PRIMO LEVI |
Nato a Torino nel 1919, morto suicida nel 1987. |
Nel 1963 scrisse "La tregua", narrando gli interminabili
giorni del ritorno in patria dopo la liberazione da Auschwitz.
Nel 1966,
sotto lo pseudonimo di Damiano Malaboila, pubblicò "Storie naturali"
con cui si aggiudicò il Premio Bagutta nel 1967, e nelle quali ancora
una volta denuncia gli orrori del nazismo.
Nella sua ultima opera, "I
sommersi e i salvati" pubblicata nel 1986, sottolineò il dovere
morale di non dimenticare le tragiche conseguenze dell’intolleranza e di combattere
ogni forma di disprezzo nei confronti di chi è diverso da noi.
Per l’ingresso del Memoriale degli italiani sterminati ad Auschwitz
Visitatore,
osserva le vestigia di questo campo e medita.
Da qualunque parte tu venga,
tu non sei estraneo,
Fa’ che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non
sia inutile la nostra morte.
Per te e per i tuoi figli, le ceneri
di Auschwitz valgano di ammonimento,
Fa’ che il frutto orrendo dell’odio,
di cui qui hai visto le tracce, non dia nuovo seme né domani né
mai!
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre
tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango,
che
non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì
o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli
e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e
freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo
è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa, andando per via,
coricandovi, alzandovi;
ripetetele
ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
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