Country:
Italy
Language:
Italian
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La mediazione è un fenomeno sociale per un verso antico ma per
le sue applicazioni giuridiche e giudiziarie moderno. Il III Congresso
del Forum Mondiale sulla Mediazione, che raccoglie relatori e partecipanti
da ogni parte del mondo, costituisce un'occasione per capire come questo
strumento venga utilizzato in sede civile, penale, minorile e quali siano
le normative vigenti nei diversi paesi. Lo scambio delle reciproche esperienze
dovrà essere finalizzato all'elaborazione di una proposta operativa
da sottoporre ai Governi dei diversi Stati, che raccolga il meglio di
quanto è stato esposto all'interno del simposio. Il simposio potrà
essere strutturato in tre fasi: nella prima verranno esposte le normative
sulla mediazione vigenti nei diversi Stati; nella seconda i relatori si
riuniranno in tre sottogruppi (corrispondenti alle tre aree della mediazione:
civile, penale, minorile) per favorire l'emergere di proposte; nella terza
i relatori si impegneranno nell'elaborazione degli standard minimi della
mediazione, da sottoporre all'approvazione dell'intera assemblea dei partecipanti,
al fine di favorirne l'acquisizione da parte delle legislazioni penale,
civile e minorile di tutto il mondo.
Abstract
(English version):
Existing legal rules: towards worldwide common principles
Mediation is a social phenomena, ancient in some aspects, but extremely
modern in its juridical and judiciary application.
The World Mediation Forum III provides a space to focus attention on the
practice of mediation and its fields of application (civil, criminal and
juvenile) and to have a clear and well-define overview of existent norms
on a world basis.
The exchange of experiences is aimed at the development of an operative
proposal, to be approved by the governments from all the States, as a
result of what best has been explained by mediators who work worldwide.
The symposium will be divided in three phases: in the first one the laws
approved by the different governments for the application of mediation
will be explained; in the second one the presenters will join in three
groups (each for civil, criminal and juvenile contexts) that will develop
some proposals; in the third one the presenters will point out minimum
standards for mediation which will need the Forum approval, in order to
facilitate their acquirement by legislation all over the world.
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Avvocato, psicologo e psicoterapeuta - è professore Ordinario
di Psicologia Giuridica nell'Università di Torino ed ex presidente dell'Associazione
Italiana di Psicologia Giuridica.
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La cultura della mediazione è pervasiva. Anche se a tutti è
comunque chiaro che è meglio accordarsi che confliggere, aver reso
questo modo di pensare un sistema condiviso di credenze, sta avendo un'efficacia
insperata. Siamo davanti all'uovo di Colombo, ad una svolta epocale o
ad una illusione?
Di certo al crescere del movimento per la mediazione non tutti i governi
hanno risposto con la stessa prontezza.
Ragioni di tradizione, di politica, e contingenti hanno creato situazioni
legislative sperequate. Ci sono ordinamenti che non se ne occupano, altri
che hanno promosso la legislazione soprattutto in materia riguardante
la famiglia, altri in materia penale, altri in materia minorile, altri
in tutti questi ambiti. Il III Congresso Mondiale WMF costituisce la grande
occasione per fare il punto, per conoscere lo stato delle legislazioni
nei differenti paesi, in modo che il contagio delle idee possa diffondersi
con una progressione geometrica. Si tratta di apprendere quello che gli
altri fanno e non fanno, affinché i governi possano allinearsi
in vista di un futuro che renda omogeneo un modo di sentire e costruire
la realtà.
Il processo sia civile che penale è nato come strumento per evitare
che le persone si facciano giustizia da sé. E' il meno imperfetto
dei sistemi che abbiamo saputo ideare per dirimere i conflitti. Purtroppo
la gestione forzatamente ritualizzata del processo è essa stessa
fonte di conflitto. Le persone non si incontrano, ma si scontrano per
avere ragione. Si tratta per lo più di giochi a somma zero: uno
vince tutto e l'altro perde tutto.
Per questo bisogna combattere fino alla fine col massimo del vigore. La
sentenza ha forza di legge ma quale sentenza potrà impedire ad
una madre di incontrare suo figlio, a un marito di abbandonare la casa,
a un bambino di continuare la sua condotta deviante?
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The culture of mediation is pervasive. Even if it is universally clear that
accord is preferable to conflict, having turned this mode of thinking into
a shared system of convictions is proving unexpectedly effective. Are we
dealing with an old chestnut with a new name, an epoch-making change or
simply an illusion?
Clearly, not all governments have responded in similar fashion to the growing
phenomenon of mediation. Varying traditions, policies and contingencies
account for this lack of legislative uniformity. There are legal systems
that do not address such matters, others that have promoted legislation
in areas affecting the family, the penal system, the juvenile ambit, and
others that address all these ambits.
World Mediation Forum III constitutes a golden opportunity to become familiar
with the legislative status of various countries, so that ideas may progressively
spread and be shared. It is a matter of learning what others do and do not
do, in order to enable governments to align themselves in light of a future
globality of common perspectives.
The trial system, both civil and penal, was devised as a way of preventing
people from enacting and exacting justice on their own. It is the least
imperfect conflict-resolving system that we have been able to come up with.
Unfortunately, however, necessarily ritualized trial management has itself
become the object of conflict. People do not meet, but clash, in order to
assert their rights. Usually, it is a matter of zero-sum game.
For this reason it is necessary to struggle unrelentlessly to the bitter
end. Sentences have the force of law, but what sentence can prevent a mother
from seeing her son, a husband from abandoning his home, a child from persisting
in his or her deviant conduct? |
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