Home Su Attori in fuga La gabbia L'affare Alkestis L'equilibrio Che formidabile... Delitto e Castigo Il ponte di pietre ... See...tte Clown day La notte... canta

Il ponte di pietre e la pelle d’immagini


di Daniel Danis 

traduzione Gioia Costa
 

regia Lia Chiappara
 

con Alessandra Pizzullo e Andrea Failla
 

musiche originali  di Filippo Paternò

scene e costumi Giovanna Puccio
realizzate da Claudia Campanella e Giovanna Puccio
luci Gianfranco Mancuso
 

una produzione Teatro Libero Palermo 

(per ragazzi dagli 8 anni in su)

Mung e Momo i due protagonisti di “Il ponte di pietre e la pelle d’immagini” sono archetipi dell’infanzia e dell’innocenza irraggiungibile che raccontano, con semplicità solo apparente, tutto il dolore di vivere e la dolcezza che si cela nel dolore. Due esseri ingenui, cui per età è negata qualsiasi forma di astuzia, che attraversano prove che non intaccano la loro morale e il loro cuore. Prove che permettono loro di vedere, chiaramente, oltre i valori degli adulti, riscoprendo, in modo forse fiabesco, una terra dove ricominciare una vita e un luogo dove alla fine tutto è possibile. Tutto è possibile a condizione che, vengano riconosciuti i valori che, soli, sono in grado di aprire l’angusta sfera d’azione concessa ai minuscoli eroi dell’umanità: i bambini. Tra questi valori l’amicizia gioca un ruolo importante, può essere fonte di vita o di morte ma è vissuta dai protagonisti, Mung e Momo, come slancio profondo di ogni loro azione, centro attorno al quale costruire la trama della loro vita.


Mung and Momo, the two characters of “Il ponte di pietre e la pelle d’immagini” are archetypes of childhood and of unreachable innocence, of all the pain of living and the sweetness hidden within sorrow. Two naïve beings, to whom age denies any form of cleverness, that go through trials that don’t affect their morals or their hearts. Trials that allow them to see clearly beyond the adults values, rediscovering a land where they can begin a new life and a place where, in the end, anything is possible. Anything is possible at the condition that the values that can open the angst sphere of action given to minuscule heroes of humanity, children, is opened. Among these values, friendship has a very important role; it can be a source of life or death. For Mung and Momo, it is the starting point of their actions, the centre around which they build the theme of their lives.

Più volte mi sono chiesta come fosse possibile in teatro trattare temi sociali scottanti d’oggi evitando il rischio della cronaca, senza fare avventurare il teatro in territori non propri. Inoltre i “media” fanno vivere da tempo il paradosso di una società che mai come oggi ha troppa informazione omologata ( ma questo è un altro discorso.) Il ponte di pietre e la pelle d’immagini di Daniel Danis riesce a trattare temi dell’infanzia imbarazzanti per noi adulti parlando all’uomo dell’uomo. Non contrappone uomo adulto e uomo bambino, per poi conseguentemente dare giudizi, trarne una morale.

A Momo e Mung, i ragazzi protagonisti della storia, è stata rubata l’infanzia, rubata non solo da uomini ed eventi criminali, ma da una cultura protesa al futuro, che non ha memoria del passato e nega il presente. Ci troviamo adulti, vecchi, senza essere stati mai bambini. Momo e Mung ci invitano a recuperare il ragazzo che ognuno di noi porta dentro di sé per poter esserci ancora domani.

“Auguro a tutti voi di poter dormire sempre

con il profumo di un fiore

ed il tramonto del sole nel cuore” (D.D.)

 

 Lia Chiappara

 

Estratti stampa

Giornale di Sicilia (12/11/2000): “Un piccolo scrigno di sentimenti innocenti custoditi nei cuori dei bambini(…), un viaggio dentro l’anima, attraverso un racconto quasi fiabesco, che segue un percorso esistenziale che di favola ha ben poco. Il testo di Danis stilla dolore e sofferenza, sentimenti che Lia Chiappara ha raccolto in un’ampolla, offrendoli al pubblico a piccoli sorsi. (…)Ben dosate le originali sonorità di Filippo Paternò che accompagnano spettatori e attori in un mondo immaginario che tutti vorremmo esistesse”. (Loredana Cacicia Biondo).

La Repubblica (12/11/2000): “E’ sempre più difficile scrivere fiabe in un tempo che ha perduto l’ingenuità del vedere: Ma il giovane Daniel Danis ha voluto sfidare con l’antica magia dell’imperfetto la contemporanea presbiopia che disegna futuri sempre più apocalittici e si arrende al caos del presente, dimenticando la fondamentale esigenza del sogno dell’uomo. (…) Un teatro della narrazione quello del “Ponte di pietre”, che vive, al di là dell’ingenuo buonismo e della serpeggiante speranza, grazie alla capacità di affabulazione dei due attori protagonisti che hanno saputo restituire con felicità esecutiva di gesti, posture, invenzioni sceniche e naturalezza espressiva, la linea drammaturgica scelta dalla regia di Lia Chiappara”. (Piero Longo)

La Sicilia (13/11/2000): E’ una fiaba per adulti e bambini quella prodotta dal Teatro Libero. (…) Dunque in quanto tale può affascinare per la capacità di coinvolgere prima il cuore che la mente nella trattazione di argomenti delicati, la cui tragicità resta come sospesa nelle parole, semplici e mai crude, e nei gesti, evocativi più che realistici. (…) Lia Chiappara, colpita proprio dal modo in cui Danis ha affrontato l’universo violato dell’infanzia, dirige lo spettacolo con garbo ed essenzialità, ricorrendo a pochi oggetti scenici (…) (Agata Motta).

Centonove (17/11/2000): …”Il suo (di Daniel Danis) è un teatro di poesia. (..) I due ragazzi raccontano le loro vite e ogni piccolo particolare ha sempre qualcosa di angelico e poetico. (…) (Gigi Giacobbe).
 

Teatro Libero Incontroazione

Piazza Marina/Salita Partanna, 4 - 90133 Palermo (Italia)

tel. +39 091 6174040   fax  +39 091 6173712

info@teatroliberopalermo.it