POLO
PER LA SARDEGNA
PROGRAMMA DI GOVERNO
ELEZIONI REGIONALI 13 GIUGNO 1999
La Sardegna dei Sardi
È la rivoluzione dell'autonomia regionale e l'affermazione dell'identità sarda.
Un grande progetto di riscatto economico, culturale e sociale che veda i cittadini
protagonisti del proprio futuro.
La determinazione forte per "costruire oltre le macerie" di un governo fallimentare
dell'isola.
Non guardare al passato ma andare avanti per realizzare un autentico riscatto
economico culturale e sociale dei Sardi.
Un piano di azione che consenta di rilanciare i temi forti dell'autonomia regionale
intesa come capacità di governo e di pianificazione dello sviluppo.
Basta con la lamentazione continua. Occorre invece utilizzare tutte le energie
le risorse sia ambientali che umane per riconquistare tutti quegli spazi dell'economia,
del lavoro della cultura che devono proiettare la Sardegna nell'Europa delle
Regioni.
Il primo obiettivo è quello di attuare lo Statuto Autonomistico. Le competenze
primarie devono essere utilizzate fino in fondo.
Tutti gli strumenti legislativi devono diventare supporto, spinta al processo
di sviluppo. Cancellando quella confusione di leggi, che rende impossibile un
processo di riforma serio dell'Autonomia regionale.
Un processo che deve essere guidato dall'Assemblea Legislativa ma che deve vedere
i Sardi protagonisti.
Puntando subito al Presidenzialismo come elemento determinante di scelta di
governo dei cittadini.
Elezione diretta del Presidente della Regione significa stabilità, responsabilità
amministrativa.
Ridefinire le competenze degli assessorati e le incompatibilità per evitare
il cumulo delle cariche e garantire la stabilità del governo regionale.
Guerra alla disoccupazione
Per i prossimi cinque anni sarà guerra alla disoccupazione.
Un'azione da costruire senza nuove leggi ma con fatti concreti in termini di
sviluppo e di rilancio dell'economia.
I disoccupati possono trovare risposte se le imprese producono e sanno vendere.
Per vendere e produrre è necessario che la macchina amministrativa sia efficiente,
celere ed efficace.
Un'economia crea occupazione se si abbatte la burocrazia che frena le iniziative
dell'impresa, dei giovani.
Vanno valorizzate tutte quelle agenzie del lavoro che consentono ai lavoratori
di incontrarsi con l'impresa.
Rivendicare tutti gli strumenti di flessibilità e garanzie del mercato del lavoro.
Puntare sul lavoro di qualità preparando gente in gamba.
Promuovere un centro di certificazione della qualità della formazione, perché
la formazione professionale sia elemento reale di crescita del mondo del lavoro.
Occorre puntare gli sforzi sul sostegno e la valorizzazione della piccola e
media impresa che deve diventare il vero cuore dello sviluppo sardo.
Sostenere con determinazione il "marchio Sardegna" al fine di aprire nuovi mercati
internazionali, ampliando le produzione locali, aumentando il prodotto interno
lordo incrementando così l'occupazione.
L'isola del turismo:
una forte economia per rompere l'isolamento e collegare la Sardegna con
il mondo.
Una scelta chiara di sviluppo: valorizzare le risorse locali ed ambientali dell'isola,
renderle fruibili, economicamente integrate.
Un progetto che mette in primo piano un sistema economico integrato legato al
Turismo, all'ambiente, a tutti i fattori produttivi, dall'agricoltura all'artigianato,
dalla pesca alla piccola e media impresa.
Turismo come pianificazione dello sviluppo: governo responsabile dell'urbanistica,
gestione dei servizi, dal commercio alla quantità urbana.
Una Sardegna che si trasforma, che guarda agli orizzonti europei ma non solo.
Un processo di sviluppo che mette al primo posto il tema dei trasporti, della
mai risolta questione della continuità territoriale.
Il primo obiettivo è quello di frantumare i monopoli dei trasporti.
Prima regola deve essere: qualità, concorrenzialità, prezzi.
Per far questo si deve subito applicare il regolamento europeo che consente
di considerare il trasporto aereo un servizio pubblico per le rotte da e per
la Sardegna, attivando poi una gara internazionale che affidi in concessione
le tratte sarde all'offerta più vantaggiosa per i sardi.
Liberalizzazione delle rotte anche via mare, consentendo ai sardi di poter scegliere
eliminando un monopolio che costringe la Sardegna a restare ostaggio di compagnie
di navigazione che non fanno lavorare un solo giovane sardo e che rendono alla
Sardegna un pessimo servizio.
Un progetto economico che si deve fondare su tre fattori determinanti per riconquistare
la credibilità e conferire autorevolezza internazionale alla Sardegna: efficacia
dell'azione amministrativa, celerità delle procedure autorizzative e di incentivazione,
capacità di pianificazione del sistema.
Master Plan diffusi su tutto il territorio regionale, organici e sinergici con
lo sviluppo locale e il rispetto dell'ambiente e del paesaggio, capaci di incrementare
la disponibilità dei posti letto e dei servizi collegati al turismo.
Trasformare la Sardegna in una grande oasi dell'avventura, del divertimento,
dell'attrazione estrema per ampliare con forza la stagione turistica valorizzando
le zone interne dell'isola.
Promuovere la ristrutturazione, l'ampliamento e il potenziamento del sistema
ricettivo alberghiero.
Creazione di altre strutture idonee a soddisfare le richieste del turismo sociale
e congressistico.
Iniziative e incentivi per favorire lo sviluppo di tutte le forme di turismo,
in particolare quello altamente qualificato e specializzato.
La formazione professionale degli addetti e le azioni atte a migliorare l'imprenditoria
turistica.
La creazione di servizi per il tempo libero, sport e spettacolo a sostegno dell'industria
turistica.
Alberghi diffusi anche nei centri storici.
La valorizzazione dell'ambiente come risorsa imprenscindibile di sviluppo e
occupazione.
Puntare sull'importanza della caccia e sulle aziende agri-turistico venatorie.
Costruire la nuova frontiera dell'occupazione verde, dal raddoppio della superficie
forestale dell'isola, al ripopolamento delle campagne.
Respingere i parchi di stato per promuovere un consenso forte e diffuso sui
parchi della gente, voluti dai cittadini e gestiti dai comuni con le proprie
comunità locali.
Le quattro A dello sviluppo:
Agricoltura, Allevamento, Artigianato, Attività commerciali.
All'Isola del Turismo va affiancata una politica economica fondata su alcuni
capisaldi produttivi che devono raggiungere lo straordinario obiettivo di creare
nuovo sviluppo e nuova occupazione.
Quattro settori di strategica importanza: Agricoltura, Allevamento, Artigianato,
Attività commerciali.
Settori da riorganizzare in termini di efficienza, di servizi all'impresa, di
promozione a commercializzazione dei prodotti.
L'agricoltura deve ritornare ad essere un settore di riferimento dell'economia
dell'Isola attraverso un'azione coordinata che consenta il raggiungimento di
alcuni obiettivi prioritari.
Il potenziamento dell'impresa agricola come momento centrale della trasformazione
del settore.
Razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche.
Miglioramento dell'integrazione tra produzione e mercato.
Incremento della ricerca e della diffusione dell'innovazione e potenziamento
dei servizi reali di assistenza tecnica.
Attivazione di una politica di riordino fondiario che sappia concretamente rilanciare
il settore agricolo.
Un'attenta politica del credito agrario, cancellando le procedure troppo lunghe
e dispendiose per realizzarne di nuove trasparenti ed efficienti.
L'allevamento, come economia capace di produrre, consumare ed esportare.
Va attivata una serie politica di comparto sia in ambito regionale sia europeo
consentendo un rilancio sia in termini di adeguamento infrastrutturale, strutturale
e commerciale del settore agropastorale.
Vanno completati ed incentivati i miglioramenti fondiari e l'adeguamento delle
strutture di produzione del latte ovino (mungitrici meccaniche, refrigerazione
del latte, dotazione di acqua potabile ed energia elettrica).
Puntare su un prodotto qualitativamente elevato in grado di affrontare con tutti
i requisiti la concorrenza internazionale.
Agricoltura e pesca devono rappresentare un sistema di grande supporto all'economia
turistica.
Occorre puntare alla produzione di impianti di acquacoltura, risanando e valorizzando
le potenziali capacità dei nostri bacini acquei salmastri costieri.
Promuovere esperimenti pilota con barriere artificiali, fattorie marine in mare
aperto.
Prevedere particolari incentivi per tutte le forme di associazionismo di pescatori.
Artigianato, un'economia diffusa che deve essere fortemente riconsiderata come
fonte strategica di sviluppo.
È indispensabile pensare ad un ente strumentale che si occupi compiutamente
di tutto il comparto artigianale e non solo di quello artistico che rappresenta
comunque un comparto importantissimo.
Va estesa l'operatività dell'Ente strumentale non solo alle 300 imprese seguite
sinora ma estendendolo alle 35.000 iscritte agli albi provinciali.
Attivare un testo unico che razionalizzi il settore, che superi la frammentazione
di competenze, le contraddizioni e le incoerenze.
Promuovere un forte coinvolgimento delle associazioni artigiane e dei loro sportelli
al fine di valorizzare interventi concreti in materia di servizi reali alle
imprese.
Attività commerciali, come rete imprescindibile di distribuzione della produzione
locale ma anche economia di servizi.
Occorre valorizzare e difendere ad ogni costo la piccola distribuzione fondata
su migliaia di imprese familiari.
Valorizzare le attività commerciali ponendo in essere tutte le azioni di incentivazione
e di tutela che la competenza primaria nella materia assegnano alla Regione.
La piccola e media impresa commerciale deve trovare nella Regione un valido
supporto all'associazionismo e alla promozione del piccolo è bello.
Il commercio deve rappresentare la prima funzione di rivitalizzazione dei centri
storici della Sardegna.
L'autostrada dei Nuraghi
Collegare i Sardi con la Sardegna e l'isola con il mondo.
Un processo di integrazione che scorre su quattro autostrade.
L'autostrada viaria, l'autostrada ferroviaria, l'autostrada telematica, l'autostrada
energetica.
La 131 autostrada, renderla funzionale ai punti di snodo del trasporto via mare
e aria verso i poli di sviluppo turistico e produttivo. Per farlo occorre rivendicare
la quota dei piani Anas per le autostrade. In Sardegna non è mai arrivato un
solo finanziamento dal capitolo autostrade. Un servizio autostradale che ripaghi
la Sardegna del divario infrastrutturale con il resto d'Italia.
L'autostrada ferroviaria: raddoppiare la rete ferroviaria elettrificandola al
fine di accelerarne la percorrenza e migliorarne le frequenze e la qualità del
servizio. La rete ferroviaria dell'Isola è solo per 14 Km elettrificata e nei
restanti 300 Km la media di percorrenza è di 40 Km/h.
L'autostrada telematica per avvicinare la Sardegna ai Sardi, per collegare l'isola
con il mondo.
È l'asse telematico su cui far scorrere la grande riforma della burocrazia regionale
e del decentramento.
Costituisce la principale arteria del nuovo sviluppo in grado di mettere la
Sardegna al passo con i tempi e soprattutto diventare concorrenziale nel mercato
delle informazioni e della globalizzazione. La Sardegna potrà essere trasformata
in una Silicon Valley immersa nell'ambiente straordinario di un'isola al centro
del Mediterraneo.
L'autostrada energetica: è indispensabile innanzitutto che l'energia scorra
in Sardegna a costi uguali a quelli del resto d'Italia. I Sardi, infatti, pagano
l'energia elettrica il 40% in più del resto della nazione.
Occorre che lo Stato si faccia carico di abbattere, defiscalizzando, il costo
dei prodotti energetici. Solo così sarà credibile la realizzazione di una seria
politica energetica per l'Isola.
È indispensabile realizzare un compiuto piano energetico anche in funzione di
un nuovo modello di sviluppo.
La Regione dei Comuni
È la grande rivoluzione che il Polo per la Sardegna propone per il governo della
Regione.
Una radicale modifica delle funzioni e dei ruoli nel governo dell'Isola.
Una Regione leggera, libera dal peso di una gestione asfissiante e oppressiva
che condiziona negativamente i risultati finanziari ed economici dell'amministrazione
regionale, capace di far diventare i Comuni protagonisti del governo locale.
Istituire 100 sportelli unici per le imprese per delegare ai Comuni funzioni,
poteri e procedure amministrative, finanziarie ed esecutive.
Sportelli unici in grado di dare risposte compiute in tempi certi in materia
di finanziamenti, autorizzazioni e certificazioni.
Una rivoluzione su 10 capisaldi: il cittadino al primo posto; una legislazione
che si limiti a dire quello che non si può fare; una Regione che sappia programmare
e controllare; distinguere le istituzioni dalla politica; forte principio della
sussidiarietà; riconoscere le formazioni sociali; recuperare una corretta funzione
legislativa, meno leggi e più semplicità, deleghe a Provincia e Comuni, meno
burocrazia e più trasparenza.
La Sardegna Regione d'Europa e Capitale del Mediterraneo.
La Sardegna deve recuperare il tempo perso per entrare a pieno titolo in Europa.
È una sfida avvincente fatta di progettualità, idee, innovazione ed efficienza.
Elementi che sono tristemente mancati in questi anni facendo mancare alla Sardegna
migliaia di miliardi, persi nel marasma dell'inefficienza della Regione.
Occorre recuperare in tutti i modi le risorse ordinarie e puntare con progetti
innovativi su quelle straordinarie.
Nella realizzazione del parco progetti europeo diventa indispensabile il coinvolgimento
dei privati.
La sfida europea significa anche agricoltura, pastorizia, ambiente, mercato.
La Sardegna deve essere in grado di utilizzare totalmente queste opportunità
perché le proprie produzioni abbiano a pieno titolo il lasciapassare per l'Europa.
L'isola ha però davanti a se una nuova grande frontiera: i paesi che si affacciano
sul Mediterraneo.
Per l'impresa sarda non sarà facile entrare nei mercati europei mentre proporsi
sul versante Mediterraneo, ancora inesplorato, potrebbe consentire alla Sardegna
di diventare l'ambasciatrice dell'Europa verso i paesi arabi e del Magreb.
Una scommessa internazionale tutta da giocare creando una vera e propria task
force che conquisti nuovi mercati per le imprese e i prodotti sardi.
Due grandi dighe per la Sardegna.
La diga del risparmio idrico: rifacimento di tutte le reti idriche dei centri
abitati, incentivi per la modifica dei sistemi di distribuzione idrica nei grandi
complessi, nelle abitazioni, nell'agricoltura, nell'industria.
Il collaudo e la piena efficienza di tutte le dighe realizzate e attualmente
inutilizzate.
La diga del riutilizzo: un vero e proprio piano Marshall della depurazione.
Gran parte dei Comuni dell'Isola non hanno depuratore.
Occorre realizzare un programma per la realizzazione di impianti che consentano
a valle del depuratore di riutilizzare l'acqua per l'agricoltura e l'industria.
Opere che devono essere realizzate con strumenti legislativi all'avanguardia
finanziaria, come il project financing, ovvero la concessione ai privati dell'onere
della realizzazione dell'opera con fondi propri e assegnandogli la gestione
e i ricavi stabiliti nell'appalto.
In questo quadro di interventi va creato un sistema di vasi comunicanti tra
le dighe che consenta di far arrivare l'acqua da Nord a Sud della Sardegna.
Razionalizzazione della gestione valorizzando tutte le professionalità presenti
nel settore.
Attenta politica dei costi della risorsa idrica.
L'Università diffusa e a distanza
Attraverso un sistema telematico e multi regionale, con l'ausilio del satellite
si deve articolare la presenza universitaria in più centri dell'isola.
Un sistema di università a distanza che consenta di sviluppare la crescita dei
giovani sardi nelle proprie realtà limitando al massimo le rinunce legate alle
difficoltà finanziarie e al congestionamento delle grandi città.
Un processo che deve investire tutta la cultura, la crescita e la formazione
di nuove professionalità, elevazione della qualità dell'istruzione, favorendo
in tutti i modi una variegata offerta didattica pubblica e privata in grado
di rispondere appieno alle esigenze dei giovani sardi.
Pubblico Privato:
l'alleanza per la Sardegna del 2000
Va ricostruito totalmente il rapporto tra pubblico e privato. Soggetti che collaborano
e non più due fronti contrapposti.
Una rivoluzione culturale e politica che si fonda sulla collaborazione, sul
reciproco interesse che la macchina amministrativa funzioni affinché funzioni
l'impresa.
Significa cancellare le storture di una macchina amministrativa che non consente
celerità, efficienza ed efficacia.
Vanno azzerati tutti i cavilli burocratici e il rapporto deve essere ricostruito
nella consapevolezza che la Sardegna per il suo riscatto ha bisogno dei suoi
imprenditori e di coloro che verranno ad investire nell'Isola.
Un Piano sociale per la famiglia.
Si deve cambiare strada non più assistenza fine a se stessa ma integrazione
e recupero.
La famiglia come principale riferimento della società.
Consolidarla, rafforzarla e recuperarla. È questo il primo campo di intervento.
È qui che si gioca il futuro sociale di una terra che ha fondato tutto sulla
famiglia.
Per questo motivo proponiamo cinque assi forti per la famiglia: prestiti fiduciari
a tasso agevolato; consultori familiari più sociali e meno sanitari; incentivi
economici per le famiglie bisognose di particolare assistenza; nidi famiglia;
assistenza agli anziani, ai disabili, alle fasce deboli della società.
Una Sanità vicina ai cittadini.
Un piano sanitario che sappia mettere in prima linea il cittadino.
Puntare su un'azione forte di prevenzione, articolando in maniera moderna ed
efficace la presenza sanitaria nel territorio.
Integrare con razionalità le risorse pubbliche con quelle private.
Puntare non al principio di azienda economica, ma azienda di servizi.
Valorizzare le strutture pubbliche articolandole con la presenza del privato.
Promuovere una politica dei trapianti che sappia dare a quelle tante famiglie
che l'attendono da tempo quella risposta che la Regione non è stata in grado
di dare sino a oggi.
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