ALBIGESI   

 
 
 
Si tratta degli esponenti di una corrente ereticale medievale derivata dai Catari. Il nome deriva dalla regione di Albi, nella Francia Meridionale dove si insediarono questi eretici che provenivano dalla Penisola Balcanica.
Alla base del loro credo vi era il dualismo del Bene contro al Male, di tipo manicheo, sentendo molto forte una fede spirituale. Si trovarono subito contro alla corruzione del mondo in generale, soprattutto per quanto riguardava il clero cattolico, al lusso nel quale esisteva.
Predicavano il ritorno allo spirito originario del Vangelo, disprezzando la materia (dimora del male), non cedendo ai vizi. Disprezzavano tutto ciò che poteva servire al corpo, come mangiare, lavorare, sposarsi...
Accostavano ai principi evangelici alcune istanze pauperistiche, condannate dal potere civile e da quello religioso.

Tra il 1170 ed il 1208 la Chiesa promosse vare manovre di recupero degli Albigesi ma loro, sostenuti da Raimondo VI di Tolosa resistetteo inducendo il Papa Innocenzo III a guidare una crociata contro di loro, guidata da Arnoldo, abate di Citeaux, nel marzo del 1208.
Vi furono quindi diversi scontri tra Raimondo VI ed i corciati nella Francia meridionale terminata con l'occupazione di Luigi VIII di Francia delle terre degli Albigesi nel 1218.

Nel 1226 gli Albigesi si ribellarono e per due anni furono protagonisti di una guerriglia contro le truppe reali, ma, nel 1229, Raimondo VII, figlio di Raimondo VI, scese a patti con Luigi IX re di Francia, cedendogli alcune regioni e rinforzando la pace con il matrimonio di sua figlia con il principe Alfonso.

Sebbene militarmente stroncati e perseguiti dall'Inquisizione gli Albigiesi tentarono ancora tre volte di rovesciare la situazione, nel 1240, nel 1242 e nel 1245. Prontamente sedati (e sterminati) la corrente ereticale andò spegnendosi.

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