Gli effetti positivi a breve termine


Con questa dicitura si vuole indicare tutta quella categoria di effetti positivi riscontrabili immediatamente dopo la pratica degli esercizi di stretching. E' da sottolineare che con la stessa brevità di tempo con cui tali effetti vengono prodotti, quasi altrettanto rapidamente questi ultimi scompaiono. Si è aggiunto quel «quasi» poiché, in definitiva, l'effetto prodotto da un esercizio di stretching svolto al mattino, ad esempio, permane nel corso dell'intera giornata, ed anche oltre; ma volendo valutare in termini quantitativi l'incremento di ampiezza nei movimenti, in relazione al muscolo o gruppo muscolare antagonista negli stessi, ci si accorgerà che dati valori relativamente elevati si avranno solo nel periodo immediatamente successivo all'allungamento muscolare, valutabile in decine di minuti. Successivamente, tale incremento andrà registrando valori decisamente inferiori. Nella pratica sportiva, diversi sono i risultati positivi di un programma di esercizi di stretching pre-allenamento - ovvero nella fase introduttiva dello stesso, come precedentemente specificato, immediatamente dopo il riscaldamento generale - o pre-gara. Innanzitutto, è possibile riscontrare una riduzione della casistica relativa ai traumi muscolari e tendinei acuti e di quelli legamentosi. Un complesso muscolo-tendineo e legamentoso preparato all'attività utilizzando anche esercizi di stretching non correrà il rischio di essere sottoposto ad estensioni che possano andare oltre la sua temporanea capacità di allungamento; in altre parole, i muscoli, nella loro funzione di antagonisti, potranno essere estesi sino al proprio limite massimo, senza che ciò generi un eccesso di tensione all'interno delle fibre, provocando rotture parziali o totali. L'aspetto preventivo si realizza dunque su due fronti, essendo legato ai due momenti o modalità di allungamento: quello volontario, ovvero realizzato con l'esercizio, e quello involontario, ovvero che si verifica durante una prestazione sportiva (è questo fondamentalmente il caso delle discipline sportive caratterizzate da movimenti aciclici e non stereotipati, cioè degli sport definiti «di situazione», come ad esempio la pallacanestro, il tennis, l'hockey, etc.), o nel movimento «limite» occasionale dell'uomo comune, quello che non pratica attività sportive/motorie. Ma gli aumenti di tensione, o meglio l'assenza di manifestazioni eccessive di tensione, nell'assunzione di determinate posizioni dei segmenti corporei caratterizzate dall'elevata ampiezza articolare, costituiscono un elemento essenziale per quanto segue. Un altro effetto positivo immediatamente successivo agli esercizi di stretching, infatti, è quello che si riscontra nell'esecuzione dei movimenti, per le relazioni che intercorrono tra la mobilità articolare e le altre qualità fisiche, ovvero la forza, la velocità e la resistenza. Un'articolazione più mobile risulta generalmente più idonea a produrre un incremento nella potenza dei movimenti, perlopiù in gesti sportivi come lanciare o colpire, patendo contare su un'azione muscolare più efficace. La spiegazione di ciò risiede nel fatto che il segmento corporeo interessato al movimento specifico può compiere una traiettoria di «caricamento» più ampia. Ciò pone in grado il segmento stesso di scaricare sull'oggetto di contatto (direttamente sul pallone, come ad esempio nel caso di un tiro in porta nel calcio o di una schiacciata nella pallavolo, o indirettamente sulla pallina, per mezzo della racchetta o della mazza, come nel caso della battuta nel tennis o nel baseball, ma anche sul giavellotto, nella relativa specialità dell'atletica leggera) una maggiore potenza, frutto di una maggiore escursione che ha consentito al segmento corporeo, o al complesso segmento corporeo-attrezzo, di realizzare un valore più elevato di energia cinetica. Inoltre, nella fase terminale del movimento, nella quale i muscoli antagonisti vengono allungati passivamente, l'assenza di fenomeni di irrigidimento dovuti ad eccessivi aumenti di tensione, riduce le eventuali diminuzioni di velocità del segmento interessato al movimento stesso. Nelle discipline sportive caratterizzate dalla ripetizione di un determinato gesto tecnico, invece, specialmente se questo viene ripetuto costantemente per l'intera durata della prestazione, questa riduzione di tensione si riflette sul dispendio energetico, che può diminuire leggermente, a tutto vantaggio della capacità di resistenza dell'atleta.