Il
DPEF 2002-2004 rappresenta una nuova tappa nella politica
regionale di programmazione e sostegno dello sviluppo. Pur
in una fase che è ancora transitoria rispetto al tema
centrale della riforma dellamministrazione regionale,
e che è di avvio riguardo a strumenti programmatici
e finanziari cruciali quali il POR 2000-2006 e lIntesa
Istituzionale di Programma, il presente documento potenzia
i contenuti dei Dpef precedenti introducendo una articolata
riflessione sui risultati della programmazione attuata e sulla
necessità di svolte strategiche nellapproccio
ai temi del lavoro, dellimpresa, del rilancio dei territori.
Per quanto concerne il lavoro, i dati di attuazione della
L.R. 37/98 (Interventi finalizzati alloccupazione e
allo sviluppo del sistema produttivo regionale) relativi allart.
19 (Iniziative locali per lo sviluppo e loccupazione),
pur nella difficoltà di ottenere stati di attuazione
aggiornati (molti Comuni non hanno provveduto ad inviare i
dati) inducono a ripensare il finanziamento di tali azioni
in unottica di maggiore oculatezza. Per gli interventi
a sostegno delloccupazione, infatti, sono stati messi
a disposizione dei Comuni circa 333 miliardi per lannualità
1999, 378 miliardi per lannualità 2000 e 420
miliardi per lannualità 2001. Ma dei fondi del
1999 è stato speso meno del 16% (52,8 Mld), e dei fondi
per il 2000 è stato speso meno del 2% (7 Mld). Loccupazione
realizzata, inoltre, è stata pari ad 834 unità
(di cui 84 part time) per il 1999, su 9.489 unità stimate,
pari a circa l8,8%, ed a sole 128 unità per il
2000, su 8.123 unità stimate, pari a circa l1,6%.
Nel contempo, la L.R. 36/98 (Politiche attive sul costo del
lavoro) ha attivato in soli 28 giorni, durata di apertura
del primo bando, 1500 richieste di incentivi automatici
(finalizzati allo sgravio quinquennale dei contributi previdenziali
e assistenziali) per un numero di circa 5.100 assunzioni.
Da tali elementi emerge la necessità di un profondo
ripensamento delle politiche regionali per il lavoro, che
conduca da un lato al potenziamento degli strumenti di incentivazione
automatica, particolarmente efficienti e graditi agli imprenditori,
e nel contempo irrobustisca la metodologia di elaborazione
dei progetti di sviluppo locale che possono produrre occupazione
non assistenziale, affidandola con bandi ai partenariati pubblici
e privati più attivi nel territorio e promuovendola
con interventi di animazione nelle aree meno attive. E
questa la strada che la Regione ha intrapreso, nellambito
di una più ampia strategia comunitaria, attraverso
la definizione della metodologia dei PIT (Progetti Integrati
Territoriali), che vedono lavvio parallelamente al presente
DPEF.
Gli elevati tassi di disoccupazione dellisola, in ogni
caso, non consentono di abbandonare quegli interventi di sostegno
al lavoro temporaneo che assumono valenza sociale e di sussidio
al reddito in aree di particolare disagio: ma tali interventi
devono essere incanalati sempre più verso una gestione
oculata, di grande trasparenza tale da non alimentare conflitti,
entro servizi di accertata utilità sociale ed ambientale
e con una forte attenzione al momento formativo e di crescita
del potenziale umano.
Inoltre, tali interventi devono essere disgiunti dalla politica
per il lavoro in senso stretto, che non può che seguire
logiche prettamente economiche ed imprenditoriali piuttosto
che assistenziali.
Con questa filosofia di intervento il governo regionale mira
ad ottenere, nel triennio 2002-2004, un incremento degli occupati
prudenzialmente stimato in almeno 15 mila unità stabili,
in virtù dei programmi e progetti del POR e della politica
di rilancio delle infrastrutture, cui si sommano almenoaltre
5 mila unità stabili a seguito degli effetti degli
sgravi contributivi sulle future assunzioni di cui alla L.R.
36/98 e delle nuove norme sullapprendistato, con una
riduzione del tasso di disoccupazione di almeno 1,5 punti,
calcolata in costanza di forza lavoro.
In materia di crescita economica, obiettivo della Regione
è la riduzione del divario del reddito pro capite rispetto
alla media nazionale, accelerando il trend in atto negli ultimi
anni (riferito ai dati ufficiali ad oggi definitivi, che hanno
visto una maggiore dinamica di crescita delleconomia
regionale rispetto a quella nazionale), con la contestuale
adozione di misure tese alla riduzione della dipendenza economica
dellisola. Come evidenziato nel presente Documento,
il livello di benessere medio (nei consumi) della popolazione
regionale è pari a circa il 90% del corrispondente
livello medio nazionale, nonostante il reddito medio regionale
corrisponda solo ai tre quarti di quello medio nazionale.
Ciò è dovuto al meccanismo dei trasferimenti
di reddito dalle regioni più sviluppate a quelle meno
sviluppate, in gran parte attraverso la redistribuzione del
reddito operata dalla pubblica amministrazione per il tramite
della spesa pubblica.
Nel
breve e medio periodo tale meccanismo dovrà ancora
alimentare gli investimenti in modo esogeno, anche con il
concorso dei fondi comunitari, ma dovrà riflettersi
in un incremento del potenziale endogeno delleconomia
regionale, a partire dal versante imprenditoriale, per un
effettivo recupero dellhandicap strutturale della dipendenza
economica. A tale riguardo, verranno confermati i regimi di
agevolazione ai piani imprenditoriali notificati ed approvati
dalla Commissione Europea, quale quello della L.R. 15/94,
e si punterà ad una regionalizzazione della L. 488/92
ai fini di un maggior controllo ed integrazione regionale
degli incentivi. Si punterà inoltre, anche con il finanziamento
dei fondi del POR ed attraverso i PIT, a moltiplicare gli
strumenti regionali che consentono lo sviluppo imprenditoriale
congiunto ed integrato, attraverso la previsione di contratti
di programma e patti territoriali regionali.
Un altro fronte critico su cui la Regione indirizza le proprie
strategie, pur nei limiti delle proprie competenze, è
quello fiscale. Col DPEF 2001-2003 e successivamente con il
collegato alla legge finanziaria concernente la Disciplina
dellimposta regionale sulle attività produttive
(IRAP), il governo regionale si è mosso in questa
direzione, in ciò precedendo lo stesso governo nazionale,
che nella sua legge finanziaria relativa al 2001 (legge 388/2000)
ha spostato lenfasi della politica dintervento
a favore delle aree arretrate dalle incentivazioni finanziarie
verso quelle fiscali.
Anche
lopinione al riguardo della Comunità europea
sta cambiando.
Alla chiusura totale del passato verso ogni forma dincentivazione
fiscale per finalità di sviluppo economico, è
seguita di recente una maggiore apertura, quando queste non
si configurino come aiuti al funzionamento delle imprese.
Con successive comunicazioni al governo italiano la Commissione
europea ha dato il suo benestare definitivo allutilizzo,
entro i massimali dintervento a favore delle regioni
in ritardo di sviluppo di cui allobiettivo 1 del Quadro
Comunitario di Sostegno (QCS), delle agevolazioni fiscali
in sostituzione di quelle finanziarie, così come previsto
allarticolo 8 della legge finanziaria nazionale (legge
388/2000).
Un ulteriore fronte cruciale su cui la Regione si è
mossa ed intende muoversi con decisione è quello della
continuità territoriale, che non poggia su meri meccanismi
di abbattimento dei prezzi ma sul pieno dispiegarsi della
logica concorrenziale, a seguito di gare, abbinata al sostegno
pubblico delle tariffe.Infine, nellambito temporale
del presente DPEF verrà perseguita una riorganizzazione
degli uffici dellamministrazione regionale e delle competenze
secondo criteri di più marcata simmetria con lorganizzazione
dei programmi e dei progetti, portando a compimento la riforma
del bilancio verso una piena coerenza delle UPB (Unità
Previsionali di Base) con gli effettivi incarichi di elaborazione
ed attuazione dei progetti di sviluppo ed attuazione dei servizi,
ovvero con quelle funzioni-obiettivo che esprimono
la missione istituzionale della R.A.S., secondo quanto da
tempo previsto dal quadro normativo nazionale e regionale.
Questo DPEF è organizzato nel modo seguente.
Nel capitolo I sono illustrati gli scenari economici ed occupazionali
contingenti, strutturali e previsionali che
condizionano la manovra economica e programmatoria della Regione.
Nel capitolo II vengono commentati i principali strumenti
dintervento della Nuova Programmazione Economica oggi
esistenti in Italia, prevalentemente basati su meccanismi
dincentivazione finanziaria che non sono in grado di
attrarre sufficienti investimenti dallesterno verso
le aree arretrate del paese. Nel capitolo III si illustrano
gli stati di attuazione della politica regionale. Nel capitolo
IV si espongono più compiutamente le strategie di sviluppo
e gli indirizzi di spesa vincolanti per la futura manovra
finanziaria. Nel capitolo V viene presentato il quadro integrato
delle risorse con le priorità di spesa per il triennio
di competenza 2002-2004.
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