IL RE ARCHITETTO: DECADENTISMO E STORICISMO NELLA PERSONALITA' ARTISTICA DI LUDWIG II |
LA NOTTE E IL GIORNO |
da
Dove sono i miei anni? Walther von der Vogelweide (c. 11701230)
Ora so quando sarà l'ultimo mattino - quando la
luce non fugherà più la notte e l'amore - quando il sonno sarà eterno e Un unico sogno
inesauribile. Una celeste stanchezza sento in me. - Lungo e spossante fu per me il
pellegrinaggio al sacro sepolcro, opprimente la croce. L'onda cristallina che
impercettibile ai sensi comuni, sgorga dall'oscuro grambo del tumulo, ai cui piedi si
frange il flutto terrestre, chi l'ha gustata chi stette in alto sulle montagne a
discrimine del mondo, e ha guardato in giù nella nuova terra, nella sede della notte - in
verità costui non tornerà più al tramestio del mondo, nella terra dove in perenne
inquietudine la luce dimora. Quale voluttà, quale piacere offre la tua vita, che siano compenso alle estasi della morte? Tutto quanto ci esalta non porta i colori della notte? Novalis Inni alla notte |
"Look
on me! there is an order of mortals on the earth, who do become old in their youth, and die ere middle-age, without the violence of warlike death; some perishing of pleasure, some of study, some worn with toil, some of mere weariness, some of disease and some insanity, and some of wither'd or of broken hearts." G. Byron Manfred (Guardami! C'è un destino
"perché il 'giorno' con la sua luce abbagliante non (mi)
acceca più; chi contempla con amore la notte della morte
" |
Ecco perché probabilmente la sua vita si distaccò sempre più dal mondo del giorno per approdare alla notte, quando finalmente tace la falsa vita illuminata dal sole ed emerge quella vera, della notte, la vita dell'eternità non del contingente. Una concezione che si lega potentemente alla poesia romantica, in particolare a Novalis, ma anche a Shelley e Byron (quest'ultimo uno dei suoi autori preferiti) e più ancora ad alcune opere di Wagner e in particolare al Tristano e Isotta del quale Ludwig fu il principale mecenate, ma, secondo Wagner stesso, anche l'ispiratore, come forse lo fu dello stesso Parsifal progettato ancora nel 1867 dal grande compositore. Gran parte del duetto dell'atto secondo rimarca, infatti, proprio questo concetto contrapponendo la falsità del giorno alla verità e forza ideale della notte. Tale concetto, come ha messo ben in evidenza Manacorda in un saggio datato, ma sempre fondamentale che accompagna l'egregia traduzione del libretto wagneriano, si lega alla concezione filosofica di Schopenahuer e soprattutto al desiderio di annullamento nel tutto, mettendo in relazione la notte con la morte ed essa con il passaggio ad un'altra dimensione della vita. cioè la sua "vera" dimensione.Ciò aggiunge quindi nuovi spunti di riflessione sulla tematica del Tristano e Isotta, utilizzato come ciclo iconografico nella camera del re a Neuschwanstein. Con esso, quindi, non intendeva soltanto celebrare l'amore ideale, ma soprattutto quello che fu lo scopo di tutte le sue realizzazioni: l'unione, la fusione totale con l'infinito: "Nell'ondeggiante oceano Nell'armonia sonora, Del respiro del mondo Nell'alitante Tutto... Naufragare, Affondare... Inconsapevolmente... Suprema letizia!" |