“L’esperienza mostra che quando una nazione ha il coraggio di aprirsi alle migrazioni viene
premiata da un accresciuto benessere, da
un solido rinnovamento sociale e
da una vigorosa spinta verso inediti
traguardi economici e umani” Giovanni Paolo II, 1998 |
SCUOLA
DI SOLIDARIETA’ 2001-2002
Lunedì
4 FEBBRAIO 2002
Saluzzo
- Corso Piemonte 56
“GLOBALIZZAZIONE
E IMMIGRAZIONE”
intervento di Fredo Olivero
SALUZZO
– «L’immigrazione non si fermerà con
una legge» ha detto Fredo Olivero
lunedì 4 febbraio ai partecipanti della Scuola di solidarietà che toccava
questa volta il tema “Globalizzazione e immigrazione”. È decisamente
negativo il giudizio del sacerdote torinese, esperto conoscitore del fenomeno
dell’immigrazione, sulla nuova legge voluta dalla destra. «È una bruttissima legge — ha rincarato Olivero — una
delle peggiori, anche confrontata a quelle di altri Paesi, perché considera lo
straniero non più un cittadino, ma semplicemente braccia da lavoro, rendendolo
schiavo del suo datore di lavoro. Di fatto, dopo due anni, il lavoratore può
essere licenziato e, se non trova subito un altro lavoro, rispedito al suo
Paese. E la sua famiglia, i suoi figli?»
La
relazione di Fredo Olivero parte dall’idea che “è la globalizzazione che
spinge a partire”, globalizzazione che allarga gli orizzonti e moltiplica gli
scambi, ma non per tutti. Egli divide i soggetti della globalizzazione tra
beneficiari (dei vantaggi della globalizzazione) e vittime (che ne pagano il
prezzo, senza ricavarne benefici): «Loro
hanno le materie prime e noi le consumiamo pagandole a basso prezzo. Ebbene gli
immigrati sono quelli che non ci stanno a questo gioco…».
L’identikit
dell’immigrato tracciato dal sacerdote torinese è molto diverso da quello che
emerge dagli stereotipi e dai luoghi comuni, dalle pagine dei giornali: giovane
(il 70% ha tra i 19 e i 40 anni), la metà circa con famiglia al seguito, nel
47% dei casi donna. «Non sono poveracci e
non erano disoccupati nel loro Paese, hanno una certa cultura: il 21% sono
laureati, il 60% ha un diploma e la maggioranza conosce una o due lingue oltre
alla propria». Ma allora perché è partito? «Perché fa parte di quel gruppo di persone che non ha futuro, è fuori
dal giro. E l’occidente esercita su queste persone una forte attrazione. Per
partire vende tutto: per un rumeno emigrare significa investire 10-20 salari,
per un cinese equivale a 10 anni di lavoro. Per questo non possono tornare
indietro. Su di loro la famiglia ha investito tutto: sono la “gallina dalle
uova d’oro”».
L’immigrazione
non è un’invasione o una valanga, secondo Olivero, bensì un fenomeno normale
da governare. Ad esempio attraverso gli accordi tra i Paesi che hanno bisogno di
manodopera e quelli che ne hanno in abbondanza. La verità è, dice Olivero, che
gli 800 mila stranieri occupati attualmente in Italia producono ricchezza; che
l'integrazione si fa strada attraverso l’aumento dei matrimoni misti (13 mila
all’anno), l’inserimento a scuola dei figli di stranieri (il cui numero
cresce a grande velocità) e l’aumento del numero di neonati figli di
immigrati: «Prendiamo Cuneo, dove gli
stranieri rappresentano il 3% scarso dei residenti: da tre anni le nascite di
bimbi stranieri si aggirano sull’11% del totale dei nati. E questo é un dato
di integrazione: non si fanno figli in un Paese nel quale non si vuole stare».
Persone
e non soltanto braccia, che vogliono diventare cittadini a tutti gli effetti ed
ai quali è naturale riconoscere il diritto al voto amministrativo. E Fredo
Olivero non ha esitazioni neppure quando affronta il delicato tema della
religione: «Chi, tra gli stranieri, non
è credente deve essere aiutato ad essere credente nella sua fede. Non devo
convertire nessuno; è Dio che converte. Senza contare che, come dice il
Vangelo, per essere salvati non è necessario essere cristiani».
L’immigrazione
un problema? Sì, ma un problema italiano… «A
chi vuole lavorare con gli stranieri io suggerisco di dedicare la metà del
tempo agli stranieri e l’altra metà agli italiani, per spiegare chi sono gli
stranieri, che cosa vogliono, che cosa possiamo fare per loro… Quando vedo
tante case vuote, mi dico: non affittiamo perché non siamo maturati. Le nostre
chiese dovrebbero avere il coraggio di dirle queste cose, anche a costo di
perdere qualche “cliente”».
L’integrazione
costa, è vero, ma infinitamente meno della repressione: «Un posto in una delle nostre case di accoglienza costa 19 mila lire al
giorno, in carcere dalle 600 mila a 1 milione e 200 mila lire. Si fa un gran
parlare di sicurezza ma la sicurezza non viene dalle armi, viene da dentro. A
chi chiedeva di mandare 200 poliziotti a San Salvario io ho proposto di mandare
100 poliziotti e 100 educatori…»
susanna agnese
vedi anche Il nuovo disegno di legge sull'immigrazione
TEL.
0175 46367 E-MAIL caritas@saluzzo.chiesacattolica.it
IL
CORSO é organizzato
dall’Osservatorio, gruppo promosso da Caritas e Centro missionario diocesano
di Saluzzo, e prevede nove incontri da ottobre a giugno sul tema della
globalizzazione.
Gli
incontri, aperti al pubblico (è richiesto un contributo di iscrizione di L.
20.000 che dà diritto a ricevere le dispense con la trascrizione degli
interventi), si terranno presso il salone della Curia Vescovile di Saluzzo, in
corso Piemonte 56, il primo lunedì
di ogni mese alle ore 20,45.
Come
si deduce dal programma si toccheranno numerosi aspetti della globalizzazione;
gli esperti, alcuni dei quali si avvalgono di esperienze internazionali, sono
qualificati nelle discipline oggetto delle serate.
“Un altro mondo è
possibile” è il titolo dell’iniziativa, rivolta a ogni persona che vuole
dare alla pace contenuti di solidarietà e giustizia.
1°
OTTOBRE: Globalizzazione e futuro del mondo; interventi di mons. Diego
Bona e Massimo Toschi
5
NOVEMBRE: Globalizzazione e disuguaglianze; intervento di Renzo Dutto
3
DICEMBRE: Economia alternativa in un mondo globalizzato; intervento di
Nanni Salio
7
GENNAIO: La pace in un mondo globalizzato, intervento di Enrico Peyretti
I
PROSSIMI INCONTRI (ore 20,45 in corso Piemonte 56 a Saluzzo)
4
FEBBRAIO: Globalizzazione e immigrazione; intervento di Fredo Olivero
4
MARZO: Globalizzazione e relazione sociale; intervento di Claudio Mondino
8
APRILE: Globalizzazione e salute; intervento di Beppe Costa
6
MAGGIO: Globalizzazione e Europa; intervento di Franco Chittolina
SABATO
15 GIUGNO: Globalizzazione e politica; intervento di Raniero La Valle