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Già, la cultura. E’ il settore che più caratterizza la presenza francese a Roma. Tre i caposaldi principali. L’école française che tiene alto il prestigio degli archeologi transalpino, il centro studi di S.Luigi dei Francesi che dipende dall'ambasciata in Vaticano. E soprattutto l’Accademia di Francia a villa Medici, che è ormai diventata uno degli snodi più vivaci della vita culturale romana. Una delle poche postazioni in cui si può cogliere il nuovo respiro dell’Europa e del Mediterraneo. Tre mostre l’anno di notevole qualità, più altre rassegne di minor impegno che periodicamente chiamano alla ribalta artisti di tutti i paesi e molte grandi firme italiane. E il merito di aver lanciato un festival, Roma Europa, ormai autonomo, che è tra gli appuntamenti scelti dell’estate e dell’autunno. Un tempo roccaforte inaccessibile villa Medici è ormai aperta ogni settimana a visite guidate. Così come l’altro gioiello rinascimentale in mano francese, Palazzo Farnese. L’orgoglio per il possesso di queste isole nella capitale è molto forte. Guai a metterlo in discussione. La risposta è una immediata chiusura a riccio. La stessa con cui per anni è stato gestito l’anomalo
caso di villa Strohl-Fern, lembo estremo di villa Borghese, ceduto alla
Francia dal suo proprietario. Occupato dallo Chateaubriand, ma rivendicato
al Comune all’uso della città il parco resta ancor oggi inaccessibile.
Una nuovo accordo diplomatico varato a giugno ne ha ceduto in concessione
uno spicchio che ora consente la saldatura tra il museo etrusco di valle
Giulia e la vicina villa Poniatowsky appena restaurata. Ma non ha
sbloccato la vertenza per aprire il resto del parco alle visite e
garantirne la conservazione. L’Associazione che venne fondata da Antonello Trombadori si sta battendo perché la preziosa oasi ritorni patrimonio pubblico
di DANILO MAESTOSI
Alla morte di Antonello l’associazione ha continuato a sopravvivere grazie all’impegno della sorella Donatella e del figlio Duccio. Ma la situazione di villa Strohl Fern si è inabissata in un limbo opaco e fumoso. La stessa impenetrabile nube che ha avvolto i due casi che hanno giustamente messo in fibrillazione l’associazione. Risalgono entrambe all’estate scorsa. Prima quel prefabbricato, riservato- si è saputo- ai bambini dell’asilo. Un cubo di legno col tetto a capanna che invade e dimezza il viale lungo il fronte del Borghetto Flaminio, viale dei pericoli lo chiamavano gli ex inquilini di villa Strohl Fern per le insidie della scarpata scoscesa che lo fiancheggiava. Un abuso? No -dicono i carteggi ufficiali dell’operazione- tra cui figura un nullaosta della soprintendenza ai monumenti. Ma comunque uno scempio. Lo stesso soprintendente Francesco Zurli ci ha
confermato di aver dato l’autorizzazione alla cieca, ignorando che la
costruzione stravolgeva l’assetto del giardino. Non ci sono cartelli. Ma l’architetto Francesco Scoppola, che dirige
il restauro della vicina villa Poniatowsky, spiega così i lavori: «Il
primo obiettivo è di saldare villa Poniatowsky con villa Giulia. Le due
sedi che entro il Duemila saranno unificate per ampliare gli spazi del
museo etrusco erano divise da quest’angolo di villa Strohl Fern, di cui
i francesi ci hanno concesso l’uso. Il secondo è di predisporre un
collegamento che consenta in futuro di risalire dal basso fino alla
terrazza della villa e renderla così almeno in parte visitabile».
L’intervento che è stato inserito nel pacchetto del Giubileo e
finanziato con uno stanziamento di oltre 3 miliardi, si ferma però a metà
della collina, davanti ai cancelli del liceo Chateaubriand che restano
sbarrati. E forse non verranno mai aperti. Perchè? La ricerca di una risposta è racchiusa nei meandri delle
commissioni e delle conferenze di servizi che lavorano con ritmo febbrile
al Giubileo. E fa emergere con chiarezza retroscena e trattative, tenute
fino ad oggi nascoste, che modificano radicalmente gli scenari disegnati
nel ’90 dalla legge per Roma capitale. Quarta novità: uno dei prezzi del baratto sottobanco in corso è stato il chiudere gli occhi sul padiglione abusivo di viale dei Pericoli. Missione compiuta: nonostante le proteste di qualche funzionario comunale la soprintendenza di stato ha finto di non vedere. odulo di iscrizione |
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