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La religione ebraica è la madre di
tutte le confessioni bibbliche: cattolicesimo, protestantesimo, maomettanesimo.
Secondo due celebri teologi del medioevo, Giuda Halevi e Maimonide, queste religioni
preparano la strada all'avvento del Messia. L'ebraismo insegna che tutte le
confessioni sono apportatrici di salvezza per l'osservanza delle sette leggi
date da Dio a Noè e alla sua discendenza. L'iniziatore della religione
ebraica è Abramo il patriarca, per ebraismo si intende quel determinato
aspetto della storia ebraica sorto nell'esilio babilonese e nel 70 d.C. proseguito
con la distruzione del tempio di Gerusalemme, poi ancora nel 135 d.C. con la
repressione romana della seconda guerra giudaica. A partire dalla distruzione
del Tempio il culto sacrificale si sostituì con quello sinagogale (già
istituito con l'esilio babilonese). La Bibbia nell'antico testamento è
il fondamento scritto della legge ebraica oltre alla "Legge orale"
ovvero gli insegnamenti trasmessi di generazione in generazione per via orale.
Gli ebrei sono erroneamente considerati come i promotori della razza senita,
in quanto non si può parlare di una razza semita ben differenziata; gli
ebrei non appartengono più ai ceppi originari della Palestina poichè
si sono disgregati dopo la "diaspora" (dispersione, abbandono della
propria terra). Il popolo ebraico ha forgiato gran parte della propria
identità religiosa e culturale, esso si presentava come un gruppo umano
particolarmente ben attrezzato, culturalmente e teologicamente, ad affrontare
la dura prova della perdita dell'indipendenza politica, dell'esilio e della
dispersione. Con l'avvio della grande elaborazione rabbio-talmudica,infatti,
l'ebraismo seppe dotarsi di una sorta di "ideologia dell'esilio"capace
di preservare nel tempo e nella disperazione geografica un'originale concezione
di sé e del proprio ruolo nella storia ,e di interpretare il disastro
nazionale e le tragedie che sarebbero seguite non come sconfitte,ma come motivi
di conferma e di rinnovata attesa messianica.
Gli ebrei sparsi nel mondo hanno subito un processo di acculturazione
e di ibridazione razziale: di questi si conoscono due gruppi distinti: gli Askcnaziti,
quella orientale, che prima della seconda guerra mondiale era diffusa in Germania
e nei paesi slavi e parlano la lingua yddista. Il secondo gruppo dei separtiti,
quello occidentale, diffuso in vari paesi del Mediterraneo a cui appartengono
gli scrittori Levi ed Amery. I primi sono i 9/10 dell'intero gruppo ebraico.
Questa distinzione probabilmente risale a prima della diaspora e si riferisce
non solo ad un diverso modo di intendere la vita e di appartenenza etnica e
sociale diversa, ma anchead una differente cultura.
Il gruppo orientale
era portato ad isolarsi, a costituire associazioni, partiti politici con scopo
di riscattare la loro dignità e difendere la loro ebraicità anche
a costo della vita.
Quello occidentale si era integrato quasi completamente
nella società in cui viveva mantenendo solo alcune consuetudini ed usanze
ebraiche come l'astensione da mangiare carne di maiale e l'uso di consumare
pane azzimo nel periodo degli otto giorni della pasqua ebraica, l'attribuzione
dell'importanza allo studio e di una conoscenza superficiale della lingua torah,
una bibbia che si impara in età adoscenziale,per questo gli ebrei, soprattutto
italiani, come lo stesso Primo Levi afferma erano completamente integrati sia
nella lingua che nei costumi, sentendo persino amor patrio verso l'Italia ed
i suoi problemi e frequentavano la sinagoga più per formalità
che per fede.
Fu nel 1938, quando frequentava il secondo anno di università
che cominciò ad avvertire i disaggi e le discriminazioni quando furono
emanatele leggi antisemite: "La carta della razza" con cui si vietava
agli ebrei di frequentare ed insegnare nelle scuole pubbliche.
Fu la prigionia
ad Auschwitz che gli fece riscoprire quelle che erano le sue radici ebraiche
anche se non divenne credente poichè come egli affermava:"se ci
fosse Dio non poteva esistere Auschwitz con le sue barbarie, crudeltà
ed ingiustizie".
La storia ci ricorda che le discriminazioni e l'odio
verso le minoranze etniche ed in particolare gli ebrei sono sentimenti che da
sempre irrazionalmente esistono nei popoli che si ritengono superiori. L'odio
nei confronti degli ebrei risale agli anni prima di Cristo:nella Bibbia si racconta
che nel V° sec. a.C. gli ebrei rischiarono di essere sterminati poichè
un ufficiale ebreo si rifiutò (come prevedeva la legge) di chinarsi al
luogotenente del Re di Persia e fu l'intervento della regian Ester di origine
ebraica, moglie del re persiano a chiedere di risparmiare il suo popolo.
Sin
dall'origine, affermando di essere il popolo eletto e rifiutando ogni altro
culto, gli ebrei si trovarono in condizioni di vulnerabilità. Sotto l'impero
romano pochi ebrei godevano della cittadinanza, i primi cristiani li ritenevano
colpevoli della crocifissione di Cristo, affermazione questa che per molti secoli
giustificò l'odio raziale in tutto l'occidente cristiano.
Gli
ebrei furono perseguitati da Roma e poi dalla Chiesa con le campagne di evangelizzazione
forzata: nel 1000 durante le Crociate
in Terrasanta, venivano uccisi poichè si rifiutavano di convertirsi al
cristianesimo. Nel mondo classico il giudaismo non viene bersagliato
in modo particolare,per lo meno non più di altri gruppi o minoranze,finché
non diventa oggetto degli attacchi cristiani. Saranno le esigenze e l'ideologia
della cristianità a gettare le basi di una legislazione restrittiva che
diventerà, con l'aumento del potere della Chiesa, sempre più vessatoria,
tra sformando gli ebrei in cittadini di discriminati ed emarginati. Nel IV secolo,
la Chiesa passa da organizzazione tollerata, a istituzione ufficialmente riconosciuta
e favorita ,infine a religione unica di stato. Il proposito di Costantino e'
di unificare tutta la popolazione dell'Impero in un'unica religione che serva
da nuovo cemento ideologico. Le prime misure contro gli ebrei vengono emanate
nel 315. Come prima cosa viene descrecata la pena di morte per gli ebrei che
importunino chi si converte "dalla funesta religione" ebraica a quella
della Chiesa; subito dopo viene dichiarato delitto la conversione opposta, dal
cristianesimo al giudaismo. E' la lunga battaglia contro la persistenza ebraica:si
prende atto che l'ebraismo persiste,ma si decreta che l'ebreo debba vivere nella
sofferenza, a perpetua testimonianza del suo errore e della gloria della Chiesa
trionfante.
Gli ebrei, discriminati dai provvedimenti di legge e dal pubblico
a poco a poco diventano oggetto del disprezzo popolare.
Nell'Europa
medievale il disprezzo per l'ebreo si unì spesso al divieto esplicito
di possedere e coltivare la terra e la paura spinge gli ebrei ad abbandonare
le campagne e a concentrarsi nelle città, a raccogliersi in quartieri
specifici con il nome di "GIUDECCHE". Nel 1144 in Inghilterra gli ebrei vennero accusati di uccidere
bambini cristiani e nel 1300 furono accusati di essere causa di un epidemia
che scoppiò in europa e condannati al rogo.
Questi episodi dimostrano
come è facile dare la colpa di qualche disagio a persone socialmente
deboli che non possono difendersi e che vengono usate come capro espiatorio,
cpme avvenne per gli ebrei vittime degli orrori compiuti dai nazisti durante
la seconda guerra mondiale ed il cui sacrificio prese il nome di "Olocausto"
che in greco vuol dire bruciato vivo.
Il termine "Antisemitismo"
comparve per la prime volta verso il 1880 in Germania, nell'epoca in cui scatenò
una rumorosa campagna antiebraica. Appena due o tre anni dopo lo si ritrova
nei lessici delle principali lingue europee, per indicare il nuovo fenomeno
delle campagne politiche caratterizzate da una razionalizzazione razziale. A
spiegarne l'origine non bastano le teorie razziste che imperversarono negli
ultimi decenni dell'800, ma bisogna rifarsi ai secolari pregiudizi nei confronti
di un popolo "diverso" per storia, lingua e religione, un popolo "maledetto"
ritenuto responsabile della crocifissione di Gesù. Da quando il
Cristianesimo si andò consolidando come religione di Stato l'antisemitismo
assunse una veste anche religiosa e teologica.
Nel 1879 il tedesco Wihelm Marr descrisse
gli ebrei come gruppo razziale fisicamente e moralmente inferiore e furono oggetto
di discriminazioni, persecuzioni e violenze di cui il genocidio divenne la suprema
espressione dell'odio e della violenza nei loro confronti. Questo orrore avvenne
durante il regime totalitario che intendeva stabilire un controllo politico,
sociale e culturale assoluto, che in Italia prese il nome di Fascismo sotto
il governo di Benito Mussolini ed in Germania Nazismo sotto il governo di Adolf
Hitler.
Alle radici dell'antisemitismo, come alle radici di ogni intolleranza e persecuzione antica e moderna, vi sono motivazioni economiche, infatti gli ebrei (quelli ricchi) fin dal medioevo hanno praticato l'usura per l'interdizione che impediva loro di svolgere altre attività. Le teorie razziste assunsero una rilevanza politica nel XIX sec. quando cominciò a diffondersi il mito della razza "ariana". Le teorie di Gobineau vennero deformate da nazisti i quali trasformarono l'opposizione tra ariani-aristocratici e popolo non ariano in quella tra non-ebrei ed Ebrei. |
Questa ipotetica razza ariana
servì ad Arthur de Gobineau aristocratico legittimista, antiliberale,
per giustificare i privilegi dell'aristocrazia e spiegare l'antagonismo tra
essa e le masse popolari. Allo stesso modo il concetto di nazionalismo
dell'800 ed in particolare il pensiero di Fichte vennero strumentalizzati dall'ideologia
nazista: l'idealista tedesco riconosceva al popolo germanico non un primato
politico-militare, ma spirituale e culturale tant'è vero che egli attribuisce
alla Germania il ruolo di nazione-guida dell'umanità intera che deve
tendere alla ragione ed alla libertà. L'intolleranza contro i non ariani
inizialmente si esplicò a livello politico e sociale con l'intenzione
di escludere dalla società i "diversi" promulgando le "leggi
razziali" e favorendo la creazione dei ghetti, e in seguito i nazisti giunsero
addirittura a progettare l'eliminazione fisica delle razze inferiori.
Fonti:
"Testimoni di voci sommerse" aut. Maria Teresa Cinanni;
Enciclopedia
Universale Rizzoli Larousse
Enciclopedia Multimediale Grolier x CDTV
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