque, prevede il collegamento, tramite browser, il più possibile accessibile direttamente dai beneficiari finali con garanzia di sicurezza e con strumenti largamente disponibili (accesso ad internet ed home computer) e semplicità d’uso anche a personale non informativo.

Sono previsti diversi profili di accesso per gli utenti in funzione al livello di responsabilità:

Amministratore del sistema, Responsabile di misura, Responsabile di operazione ecc., con validazione di tutte le informazioni da parte dei responsabili di misura prima che siano considerati nelle analisi dei dati ed il supporto separato per i principali processi di monitoraggio : finanziario, fisico e procedurale.

Il sistema garantirà il trasferimento delle operazioni al sistema di monitoraggio centralizzato dell’IGRUE.

Per quanto riguarda la seconda componente del flusso informativo, quello con l’Unione Europea, il colloquio sarà assicurato tramite l’IGRUE presso il quale è collocata la banca dati del sistema centralizzato "MONIT 2000" basato sulla procedura informatica appositamente realizzata dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica-IGRUE e che rappresenta la porta per lo scambio logico dei dati con l’U.E.

L’interfacciamento tra il sistema regionale e quello predisposto dall’IGRUE, che avverrà presso la postazione presente nell’Autorità di Gestione, consentirà l’elaborazione dei report predefiniti a livello di singola operazione e le aggregazioni a tutti i livelli superiori.

La raccolta dei dati sarà effettuata nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti specifici di ciascun fondo strutturale.

Il trasferimento telematico alla Commissione Europea avverrà secondo le modalità convenute tra la Commissione e il Ministero del Tesoro, Bilancio e della P.E..

Analogamente lo stesso canale informativo assicurerà il flusso di informazioni dalla Commissione Europea all’Autorità di gestione.

Le informazioni contenute nella banca dati che saranno oggetto di trasferimento all’Unione Europea riguarderanno principalmente:

- Dati finanziari riferiti agli impegni e alle spese effetivamente sostenute dai beneficiari finali a livello di singola operazione;

- Previsioni degli impegni e pagamenti a livello di singola misura;

- Dati di monitoraggio fisico a livello di singola operazione;

- Dati di monitoraggio procedurale rilevati a livello di misura e, ove possibile, a livello di operazione.

Le rilevazioni dei dati avverranno in modo tale da garantire le cadenze trimestrali per il monitoraggio finananziario, semestrale per il monitoraggio procedurale e annuale per il monitoraggio fisico.

 

Il Sistema di monitoraggio

Il monitoraggio, inteso come rilevazione sistematica dei dati relativi all’avanzamento dell’attuazione del Programma, si pone l’obiettivo di rendere più efficiente ed efficace il sistema di controllo della spesa e, per questa via, di migliorare la capacità di orientare i Programmi favorendo una maggiore incisività sui problemi di sviluppo regionale.

Un sistema di monitoraggio per essere efficiente deve essere affidabile, tempestivo, versatile, in grado di operare a livello di massima disaggregazione del Programma e dunque per singolo progetto per poi pervenire, in tempo reale, a tutte le aggregazioni più significative (asse prioritario, settore, misura, fondo, localizzazione ecc.).

Per poter garantire queste qualità, il sistema di monitoraggio deve essere definito considerando due componenti essenziali:

  • la metodologia, le tecniche e le capacità operative di rilevazione e di analisi dei dati, che rappresentano il piano attraverso il quale si disegna la strategia con la quale attivare e rilevare i flussi informativi; che portano alla definizione delle procedure operative e alle procedure organizzative di rilevazione;

  • gli strumenti di rilevazione, analisi e restituzione dei dati, che consentono di definire la tecnologia hardware e software per lo svolgimento dell’attività di monitoraggio da parte dei soggetti coinvolti. Con la precedente programmazione è stato possibile realizzare un sistema di rilevazione che si basa su una infrastruttura tecnologica, rete di collegamento interassessoriale, un sistema di gestione della base dati centralizzata, a livello di singolo progetto, di tipo relazionale, rete di collegamento interassessoriale di tipo Internet/Intranet, reti locali assessoriali di tipo Ethernet, sistema di posta elettronica interna ed esterna, suite di produttività personale, accesso a banche dati documentali e statistici, ed apparecchiature hardware di facile fruizione da parte dei soggetti coinvolti.

Principi base del sistema di monitoraggio

  • Decentramento delle competenze: in base al quale il dato a livello di progetto deve essere rilevato il più possibile vicino a dove nasce, presso il soggetto beneficiario, che può essere anche esterno alla Regione, ed analizzato, per successive aggregazioni, dall’Assessorato competente dell’attuazione.

  • Tempestività: il dato deve essere prodotto, raccolto e analizzato entro le date prestabilite al fine di utilizzarlo a supporto delle decisioni (riprogrammazione/rimodulazione, ecc);

  • Minimizzazione delle attività a basso valore aggiunto: il ricorso alla raccolta dei dati con tecnologia web oltre a rendere più vicine l’attività di produzione del dato con quella della raccolta ed elaborazione, consente di svolgere tali attività una sola volta, nel momento della produzione, consentendo alla Regione di limitare le attività alla sola verifica e all’analisi del dato.

  • Affidabilità: il dato prodotto deve essere certo e veritiero, ovvero deve essere inequivocabilmente certificato.

  • Accentramento presso un ufficio responsabile delle attività di monitoraggio per Assessorato: alcune attività comuni a tutti i progetti di tutte le misure gestite dall’Assessorato devono essere accentrate presso una struttura responsabile anche al fine di omogeneizzare la gestione dei progetti e delle misure per Assessorato.

Procedure di funzionamento

Le procedure di funzionamento del monitoraggio partono dalla seguente attribuzione di ruoli responsabilità presso i vari Assessorati coinvolti:

  • Ufficio di coordinamento del monitoraggio: costituito presso l’Autorità di gestione, ha funzioni di coordinamento e di aggregazione della attività tramite la postazione principale di monitoraggio e di interfacciamento con il Comitato di Sorveglianza, l’Autorità di Gestione del QCS, il valutatore indipendente ed altri soggetti direttamente interessati alle informazioni;
  • Responsabile di Misura: nell’ambito dell’attuazione della misura è responsabile della gestione e dei risultati a cui collaborano i responsabili di procedimento delle singole operazioni. E’ quindi responsabile della validazione e certificazione dei dati di monitoraggio dei progetti ammessi a valere sulla misura.
  • Responsabile Operativo di Monitoraggio presso ogni Assessorato: presiede all’attivazione del processo in sede di pianificazione delle attività, assiste i responsabili di misura e/o responsabili di procedimento nella raccolta e nel commento dei dati di monitoraggio ed organizza con la propria postazione l’aggregazione dei dati di monitoraggio riguardanti tutte le operazioni messe in atto dall’Assessorato.

Il modello concettuale del monitoraggio

Il sistema di monitoraggio si fonda su un modello organizzativo che deve assicurare il seguente flusso informativo:

vedi tabella Installa Acrobat

 

Per garantire tale flusso informativo è stato definito il processo di monitoraggio di seguito schematizzato:

 

Le attività riferibili al processo di monitoraggio devono essere integrate da:

  • la fase di "pianificazione", finalizzata ad avviare il sistema di monitoraggio per ciascun progetto;

  • le attività finalizzate allo svolgimento di specifiche missioni sul territorio a seconda delle necessità di intervento.

Il processo di monitoraggio è assistito da un’infrastruttura che, facendo leva su soluzioni tecnologiche, rappresenta lo strumento di base su cui far viaggiare le informazioni.

A servizio del processo di monitoraggio è stato sviluppato uno specifico software capace di:

  • gestire una Base Dati di tutti i progetti ammessi a valere sui programmi;

  • assistere il flusso di lavoro e la predisposizione dei report specifici sui risultati di monitoraggio;

  • garantire la raccolta dei dati esterni alla Regione che, come noto, rappresentano l’elemento critico di qualsiasi attività di monitoraggio.

La rilevanza dell’ultimo punto ha indotto a sviluppare una parte dell’applicazione software in ambiente WEB, consentendo la raccolta dati via internet.

Le fasi e l’organizzazione dell’attività di monitoraggio

Si riporta di seguito una griglia riassuntiva che rappresenta, per ciascuno steps procedurale individuato all’interno delle fasi in cui è stato scomposto il processo di monitoraggio, il ruolo attribuito ai diversi soggetti coinvolti nel processo. Tale griglia rappresenta una sintesi di quando successivamente descritto per ciascuna fase:

vedi tabella Installa Acrobat

Le schede per progetto per la rilevazione delle informazioni saranno composte da più sezioni. In linea di massima, e comunque in raccordo con le procedure di rilevazione definite in sede nazionale, avranno queste specifiche:

1. Sezione anagrafica del progetto: Codice progetto, Protocollo di ricezione, Anno di inizio e fine, Tipologia, descrizione del Progetto, Piano temporale delle attività;

2. Localizzazione;

3. Sezione finanziaria: spesa prevista, spesa ammessa, anticipazioni, spesa erogata per stati di avanzamento, saldo finale;

4. Sezione beneficiario Finale: Ragione sociale, Indirizzo e Referente;

5. Sezione destinatario/Intermediario: Ragione sociale, Indirizzo e Referente;

6. Sezione indicatori procedurali: indicatori procedurali per tipologia di progetto, sia previste nel progetto che in fase di realizzazione;

7. Sezione indicatori fisici: indicatori fisici di realizzazione per tipologia d’azione e tipologia di progetto, sia previsti nel progetto che realizzati;

8. Sezione indicatori di risultato e impatto: informazioni cruciali e di base per la costruzione degli indicatori di risultato e di impatto sia in termini di previsione che di realizzazione.

Una sezione particolare sarà dedicata ai PIT in relazione al complesso delle operazioni interessanti diverse misure e convergenti verso un comune obiettivo di sviluppo territoriale.

L’attività di monitoraggio, per il suo carattere fortemente sistemico, dovrà costituire momento ordinario di gestione di ogni singolo progetto finanziato. Esso richiede, pertanto, un’organizzazione della raccolta delle informazioni che partendo dal momento della presentazione delle singole domande o proposte di finanziamento possa condurre alla trasmissione delle informazioni a tutti gli utenti del sistema.

Possono essere individuate tre fasi di rilevazione in funzione delle quali potrà essere realizzata la raccolta delle informazioni pertinenti alle varie sezioni di monitoraggio:

1. Fase iniziale: si realizza al momento della presentazione del progetto in cui il soggetto beneficiario e/o destinatario dei provvedimenti dovrà fornire le informazioni riguardanti: la localizzazione, natura giuridica, caratteristiche dell’impresa o azienda, nonché le caratteristiche del progetto quali la tipologia, piano temporale di attività e previsioni sugli indicatori di realizzazione e, ove sia possibile, di risultato e di impatto specifico secondo le indicazioni contenute nella scheda di rilevazione. Inoltre dovranno essere fornite le informazioni di natura finanziaria (spesa prevista e spesa ammissibile).

2. Fase di realizzazione: in questa fase diventa determinante la rilevazione delle informazioni relative allo stato finanziario del progetto (spesa impegnata, anticipazioni, spesa erogata per stati di avanzamento, saldo finale), lo stato procedurale, secondo gli indicatori procedurale definiti per la tipologia di progetto, e l’avanzamento degli indicatori fisici di realizzazione come definiti in fase progettuale. In questa fase è opportuno la verifica se le condizioni fornite in fase progettuale non siano cambiate nel corso della realizzazione. Tali informazioni potranno essere rilevate al momento delle richiesta di una liquidazione parziale (SAL) o in alternativa ogni sei mesi;

3. Fase di collaudo: è opportuna la rilevazione delle informazioni relative agli aspetti finanziari, procedurali e di realizzazione fisica finali, verificando il confronto con le condizioni fornite in fase progettuale e le eventuali informazioni relative ai risultati e agli impatti specifici già indicati in sede progettuale.

Per consentire la completezza delle informazioni è necessario, pertanto, che la raccolta dei dati di monitoraggio sia organizzata partendo dal momento della presentazione delle singole domande di finanziamento distinguendo successivamente le domande ammesse da quelle non ammesse per le quali la raccolta delle informazioni sarà limitata ai soli dati progettuali ed ai motivi di esclusione.

Oggetto del monitoraggio

La raccolta delle informazioni avrà come oggetto il sistema degli indicatori individuati nell’ambito delle misure (V. Allegato 2 e 3 Installa Acrobat al Complemento) ed il sistema degli indicatori definito nell’ambito del Sistema Informativo della Ragioneria Generale dello Stato (S.I.R.G.S.).

Gli indicatori sono classificati in :

a) Indicatori di realizzazione, finalizzati all’analisi dell’avanzamento dei progetti dal punto di vista finanziario, fisico e procedurale e sono direttamente interconnessi agli obiettivi operativi delle misure:

- Indicatori finanziari: descrivono l’andamento dei pagamenti e degli impegni effettuati dal beneficiario finale;

- Indicatori fisici: misurano lo stato di realizzazione fisica dei progetti;

- Indicatori procedurali: verificano l’andamento dei progetti rispetto alle fasi attuative corrispondenti alle tipologie di progetto;

b) Indicatori di risultato: misurano gli effetti immediati diretti ed immediati generati dagli interventi. Questi indicatori possono essere di natura fisica, finanziaria, di natura quantitativa e qualitativa e sono direttamente interconnessi agli obiettivi specifici;

c) Indicatori di impatto: misurano gli effetti strutturali degli interventi rispetto alle principali variabili socioeconomiche e sono direttamente interconnessi agli obiettivi globali. La loro quantificazione , spesso oggetto di stima attraverso procedimenti complessi, dovrà costituire parte integrante della valutazione ex-post.

Sulla base di tali indicatori sarà possibile derivare i seguenti indici:

a) Indici di efficacia: misurano la rispondenza dei risultati della realizzazione degli interventi rispetto agli obiettivi assunti. In pratica è dato dal rapporto tra risultati effettivi e risultati previsti;

b) Indici di efficienza: misurano il rapporto tra risultati ottenuti e risorse mobilitate.

Lo schema di confronto tra indicatori e gli indici di efficacia ed efficienza è il seguente:

 

Periodicità, Codifica e Trasferimento elettronico dei dati

I dati finanziari, fisici e procedurali verranno aggiornati e diffusi sulla base delle indicazioni fornite dall’autorità nazionale responsabile del sistema centrale di monitoraggio.

I dati di monitoraggio finanziario del Programma, aggregati per asse prioritario e misura e distinti per anno e per fondo, verranno comunicati, a cura dell’Autorità di gestione del POR, all’Autorità di gestione del QCS, su supporto informatico secondo le specifiche tecniche e periodicità definite a livello centrale. In accordo con la Commissione Europea ad ogni progetto ed ogni misura saranno associati un codice di "categoria di intervento". I dati di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale saranno inseriti nelle Relazioni Annuali di Attuazione del Programma.

Secondo quanto stabilito dal QCS i dati finanziari vengono aggiornati e diffusi con cadenza trimestrale (al 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre di ogni anno), i dati procedurali con cadenza semestrale (30 giugno e 31 dicembre), i dati fisici vengono aggiornati con cadenza annuale (31 dicembre di ogni anno).

Il trasferimento dei dati dalle postazioni ausiliarie presso gli Assessorati alla postazione principale presso l’Autorità di Gestione del POR deve avvenire entro e non oltre un mese dalle scadenze sopra specificate affinché dalla postazione principale possano pervenire all’autorità di Gestione del QCS e al Sistema Informativo della Ragioneria Generale dello Stato presso l’IGRUE entro e non oltre gli ulteriori 10 giorni.

I dati di monitoraggio finanziario del QCS, disaggregati per programma, asse prioritario e misura, distinti per anno, vengono trasmessi, a cura dell’autorità di gestione del QCS, alla Commissione Europea.

Accesso all’informazione

I dati di monitoraggio saranno disponibili presso il sito web del Comitato di sorveglianza.

Il Comitato di Sorveglianza stabilirà contenuti e modalità di altre forme di divulgazione.

1.8. PROGETTI INTEGRATI Inizio Pagina

In conformità a quanto previsto dai Regolamenti comunitari per l’utilizzo dei fondi strutturali e le indicazioni contenute nel QCS 2000-2006 per le regioni Obiettivo l, si prevede che:

  • una quota significativa di risorse finanziarie, non inferiore al 40%, venga riservata ad interventi attuati con approccio integrato territoriale, settoriale e/o istituzionale anche attraverso "Progetti Integrati" (PI), cioè pacchetti di interventi caratterizzati da un’elevata integrazione e tendenzialmente riferiti a specifiche aree del territorio regionale;

  • i progetti integrati debbano derivare dagli effettivi fabbisogni e/o potenzialità presenti sul territorio coinvolgendo al massimo i soggetti locali e le principali forze istituzionali e sociali operanti nell’area interessata dal progetto.

La nuova Programmazione così definita basa la sua filosofia di intervento sui principi della concentrazione delle risorse, dell’integrazione, della sussidiarietà e del decentramento, della concertazione e del partenariato, delle pari opportunità.

  • Tutti gli Assi previsti nel POR Sardegna sono potenzialmente interessati da tali progetti. Per definire in modo puntuale le fasi di predisposizione, selezione e gestione dei PIT.

L’Autorità di gestione, a seguito degli accordi intercorsi nel tavolo di concertazione col partenariato istituzionale, economico e sociale ha predisposto un apposito documento che  sarà allegato al Complemento di programmazione (Allegato VII) Installa Acrobat.

1.9. CONTROLLO

Al fine di garantire il rispetto delle norme comunitarie in materia di sana e buona gestione finanziaria (Art.38 del Regolamento 1260/99), e di separare l’attività di gestione da quella di controllo è stata individuata in ogni misura, la struttura responsabile del controllo.
Tale struttura sarà responsabile dei controlli direttamente connessi alla gestione nella fase di istruzione ed attuazione dei progetti e della trasmissione all’Autorità di gestione del POR  di tutte le informazioni relative alle procedure utilizzate per l’attuazione, utili ai fini della redazione della Pista di controllo.
L’attività di controllo nella attuazione di ogni misura, sia rispetto all’andamento fisico e finanziario della stessa sia in riferimento al rispetto delle normative comunitarie, è assicurata da una struttura costituita ad hoc presso ogni Assessorato regionale funzionalmente indipendente rispetto alle strutture di gestione della misura stessa.
Tale struttura sarà responsabile del controllo ordinario sulla gestione e sulla base della Pista di controllo individuata dall’Autorità responsabile della gestione del POR, svolgerà le seguenti attività:

  • individuazione di eventuali carenze e rischi nell’esecuzione delle azioni/progetti;

  • verifica della rispondenza degli importi sintetici certificati con le singole registrazioni di spesa e la documentazione giustificativa ai vari livelli;

  • verifica con criteri selettivi, e sulla base di un’analisi dei rischi, delle dichiarazioni di spesa presentate ai vari livelli.

I risultati dei controlli saranno trasmessi all’Autorità di gestione del POR che redigerà una relazione sulle attività ed i risultati del controllo interno svolto.

1 Regolamento (CE) n° 1260/99 del Consiglio e Regolamento (CE) n° 1159/00 della Commissione.

2 FESR Fondo europeo di sviluppo regionale;

FEAOG Fondo europeo di orientamento e di garanzia;

FSE Fondo sociale europeo;

SFOP Strumento finanziario di orientamento della pesca.

 
Indice
Su


 

Home