Di  fronte alla  Porta degli Zingari  ( o Arco Borrelli ) si erge  la  chiesetta  della  Madonna  di  Loreto  che 

 conserva una stupenda icona bizantina "Odigitra" (Madonna del Rito), che la famiglia Tosches commissionò

 al pittore  Giovanni Tommaso Passeri nel 1571. Questa  chiesa era frequentata da nomadi  e gente  che non

 voleva  entrare  nella " Terra ". I  fuochi ( le famiglie ) fuori le mura erano una ventina. Oltre la Porta si ricorda

 una fornace.

 Edificata nel nel 1628 da Giovanni Francesco di Sangro, annessa a un convento di Cappuccini rimpiazzato

 dall'attuale Ospedale Civile, si può ammirare un quadro della scuola del Tiziano, di recente restaurato.

 Eretta  nel XVIII  secolo nell' attuale sito su un locale donato  dal Principe di San Severo,  Raimondo di  Sangro, è 

 intitolata  alla  Madonna  Addolorata, dichiarata  patrona della  città nel 1871. Vi si venera l' icona della Coccinella

 trovata in località Carmine Vecchio nel 1576. Accanto alla chiesa vi è il palazzo ex monastero dei frati Carmelitani,

 soppresso nel 1809. La chiesa, sede della confraternita dei morti, è a navata unica in stile barocco.

 Di recente si è provveduto al restauro ad opera del pittore locale A. Saragnese.

 Fondata  dai superstiti di Fiorentino nella seconda  metà del sec. XIII, è la Chiesa Matrice della Città

 e la parrocchia più antica. Ha subito vari rifacimenti, il più importante  risale al periodo 1607-1631, che

 ne ha  modificato integralmente  l'assetto: precedentemente  il prospetto  principale si affacciava sulla

 odierna Via Rosario. Il Campanile attuale, di  stile romanico-pugliese, risale alla stessa epoca a ingloba

 reperti  lapidei provenienti  da Fiorentino e Teanum Apulum, reperti riscontrabili anche sugli altri muri

 del tempio.  L'interno, a tre navate  absidate, è ricco di opere  artistiche: tele, affreschi, lapidi funerarie,

 il coro  e il dossello del '600 in legno intagliato, con al  centro la statua del Santo.  La navata  di destra

 è ricca  di  cappelle gentilizie: la  più  impartente  è quella del  Rosario, in cui officiava  la Confraternita 

 omonima.  Questa  cappella  era  collegata  al  Castello  Ducale  mediante  un passaggio  sotterraneo.

 La  Sagrestia, sede delle  riunioni capitolari del clero e dei decurioni municipali, conserva un elaborato

 lavabo.

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 Di  proprietà dei  di Sangro è posta nelle  vicinanze del Castello  Ducale. Essa è al presente  così come fu

 rimaneggiata in epoca barocca. E' una  piccola chiesa elegante e armoniosa nelle sue linee. Nell'  interno,

 sul lato sinistro e sul lato destro dell'abside due belle rampe di scale in marmo con ringhiere in ferro battuto,

 semicircolari, si  raccordano  ad  un piano  rialzato,  all' altezza  di due metri circa  dal pavimento, su  cui è

 posto  l' Altar  Maggiore. Una  bellissima  statua  Seicentesca  della  Vergine del S.S. Rosario,  con  lunghi

 capelli veri, così come quelli  del  bambino posto  sul suo braccio sinistro, sta allogata in una nicchia posta

 sopra   l'  Altar   Maggiore. E'   una   statua   a   grandezza   naturale,   molto  suggestiva,  della  Vergine, e

 presumibilmente,  dono  considerevole,  forse,  di  Don  Raimondo  di  Sangro  o  dei  suoi discendenti, alla

 Confraternita  del  S.S.  Rosario  che  nel  1756  richiese  questa  chiesa  al Principe, come sede più ampia

 e comoda per l'accresciuta Confraternita.

 Vedi la processione del Venerdì Santo che la Confraternita tiene ogni anno >>

 Fondata nel secolo XVI, è la  seconda  parrocchia  dal  1593.  Sorta  sulla strada che congiungeva

 due  municipi romani, Teanum Apulum e Luceria, in essa ha officiato  la  Confraternita omonima.

 La chiesa,  a navata unica,  presenta diverse  cappelle laterali, un  tempo gentilizie. In quella destra

 si venera il simulacro di San Sabino, Vescovo di Canosa, patrono della città, trasportato in questo

 luogo  nel  1800  dalla  sua  omonima  chiesa  rurale.  Antico  è  il  Battistero, il  cui piede riporta una

 controversa iscrizione.