III WORLD CONFERENCE
OF THE WORLD MEDIATION FORUM
ITALIA 2000
From 27 September to 1 October 2000

Discorso di apertura

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Introduzione

È emozionante introdurre il lettore agli "Atti" di un Congresso mondiale, appena il terzo nella storia della Mediazione, voluto, per norma statutaria, dal Forum Mondiale (W.M.F.).


La Mediazione e i Mediatori
 


Per chi, questi Atti, li ha visti nascere, anzi li ha seguiti fin dal "loro concepimento" i cui embrioni venivano denominati Abstract, con cinque parole chiave che ne costituiscono il DNA, partecipare, assieme agli autori, alla esperienza scientifica ed umana, incastonarli e custodirne la memoria, costituisce un patrimonio di emozioni e pongono le premesse per un futuro di speranza.

Le relazioni, metaforicamente, rappresentano le tessere di un immenso mosaico che porta in sé luci e colori caratterizzanti gli stili peculiari degli autori e le note dominanti dei paesi di provenienza.

Gli autori sono spesso personalità di spicco, famose non solo nei propri atenei o aziende, tribunali o in altri posti di lavoro dove operano da professionisti, sovente a tempo pieno, nell'ambito della mediazione.

 
     
  Altre volte inseriscono la pratica della mediazione, come corollario nella loro professione che può essere quella del manager o dello psicologo, dell'avvocato o del medico, del giudice o dell'insegnante, del ricercatore o dell'osservatore.

I mediatori, comunque, sono professionisti orientati verso la ricerca, da un lato delle cause delle spinte che, in ogni momento storico, concorrono ad attivare la richiesta di processi di mediazione e dall'altro osservano e affinano tecniche e modalità che tendono ad aiutare l'individuo a raggiungere una convivenza pacifica, serena e democratica a livello individuale, di gruppi, di popoli.

Molti studiosi asseriscono che la disgregazione politica, sociale, economica, conseguenza delle violente e perentorie modificazioni inducano una forza contraria, quella della coesione, del dialogo, della ricerca dell'altro.

Ciascuno immette nella professione lo stile personale e l'adattamento al contesto in cui opera mantenendo salda la deontologia professionale.
     

La mediazione, arte antica e nuova, si pratica in ambiti diversi: penale, civile, sociale, ambientale, con tecniche svariate perché, ancorata principi di base, fondati soprattutto sulla neutralità del mediatore, concede spazio alla creatività.

La mediazione può avvenire in maniera diretta con un setting caratteristico ma può essere praticata anche in modo indiretto; la presenza del mediatore è sempre discreta; egli non offre soluzioni, non giudica, ascolta e induce all'ascolto.

Le scienze umane hanno consentito di intuire che il processo di mediazione è anche un processo di apprendimento e quindi oggi si tenta di "educare" anche i bambini alla gestione positiva del conflitto.

Ma, allora, la mediazione è una pratica? È una professione?

 
     
  Il mediatore, affermano gli esperti delle varie discipline, deve possedere determinati requisiti: deve essere empatico, imparziale; il mediatore non è un terapeuta, né un avvocato, né un consulente, né un giudice è, appunto, un mediatore la cui attività peculiare è quella di agevolare le parti in contesa a ristrutturare i processi di comunicazione, di accompagnarle nel processo di gestione positiva del conflitto attraverso il riconoscimento dell'altro diverso da sé.

Il mediatore non sempre e non necessariamente è una persona fisica. Ma, allora…… chi è? Come è? Cosa fa?

Ebbene, questi "Atti", che ho seguito fin dal loro concepimento, che ho cullato fin dalla nascita che, come delegata dal Forum Mondiale di Mediazione per l'organizzazione del III Congresso, ho letto e accarezzato, contengono tutte le risposte e, per giunta, non conoscono confini: provengono da ogni angolo della terra e sono destinati a tutti i lettori e, in modo particolare, alle persone capaci di provare interessi nuovi, di avvertire stimoli, di trovare occasioni di scambio e di arricchimento.

Savina Pinna

 

 
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