GUIDA AI SOTTERRANEI 

 

La Guida ai Sotterranei v2.4


(E' possibile scaricare la versione 1.0 della nostra "Guida ai Sotterranei"  nella sezione downloads)
[Serpi] [Chiese e loro struttura] [Nomi e nomenclature] [Pericoli e prudenza]
[Attrezzatura e materiale] [Areazione e respirazione] [Topi] [Cinghiali] [Illuminazione] [Esplorazione]
[Preparazione fisica] [Pronto Soccorso] [Ragni] [Peste]

Introduzione
Sotto alle strade delle nostre città, sotto a numerose coltivazioni e sotto a zone di campagna vi sono tunnel, condotti e scavi nascosti. I nostri studi si occupano esclusivamente dei passaggi sotterranei che, secoli addietro, collegavano castelli e chiese tra di loro.

L’interesse che nutriamo non comprende le grotte di pietra adattate dall’uomo preistorico a dimora, e nemmeno dei sentieri sotterranei che i Lucumoni facevano scavare nel tufo, ma, generalizzando, tentiamo di occuparci del periodo che dal Medioevo arriva al Rinascimento.

Fu infatti nel primo Medioevo che la moda di costruire sottoterra prese piede e rimase in voga per diversi secoli. Da ricordare che molte di queste costruzione erano spesso rimaneggiamenti degli onnipresenti condotti romanici, ripresi soprattutto nel Rinascimento ed in età Barocca.

Alcuni tunnel, dei più artistici, sono nascosti nei sotterranei e nelle cripte delle chiese gotiche politicamente più importanti.

Stabilito, seppur a grandi linee, l’intervallo storico che andiamo a studiare, inquadriamo le località come zone del Piemonte e del Monferrato, per semplice comodità geografica.

La nostra base è Vercelli, in un ipotetico centro geografico denso di castelli interessanti. Spesso, quando non si sa da dove partire si può basarsi località dai nomi chiaramente espliciti. Da non dimenticare che a poche centinaia di chilometri di distanza c’è la Francia, anch’essa ricca dei più bei castelli dell’Europa Centrale.

Una base di conoscenze storiche ed architettoniche non è sufficiente, per svolgere correttamente questa attività ci vuole prudenza ed un minimo di attrezzatura.

Perché scavare tunnel?
I motivi che spingevano i nostri avi a scavare passaggi sotterranei erano fondamentalmente tre, per rifugiarsi; per fuggire; per nascondere.

Gruppo A - Rifugio
 
Quelli appartenenti al gruppo A (rifugio) sono di gran lunga i più diffusi, ogni castello, maniero, convento, abbazia e casa forte che si rispetti ne possedeva almeno uno. Si trattava di sotterranei simili a cantine, dalle forme prevalentemente geometriche, scavati nella terra, nella roccia o nel tufo, a seconda dell’ubicazione della dimora.

Non venivano rinforzati da mattoni o pietre e solitamente erano costituiti da camere alternate a corridoi. Non presentavano forme labirintiche ma ogni camera aveva spesse porte di legno robusto rinforzate da cardini e barre di metallo orizzontali per irrobustirne la struttura.

Talvolta potevano esserci anche diversi soldati a guardia dei passaggi. Solamente l’anticamera, in qualche occasione, presentava muri obliqui messi in modo da portare un agguato a chi avesse inseguito un fuggiasco.

L’accesso era nascosto all’interno della dimora, tramite passaggi segreti celati dietro a quadri, mobili girevoli, falsi muri, oppure nei giardini e nei cortili, dietro a siepi, all’interno di tronchi di alberi, nei pozzi dei cortili.
Importantissimo in questo tipo di sotterranei era l’areazione, in quanto, in caso di assedio le persone (anche diverse decine) sarebbero dovute sopravvivere per settimane. Per questo motivo vi costruivano stanze adibite a dispensa. Solitamente l’ingresso del sotterraneo portava ad un’anticamera dalla quale si poteva scegliere la via più opportuna, celata dietro a diverse porte di legno spesso. Le camere erano quasi sempre rettangolari, solamente nei locali molto ampi si aveva una forma circolare delle stanze.

Le volte erano a botte, sorrette da pilastri e mai in nessun caso si superavano i tre metri di altezza.
Sovente, percorrendo i corridoi, improvvise strettoie del passaggio compreso l’abbassamento del soffitto avrebbero ostacolato un inseguitore nei movimenti. Queste strettoie venivano poste in prossimità delle porte, in modo tale da renderne ancora più difficile l’abbattimento.

I sotterranei rifugio potevano ospitare anche centinaia di persone e potevano estendersi su più piani. In alcuni locali, specialmente nei tunnel francesi, sono stati trovati dei forni per cuocere il pane e delle cisterne per l’acqua che sgorgava da piccole sorgenti naturali.

Tramite pozzi e scale a pioli si potevano collegare a cavità naturali. La maggior parte di questi sotterranei si trovano in Francia, Austria, Germania e Spagna.

I passaggi più stretti che sono stati trovati misurano circa un metro per settanta centimetri, talvolta nei pressi dei quali si trovava un masso lavorato in modo da potere essere incastrato nel passaggio e bloccato dall’interno con dei cunei. Ingegnosi i nostri avi, no?

Qualcuno è anche in Italia, ma prevalentemente al confine, sulle Alpi. I sotterranei rifugio, comunque, sono in maggioranza grotte naturali adattate dall’uomo.

Le più diffuse, in Val di Susa, erano grotte druidiche scavate nei pressi di fiumi o torrenti, lontani dai villaggi dove gli uomini della setta potevano praticare di nascosto ed in pace i loro rituali.

Gruppo B - Fuga
I sotterranei di fuga, quelli del gruppo B (fuga), erano snelli e veloci. Visto che il loro compito era quello di portare il signorotto del castello o l’abate del monastero il più velocemente possibile fuori e lontano dalla sua sede, non avevano molte porte a loro difesa. Alternavano cunicoli bassi ed angusti ad altri più agevoli. Questo tipo di sotterraneo era ricoperto ed irrobustito da mattoni e pietre; la struttura labirintica serviva a sviare un eventuale inseguimento. L’interno era quindi fatto di murature a vista, spesso mista a pietre.

Molti corridoi si ricongiungevano e, di solito, era solamente una la via d’uscita, un paio al massimo. Questa poteva essere a cento metri dal castello così come ad un paio di chilometri. L’ingresso poteva essere all’interno della struttura così come all’esterno, ad esempio in un pozzo nel cortile del castello o in una grotta nascosta da pietre e alberi, oppure celato dietro a qualche mattone all’interno di un camino del castello.

Spesso l’uscita portava in chiesette, cappelle, pozzi, fattorie, case sparse nelle campagne sottostanti al castello. Raramente vi erano cunicoli sufficientemente grandi da permettere il passaggio di una carrozza, ma comunque se ne sono trovati alcuni. Questi, però,  erano più usati per collegare un castello ad un altro. Anche in questo caso l’areazione era importantissima.

Gruppo C - Nascondiglio
I sotterranei appartenenti al gruppo C (nascondiglio) venivano usati per nascondere oro e ricchezze non trasportabili. Durante il medioevo, si forgiavano piccoli e trasportabili oggetti di valore, una sorta di bancomat o carta di credito, che, in caso di assedio, potevano essere facilmente trasportati durante la fuga.

Differente per le ricchezze del re o del signorotto del castello, così come per l’abate, che avendo beni ingombranti e pesanti usavano nascondere i loro tesori e fuggire per poi recuperarli in momenti migliori. Non sempre labirintici, erano difesi da trappole e trabocchetti. Spesso l’areazione dei tunnel non veniva volutamente progettata in modo da rendere limitato il tempo di ricerca per uno che non conoscesse il punto esatto.

Spesso venivano studiati apposta per permettere il recupero del tesoro ed il ritorno in superficie in tempi piuttosto brevi e comunque al limite per chi, conoscendo la strada giusta e l’ubicazione delle trappole, potesse correre e tornare, prima di andare in debito di ossigeno. Molti tesori furono nascosti di fretta e quindi sepolti nelle cantine, sotto a caminetti, tra i merli o sotto alle finestre. In numerosi casi essi venivano riposti nello spessore dei muri.

Ma non sono solo tre tipi...
Possiamo considerare anche un quarto tipo di tunnel, se con questo termine, intendiamo un passaggio sotterraneo sacavato e percorribile dall'uomo. Nei grandi castelli e nelle rocche strategicamente importanti, (e perciò frequentemente assediate), venivano spesso costruiti dei collegamenti sotterranei capaci di collegare zone diverse della costruzione. In alcuni casi era sufficente costruire, nello spessore delle mura, dei passaggi all'interno delle mura difensive, per permettere ai soldati di spostarsi in segretezza ed in sicurezza. Ma altre volte venivano scavate delle gallerie, che poi venivano rivestite in muratura sulle pareti e sul soffitto, lasciando la pavimentazione in terra battuta, capaci di collegare, ad esempio, le torri angolari al mastio o all'armeria. Sebbene, data la loro funzione, fossero brevi, vanno considerati anch'essi tra le tipologie da studiare.
Questo è un esempio di cunicolo scavato nel tufo e nella roccia ed irrobustito da una successiva muratura, presente solo nei punti più deboli. Il rischio di frana improvvisa è alto e dipendente da troppi fattori.

L'esplorazione del passaggio deve essere affidata ad una sonda.

Oggigiorno
Dopo questa sbrigativa distinzione, possiamo parlare dello stato attuale delle cose. Ormai solo pochi tunnel sono integri, qualcuno è stato schiacciato dalla terra, qualcuno è crollato sotto ai macchinari adoperati per arare i campi e qualcun altro è stato murato.

Del Piemonte, la zona della Val di Susa, nei pressi di Torino ma verso la Val d’Aosta, è la più scavata, ma si tratta sovente di gallerie e cunicoli non attinenti a chiese ed a castelli, mentre il nostro obiettivo sono i tunnel di cui abbiamo parlato prima e le creuse; ovvero reti stradali sotterranee costruite sotto alle costruzioni religiose.

Quello che potremmo incontrare in Val di Susa, in zone tipo San Didero, che vanta i resti di un villaggio Druidico, Mocchie, la valle del Gravio o nei dintorni di Borgone, sarebbero grotte adibite a rifugio con gallerie costruite dall’uomo. Sebbene sarebbe archeologicamente interessante imbattersi in cocci di vasellame, resti di piatti o riscoprire antichi disegni ed incisioni, la nostra squadra intende occuparsi prevalentemente dei castelli e delle chiese.

L'origine
I cunicoli sotto alle chiese hanno anche un’origine diversa. Scherzosamente attribuisco il merito della larga diffusione dei tunnel sotto alle costruzioni religiose all’imperatore Costantino. Brevemente: nella seconda metà del IV secolo contribuì alla larga diffusione del Cristianesimo tramite “l’editto di tolleranza” che, per legge, chiunque sarebbe stato libero di professare il proprio culto.
Ricordiamo che all’epoca il paganesimo della Roma imperiale e gli antichi culti delle tradizioni celtiche e liguri rimasero ancora per molto tempo, ma lentamente cedettero il passo al nuovo culto cristiano.

Sta di fatto che la nostra zona, Vercelli in particolare, è da considerarsi come patria della più antica diocesi del Piemonte, il cui vescovo (seppur sempre dipendente da quello di Milano) godeva di un’enorme giurisdizione. Le irruzioni dei pagani nelle chiese sono state numerose e devastanti, tanto da indurre i cristiani ad organizzare fughe sotterranee, interrompendo i loro rituali.

Questi passaggi erano sovente nascosti in un piano sottostante a quello abitualmente adibito a cantina, o, nelle costruzioni più grandi, a cripta.

Spesso non vi erano scale ma semplici botole, dalle quali, tramite corde lunghe anche fino a sei metri, ci si poteva calare in stanze sotterranee, talvolta ricoperte di acqua stagnante, dalle quali si sarebbero dipartite alcune vie di fuga.

Sovente gli ingressi o le uscite di tunnel all’interno di chiese e cappelle erano custoditi e nascosti in cripte e sepolcri. Ovviamente per due motivi, il rispetto religioso ed il culto delle salme avrebbero ostacolato un fedele alla profanazione di esse alla ricerca di un passaggio e l’angoscia di un uomo normale costretto a vagare in tetri ambienti poco illuminati, pieni di cadaveri coinvolgeva anche chi fedele non era. Il punto è questo. Possiamo eliminare tutte le costruzioni erette “da nuove” dal 5/9/1804 in poi, ovvero da quando Napoleone decretò la legge che proibiva la sepoltura dei cadaveri all’interno degli abitati.

Molte chiese e cappelle, sono state restaurate, ampliate, e, almeno in parte, rifatte, perciò, oltre a spostare le salme in cimiteri più consoni, avranno anche murato gli ingressi ai nostri tunnles? Non sempre. Questo fenomeno è stato molto più frequente in quelle piccole costruzioni isolate, per evitare che qualcuno raggiungesse altri edifici approfittando del passaggio.

Consiglio di  evitare esplorazioni in periodi immediatamente successivi a forti temporali, si potrebbero trovare fango, melma e locali allagati. Ricordiamoci  che anche la vegetazione, se in periodi estivi, può recare moltissime insidie, oltre a nascondere buche, fosse e pozzi, nasconde animali e rettili più o meno pericolosi.

Durante il periodo della seconda guerra mondiale, durante i bombardamenti, molta gente scappava e si rifugiava nei sotterranei conosciuti e rimasti aperti. Per questo motivo venivano spesso riempiti di mine antiuomo e suppongo che qualcuna di queste possa tuttora essere presente in certi luoghi.

Un'ultima informazione, durante i lunghi periodi di assedi molti di questi tunnel veninvano fatti saltare per interrompere i passaggi, o per impedire l'ingresso da parte degli invasori o per impedire la fuga da parte degli assediati.

Insomma, veramente poco è rimasto integro e questo non è da considerarsi demoralizzante, ma deve rendere ancora più affascinante la nostra ricerca. Detto questo, buona esplorazione!

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