Introduzione

3 WMF ITALIA 2000

Formiamo alunni mediatori

ALESSANDRO LAURICELLA
CARLA NAITZA


ABSTRACT

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Country:
Italy

Language:
Italian

Il progetto è destinato a ragazzi della scuola superiore e si propone, in primo luogo, di far prendere consapevolezza di come si comunica e di quali siano le proprie potenzialità. Il metodo di lavoro utilizzato è basato sul gioco: attraverso il gioco si impara più velocemente, è certamente uno strumento più adatto ai giovani in età scolare, rompe gli schemi di una scuola che non dà spazio sufficiente all'espressione di se' e della propria individualità. Gli obiettivi che ci poniamo sono i seguenti: a) Sensibilizzare alla mediazione dei conflitti; b) Fornire competenze comunicative alle classi. Tali obiettivi saranno perseguiti alternando l'approccio teorico (seguito da momenti di condivisione e riflessione) all'approccio interattivo, basato principalmente sui giochi di comunicazione non verbale.
Data la differenza di età nelle varie classi, si prevede un meccanismo di adattamento nello svolgimento del programma specifico, che tenga conto delle differenti esigenze e bisogni delle varie età evolutive. Infine, si prevede di verificare il lavoro svolto attraverso questionari, giochi collaborativi e di valutazione, un Diario di Viaggio (una sorta di diario personale) della mediazione dei conflitti.

 

ALESSANDRO LAURICELLA
mediatore, esperienze nel volontariato sociale, facilitatore di gruppi

CARLA NAITZA: mediatrice, insegnante di Scuola Superiore, esperienze nel volontariato sociale

 

Sensibilizzazione alla mediazione dei conflitti attraverso il gioco: un'esperienza scolastica

 
 


Introduzione

Negli ultimi anni, insieme alle nuove sperimentazioni, alle riforme dei programmi e all'autonomia, la Scuola italiana ha dovuto affrontare anche temi ai quali in passato non veniva data importanza, quali la dispersione scolastica o il disagio giovanile. Nella Scuola di oggi è essenziale progettare la formazione degli alunni in funzione dei loro bisogni ed esigenze specifiche, ricercare nuove soluzioni e metodologie didattiche e di indagine che siano in grado di fornire loro strumenti validi per affrontare la vita. L'istituzione scolastica sempre più richiede professionalità specifiche per far fronte a problemi quali il disagio giovanile, la violenza, la dispersione scolastica. La mediazione dei conflitti è un valido strumento per affrontare queste necessità, in quanto consente ai giovani di soffermarsi su se' stessi, sulla comunicazione e sull'ascolto.
Nella nostra esperienza di insegnanti, educatori e facilitatori di gruppi di autoconsapevolezza ci siamo resi conto che i ragazzi hanno sempre più bisogno di comunicare, in un mondo in cui tutti vanno di fretta, vivono nella mente e si focalizzano quasi esclusivamente su ciò che "va fatto dopo". L'ascolto dei veri bisogni, propri ed altrui, in questo contesto, diventa allora una necessità, per crescere come persone consapevoli delle proprie scelte, delle proprie responsabilità, e, quel che più conta, felici e soddisfatte di se'.

Premessa psicopedagogica

La ricerca scientifica sul rapporto emozioni-apprendimento ha avuto negli ultimi anni un livello di approfondimento e di sperimentazione apprezzabile, ha visto un confronto serrato fra gli esperti e comincia a dare frutti anche nel campo della didattica.
Nel nostro lavoro abbiamo potuto verificare che gli alunni meno motivati allo studio e più problematici hanno improvvisamente trovato stimolante la scuola dopo aver frequentato al suo interno dei corsi (teatro, giornalismo, danza, ecc) che permettessero loro di esprimere se' stessi e coltivare i propri interessi o di scoprirne di nuovi, lavorando insieme a coetanei e sotto la guida di un esperto. Queste esperienze li hanno aiutati a trovare un loro ruolo all'interno della classe e ad esprimere il meglio di se'. Questo dimostra quanto sia importante fornire ai ragazzi strumenti che permettano loro prima di tutto di conoscere meglio se' stessi e quindi di relazionarsi agli altri con maggiore efficacia.
La mediazione sociale è un'ottima occasione per gestire le situazioni di conflitto e trarne il meglio, laddove siamo abituati a pensare e vivere il conflitto come qualcosa di negativo sempre e comunque. Quando instauriamo una relazione con qualcuno, ci confrontiamo a più livelli: confrontiamo le nostre esperienze, i nostri modi di essere, le nostre emozioni, le nostre idee. Spesso non siamo neanche consapevoli di tutto ciò che entra in gioco ogni volta che entriamo in contatto con gli altri. La scuola è un ottimo ambiente, in tal senso, per educare alla pace e alla convivenza con gli altri, all'ascolto degli altrui bisogni, all'idea che si può crescere attraverso il confronto e al considerare anche il conflitto come un'esperienza di crescita. Andando ancora più a monte, ci si rende conto di come sia importante educare all'ascolto di se' e delle proprie emozioni. Essere consapevoli di ciò che sta dentro di noi ci porta inevitabilmente ad avere maggiore sicurezza dei nostri mezzi e ad accettare il confronto.
In questo senso si inserisce il presente progetto, rivolto a ragazzi della scuola superiore, che si propone, in primo luogo, di far prendere consapevolezza di come si comunica e di quali siano le proprie potenzialità.
Il metodo di lavoro utilizzato è basato sul gioco: attraverso il gioco si impara più velocemente, è certamente uno strumento più adatto ai giovani in età scolare, rompe gli schemi di una scuola che non dà spazio sufficiente all'espressione di se' e della propria individualità.
In Italia la scuola sta cominciando a muovere i primi passi in tal senso, attraverso l'autonomia scolastica e la stesura dei Piani d'Offerta Formativa (POF). D'altronde, le premesse per affrontare questo lavoro ci vengono fornite anche da progetti già realizzati in altre scuole, sia in Italia che all'estero, che prevedono lavori sulle emozioni attraverso giochi, tecniche di meditazione e visualizzazione, com'è avvenuto, ad esempio, nella Scuola Media "Colombo", di Milano, dove il Prof. F.Coletti nel 1994 ha avviato un progetto, approvato dal Provveditorato agli Studi,
per l'applicazione di tecniche rieducative del pensiero e del comportamento nella scuola.

 

 
 

IL PROGETTO

 
 
Finalità educative

Ogni volta che abbiamo lavorato con gruppi di bambini, ragazzi e adulti abbiamo verificato che il gioco, qualunque sia l'età, ha sempre una valenza terapeutica. Attraverso il gioco è più facile eliminare quelle barriere mentali che impediscono di esplorare il proprio mondo interiore, il proprio disagio e le proprie potenzialità. E' allora più facile contattare le proprie emozioni e, piano piano, rimuovere quegli ostacoli che ci impediscono di comunicare al meglio con gli altri, di stabilire un contatto che vada al di là della semplice forma, attraverso cui ci si possa veramente ascoltare a tutti i livelli. D'altronde, la scuola ancora non dà sufficiente spazio a questo tipo di bisogni: il bisogno di parlare, di essere ascoltati, di dare un contributo al mondo, di esprimere la propria individualità.
La mediazione dei conflitti è uno strumento potentissimo per imparare a comunicare e a trovare soluzioni per problemi che, all'apparenza, sembrano insolubili. L'educazione alla mediazione sociale parte da una premessa fondamentale: che si sia disposti a comunicare e a voler trovare soluzioni che soddisfino tutti quanti. Questo obiettivo è molto più facilmente raggiungibile, come si può dedurre da quanto detto in precedenza, attraverso il gioco.


1° fase: INDAGINE PRELIMINARE

Nel Novembre 1999 siamo intervenuti in qualità di relatori al Convegno "Le nuove prospettive della mediazione scolastica", organizzato dal CERIUM presso l'Istituto Magistrale "Sacro Cuore" di Cagliari. Il convegno è stato un'ulteriore occasione per avvicinare alunni, insegnanti e genitori alle tematiche connesse con la mediazione scolastica e, più in generale, con tutto ciò che ha a che fare con la comunicazione. Attraverso gli interventi, curati da mediatori, allievi del corso di mediazione, genitori, insegnanti ed alunni del Sacro Cuore, ci si è potuti confrontare sui diversi punti di vista. Il nostro intervento, dal titolo: "Le prospettive della mediazione in ambito scolastico", è stato suddiviso in due parti: la prima ha coinvolto direttamente i partecipanti con un piccolo esercizio di visualizzazione ed è stata centrata sui vantaggi che la mediazione dei conflitti può offrire sia a livello personale che di relazione; durante la seconda parte è stata commentata una videocassetta realizzata da Bonafé-Schmitt nell'ambito di un progetto di mediazione in alcune scuole francesi.
Come enunciato precedentemente, nella prima parte è stato proposto ai partecipanti un esercizio di visualizzazione, nel quale si è richiesto loro di immaginare una situazione di impasse, in cui non avevano via d'uscita. In questa fase sono stati stimolati ad entrare in contatto con le sensazioni fisiche che derivavano da una tale visualizzazione, sensazioni per lo più spiacevoli, che, essendo provate da tutti coloro che sono intervenuti, davano la consapevolezza di essere tutti "nella stessa barca", di avere tutti gli stessi bisogni e necessità; quindi, venivano gradatamente guidati a visualizzare una chiave che potesse farli uscire da tale situazione.
Terminato l'esercizio, della durata di alcuni minuti, si è chiesto al pubblico, in particolare agli alunni, di descrivere ciò che avevano provato. I partecipanti hanno descritto di essersi resi conto dell'importanza di avere strumenti per poter affrontare con successo situazioni difficili, quali quelle che si verificano, talvolta, nelle relazioni con gli altri, strumenti che possano valorizzare le risorse e le potenzialità di ognuno, portando, nelle relazioni, ad una situazione soddisfacente per tutti, in cui ciascuno sia in un certo qual modo, "vincitore".
Si è perciò ribadito il concetto di mediazione, come strumento di gestione positiva del conflitto e di ristabilimento della comunicazione e che rappresenta la riformulazione moderna di un'attività che ha radici culturali molto antiche. La novità è ora rappresentata dall'attribuire potere alle parti nella decisione.
Particolarmente interessante è stato il riscontro ottenuto, che ha permesso, tra l'altro, di verificare l'importanza di un approccio diverso, meno "mentale"*, alle problematiche connesse al sociale, in particolare quando ci si rivolge a ragazzi.

2° fase: LAVORO NELLE CLASSI

Introduzione

Questa parte del presente progetto, ancora da realizzare, è destinata a scuole superiori pubbliche e private, in particolar modo nell'ambito dei programmi di educazione alla pace, prevenzione della violenza, del disagio giovanile, della dispersione scolastica e delle tossicodipendenze. Come già accennato nella premessa, si ritiene fondamentale curare l'aspetto ludico delle attività e dare spazio alle emozioni che possono emergere durante il lavoro di gruppo. I ragazzi non vengono educati a gestire le proprie emozioni e a comprenderle. La mediazione dei conflitti può essere insegnata loro partendo dalla conoscenza di se' e dal riconoscere quelli che sono i propri bisogni. Una volta esaurita la prima fase, si può passare alla seconda, più specifica, mirata allo sperimentare come comunichiamo con gli altri e a come rendere più efficace il dialogo. I ragazzi possono comprendere quanto sia fondamentale imparare ad ascoltare l'altro, le sue necessità e a mediare tra i propri e gli altrui bisogni, per trovare una soluzione che sia soddisfacente per tutti. Questo può costituire un ulteriore passo avanti nell'opera di sensibilizzazione alla mediazione sociale, fornendo ai ragazzi ulteriori strumenti di comprensione.


Analisi del contesto e del campione

L'analisi del contesto verrà effettuata attraverso:
1) Raccolta dati scritta relativa alla comprensione delle tematiche del conflitto e della mediazione scolastica rivolta agli alunni. In tal modo si verifica quale sia il livello di partenza dei ragazzi relativamente a queste tematiche e come ci si debba muovere.
2) Situazioni di simulazione di conflitti.
3) Giochi cooperativi.
4) Intervista agli insegnanti sugli alunni, mediante test scritti elaborati ad hoc e colloqui.
Attraverso questi mezzi si intende verificare il grado di conoscenze e l'attitudine alla mediazione dei conflitti di ciascun allievo/a.

Obiettivi

a) Sensibilizzare alla mediazione dei conflitti;
b) Fornire competenze comunicative alle classi;

Modalita', metodi e mezzi

Gli obiettivi a) e b) saranno perseguiti alternando l'approccio teorico (seguito da momenti di condivisione e riflessione) all'approccio interattivo, basato principalmente sui giochi di comunicazione non verbale. Previste 8 ore per classe.
Il monte ore è aggiornabile e modificabile a seconda delle esigenze delle varie componenti scolastiche.
Data la differenza di età nelle varie classi, si prevede un meccanismo di adattamento nello svolgimento del programma specifico, che tenga conto delle differenti esigenze e bisogni delle varie età evolutive.

Verifiche

Questionario, giochi collaborativi e di valutazione, un Diario di Viaggio della mediazione dei conflitti: questi sono gli strumenti di verifica previsti. Riguardo al Diario di Viaggio in particolare, vuole essere un modo per "registrare" tutte le fasi del percorso, una sorta di "adattamento" del "diario personale" tenuto da tanti adolescenti e una testimonianza del lavoro svolto espressa attraverso disegni, scritti, riflessioni e resoconti dell'esperienza, dalle sue fasi iniziali fino alla sua conclusione. E' stato concepito con una copertina in pelle che richiami l'idea dei viaggi avventurosi degli antichi. Vi sarà un unico Diario per ciascuna classe che verrà esaminato attraverso analisi del contenuto per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

ULTERIORI SVILUPPI

Al termine del progetto nel caso in cui vi sia l'interesse da parte delle varie componenti scolastiche (alunni, insegnanti, genitori, ecc) e lo si ritenga opportuno, si potrà proseguire attraverso la formazione di alunni mediatori, che siano stimolati ad approfondire le tematiche della mediazione sociale e siano motivati ad aiutare i loro compagni nella risoluzione dei piccoli conflitti che possono verificarsi nell'ambito delle loro classi, seguendo il modello di Bonafè-Schmitt.
Questa fase è molto delicata e la sua attuazione richiede particolare attenzione ed approfondite riflessioni da parte nostra. Gli alunni non devono sentirsi per nessuna ragione investiti di un ruolo troppo grande, ne' possono incaricarsi di risolvere problemi più gravi di quelli che possono affrontare. E' allora necessario procedere con cautela, dando loro strumenti che permettano di affrontare piccoli conflitti. In tal senso ci è sicuramente d'esempio l'esperienza portata avanti da Bonafè-Schmitt in Francia, che, dal 1993, ha introdotto la mediazione dei conflitti in alcune scuole, dalle elementari alle superiori.
L'obiettivo sarà raggiunto tramite incontri specifici rivolti solo a coloro che volessero approfondire il tema della mediazione dei conflitti (tali incontri, essendo rivolti non a tutta la classe ma solo ad una parte, sarebbero da svolgere ovviamente durante l'orario extra-curricolare), e si alterneranno incontri teorici a simulazioni di conflitti e giochi di scoperta di se' (anche se ci si rivolgesse ad un numero limitato di alunni, sarebbe essenziale proseguire il lavoro di conoscenza di se' e delle proprie emozioni: questo consentirebbe di ottenere migliori risultati e maggiore soddisfazione da parte degli alunni).

Conclusioni

Portare la mediazione sociale tra la gente è, indubbiamente, un'operazione culturale e sociale molto impegnativa, soprattutto in considerazione del fatto che è un'attività pioneristica, per certi versi nuova (anche se era ben presente nelle norme e consuetudini delle culture dell'antichità); ma è altresì vero che in questi tempi di conflitti esasperati, stress, senso di inadeguatezza e di inutilità molto diffusi a livello sociale e relazionale, la mediazione sociale può permetterci un ritorno verso il centro del nostro essere, verso un maggiore sviluppo delle potenzialità umane e soprattutto verso una maggiore realizzazione interiore e sociale.

 

 
 

Riferimenti bibliografici

 
 
C. Vizì, "Gestire le emozioni. L'esperienza di una classe del biennio", Scuolainsieme, anno VI, n.3, anno 2000

F.Coletti, "La mia identità.. Tecniche di consapevolezza ed esperienze di integrazione con gli adolescenti", ed. Citadella Editrice, 1996

M. Murdock, "L'immaginazione guidata con i bambini e gli adolescenti. Esercizi e tecniche per l'apprendimento, la creatività e il rilassamento." , ed. Astrolabio, 1987

G. Dorson e J.P. Bonafè-Schmitt, "La mediation scolaire", videocassetta, produzione AMELY (Associazion Médiation de Lyon), GLYSI (Sociologie Anthropologies des formes d'action) e R.e.V. (association Réalisation En Vidéo)
 
 

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