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Uchuu Kaizoku Captain Harlock - Episodio 5

di Massimo Marchetti ed Emanuela Capparella

 
AI CONFINI DELLE STELLE
 
Il primo impatto di Tadashi con l'equipaggio dell'Alkadia è traumatico, tanto da fargli pensare di aver preso la decisione sbagliata. Pensa di essere capitato in una gabbia di matti dove non c'è disciplina ed ognuno fa ciò che vuole. In poche parole, rimane molto deluso. Alla fine dell'episodio, in occasione di un attacco ad una astronave mazoniana, avrà modo di ricredersi, vedendo che in realtà l'equipaggio è formato da persone in gamba, sempre pronte quando si richiede il loro intervento.
E mentre Tadashi cerca di ambientarsi e abituarsi alla nuova vita (rimane anche vittima di diverse allucinazioni per il fatto che non è abitutato alla vita nello Spazio), Harlock abborda una delle navi da carico terrestri e oltre al grano, prende una delle bamboline che fanno parte del carico (destinate ai "bambini buoni della Terra"), pensando di portarla a Mayu. Kirita, però, ha fatto nascondere dentro gli occhi di ciascuna delle bambole delle piccole telecamere con cui può controllare Harlock e nel momento in cui questi si trova di fronte alla bambola scelta fra le tante, Kirita aziona il piccolo cannoncino nascosto nella bocca per ucciderlo. Il cannoncino fa rumore nel momento in cui viene azionato e Harlock ha i riflessi abbastanza pronti da spostarsi, salvando se stesso e anche Tadashi, che si era venuto a trovare anche lui sotto tiro.
 
Note:
  • Arrivato sul Ponte di Comando Tadashi, elogiando l'Alkadia, chiede ad Harlock chi l'abbia costruita:
    Harlock: Non lo conosci, te ne parlerò. Era un vero amico. Un grande amico, anzi.
    Tadashi: Un tuo grande amico? E adesso dov'è?
    Harlock: E' morto.
    Tadashi: Morto?
    Harlock: Morto, si. Ma sempre vivo.
    Tadashi: In te, vivo?
    Harlock: Vivo davvero. Fisicamente. Anche se è morto, Tadashi.
    Tadashi: Che cosa intendi dire? Rispondimi, ti prego!
    Harlock: Yuki, accompagna Tadashi a visitare l'astronave.
  • Quando, alla fine, Tadashi ammette di aver cambiato opinione sull'equipaggio, Harlock gli dice:
    “Tadashi, questa è un'astronave pirata, non discuto. Però, allo stesso tempo, è anche la nostra casa. Non ti sembra che sia stupido fare cerimonie anche a casa propria? Quando si chiede a ciascuno di fare il proprio dovere, la disciplina è ferrea, ma terminati gli impegni d'emergenza o di lavoro, ognuno può dormire, o giocare, o fare tutto ciò che vuole.
    L'universo è enorme, il nostro è un viaggio interminabile. Lo capisci questo, ora?”
di Massimo Marchetti (marchetti.m@libero.it)
ed Emanuela Capparella (manu.k@tiscalinet.it)
 
 

 

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“Finchè la gente non smette di credere nei propri sogni, essi non svaniscono.”