AREAZIONE 

 

AREAZIONE
 
L’arazione dei locali sotterranei veniva data da finti pozzi, collegati tramite condutture oblique ed irregolari per evitare che, dall’esterno, individuandoli, si potesse capire la strada del sotterraneo.

Sovente i finti pozzi erano nascosti sotto grandi massi, tenuti sollevati pochi centimetri da terra da pietre o radici di alberi e, talvolta, venivano usati alberi cavi, morti e secchi, scavandone l’interno come camini.

 
Da ricordare l’importanza che questi passaggi non si ostruissero o che qualche animale non nidificasse al suo interno, per garantire in ogni istente una discreta respirazione.

Esistevano delle mini truppe che regolarmente giravano tra la boscaglia a controllarne l’integrità.

Per illuminare i lunghi corridoi, i passaggi, le camere ed i depositi venivano scavate delle nicchie, ad altezze differenti, a seconda dei punti da illuminare, dove si tenevano torce o lanterne.

Spesso erano presenti ripide gradinate a salire o a scendere, costruite per livellare dislivelli naturali.

Un modo per rintracciare questo tipo di gallerie può essere appunto cercare nei pressi di un castello o di una chiesetta di campagna finti pozzi o i loro resti.
La loro dimensione resta di circa trenta centimetri.

Talvolta, quando il sotterraneo collegava una chiesa o un’abbazia ad una cappella, o comunque si trattava solamente di costruzioni “religiose”, i condotti di aerazione erano camuffati da piccole cappelle, ben in vista e, per questo, forvianti.

In ambienti molto estesi, come, ad esempio, le gallerie di contromina scavate sotto alle rocche o alle cittadelle, l'areazione era uno tra i problemi più critici.

In alcuni punti venivano predisposti dei grandi mantici, capaci di soffiare grandi quantià d'aria in modo tale da garantirne il ricircolo.

Quì Jiji mostra un condotto con molteplice utilizzo.

Oltre ad areare la stanza, la illumina discretamente per alcune ore al giorno ed, eventualmente, lo si può percorrere per ritrovarsi tra la vegetazione.

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