IL RE ARCHITETTO: DECADENTISMO E STORICISMO NELLA PERSONALITA' ARTISTICA DI LUDWIG II

 



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Ludwig II Wittelsbach ritratto dalla scultrice Elisabeth Ney nel 1869-'70

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INDICE A LOUIS II DE BAVIERE

Roi, le seul vrai roi de ce siècle, salut, Sire,
Qui voulutes mourir vengeant votre raison
Des choses de la politique et du délire
De cette Science intruse dans la maison,

De cette Science assassin de l'Oraison
Et du Chant et de l'Art et de toute la Lyre,
Et simplement, et plein d'orgueil en floraison,
Tuâtes en mourant, salut. Roi! bravo, Sire!

Vous fûtes un poète, un soldat, le seul Roi
De ce siècle où les rois se font si peu de chose,
Et le martyr de la Raison selon la Foi.

Salut à votre très unique apothéose,
Et que votre âme ait son fier cortège, or et fer,
Sur un air magnifique et joyeux de Wagner.

                                                              (P. Verlaine)

blupulse.gif (476 byte) L'ESTETISMO DI LUDWIG
blupulse.gif (476 byte) NATURA: UN'UNITA' PROFONDA E BUIA
blupulse.gif (476 byte) NATURA E MUSICA
blupulse.gif (476 byte) SPAZIO IDEALE
blupulse.gif (476 byte) ARTE E GENIO
blupulse.gif (476 byte) I SENSI E LO SPIRITO
blupulse.gif (476 byte) LA "SUBLIME" ARCHITETTURA
blupulse.gif (476 byte) L'INCARNAZIONE DI DES ESSEINTES
blupulse.gif (476 byte) COME UN SIGNORE DEL RINASCIMENTO
blupulse.gif (476 byte) DECORAZIONE TRA STORICISMO E ART NOVEAU
blupulse.gif (476 byte) ARTIFICI DELLA LUCE
blupulse.gif (476 byte) ARCHITETTURA E TEATRO
blupulse.gif (476 byte) LA NOTTE E IL GIORNO

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L'ESTETISMO DI LUDWIG

 

Dato il continuo sfruttamento commerciale della personalità e della storia di Ludwig II, la sua opera spesso rischia di essere considerata solo come una folle stranezza da cartoon disneyano, dimenticando il suo apporto alla cultura europea del secondo Ottocento. D'altra parte, nonostante le migliaia di persone che ogni anno visitano i suoi castelli, egli sembra passare quasi indenne da questo "bagno di folla" conservando gran parte del suo inaccessibile mistero. Il re cigno, il re pazzo, il re delle favole era, in realtà, uno dei più raffinati esteti del suo tempo, come ben aveva compreso Luchino Visconti nel film a lui dedicato, ma la sua eccellente analisi sembra essere rimasta ancora oggi un caso isolato: meglio pensare a Ludwig solo come ad una personalità bizzarra e originale, ma in fondo inconsistente, incoerente, frutto probabilmente di un incrocio di geni mal riuscito o, addirittura, di qualche malattia infamante. E' senz'altro più facile che mettere in discussione convenzioni sociali, moralismi, certezze incrollabili quanto vuote o, semplicemente, il comune buon senso. Difficilmente si pensa alle sue realizzazioni come frutto di una concezione dell'arte ben precisa, di una poetica che si inserisce all'interno dei più originali orientamenti artistici che precedono l'art-noveau. Una vita e una morte ancora oggi da esorcizzare per quella inestricabile commistione di sovrumana bellezza e precoce autodistruzione, mirabile lucidità intelletuale e cosciente follia, con la stessa carica trasgressiva contro le convenzioni sociali di certi personaggi del suo scrittore preferito, Friedrich Schiller.

L'ARTE PRIMA DI TUTTO

Come dicevamo, la personalità di Ludwig ci appare alquanto complessa e si impone come uno dei più interessanti esempi, insieme a Huysman, Wilde, D'Annunzio di estetismo di fine secolo. Se per questi ultimi la modalità espressiva più consona era la scrittura ( ma non solo: si veda a questo proposito la realizzazione del Vittoriale degli Italiani di Gabriele d'Annunzio) nel caso di Ludwig i suoi mezzi di comunicazione privilegiati furono senz'altro l'architettura, l'arredamento, la scenografia, la decorazione e in questo senso il suo lavoro si può senz'altro avvicinare a quello di Dante Gabriele Rossetti, ai Preraffaelliti e Nazareni e, come vedremo, anche alle realizzazioni e teorizzazioni di John Ruskin,Viollet le Duc, Wilhelm Lubke, (ma non va dimenticato anche il grande architetto Gottifred Semper) e alle soluzioni decorative di William Morris. Se il re rifuggiva, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, dagli impegni di governo era, invece, come è noto, un infaticabile lettore di storia, letteratura, teatro, sensibile appassionato di musica non solo wagneriana (ricordiamo, per esempio, che a lui furono dedicate le sinfonie n. 3 e n. 7 di Anton Bruckner e che il re amava anche Weber, Gluck, Verdi solo per citarne alcuni) e la sua produzione artistica rappresenta una delle più originali creazioni dello storicismo della seconda metà del secolo XIX, proprio per quel nostalgico ritorno al passato che mantiene, però, ben in evidenza il suo rapporto con la modernità. Far rivivere l'era del Re Sole, cioè della monarchia per diritto divino o un fantastico Medioevo neoromanico e neogotico potrebbe essere scambiata solo per la velleità un po' folle di un personaggio eccentrico, ma, in realtà, non è stata sottolineata a sufficienza la modernità delle sue scelte stilistiche che per certi versi precorrono l'art noveau e per altri si inquadrano pienamente in quella cultura decadente che si richiama al Romanticismo della prima metà del secolo (sottolineando, però, la centralità assoluta dell'arte e il distacco profondo dall'industrializzazione di massa) con la sua inscindibile commistione di riferimenti alle innovazioni tecnico-scientifiche e lo sguardo nostalgicamente rivolto al passato e alle radici storiche irrimediabilmente perdute.

COME HUYSMAN, WILDE, D'ANNUNZIO E...

L'atteggiamento di Ludwig, quindi, non appare di per sé diverso rispetto a quello di D'Annunzio o di Huysman. L'esteta per eccellenza era per Huysman come per D'Annunzio o Wilde (ricordiamo che nel Ritratto di Dorian Gray il vero esteta è lord Henry non tanto Dorian) l'ultimo discendente di una nobile antica famiglia irrimediabilmente risucchiata dagli impietosi cambiamenti del XIX secolo. Ludwig incarnò uno di questi personaggi, intuì la fine di un'epoca e fece di quel crepuscolo inevitabile una forma d'arte. Egli disse una volta che non essendo un poeta non poteva esprimere convenientemente questi sentimenti, ma sottovalutava il suo potere di comunicazione attraverso l'arte e l'architettura. Le opere così gelosamente create solo per se stesso sono oggi una delle poche testimonianze di un ambiente interamente realizzato da un esteta della seconda metà del secolo, e come tali appaiono quasi uniche, costruzioni totalizzanti di uno spazio mentale da parte di un intellettuale che può trovare solo in Des Essaintes un degno parallelo letteriario. Ma se la casa di Des Essaintes possiamo solo ricostruirla attraverso le parole di Huysman, i castelli di Ludwig ci forniscono la visione tangibile di quel mondo, paragonabili soltanto alla dannunziana Prioria del Vittoriale (o alla Capponcina, la famosa villa che d'Annunzio possedeva in Toscana i cui arredi furono poi venduti all'asta). Egli fu "l'esteta", con la sua maniacale tendenza alla perfezione, il suo continuo ricorso al teatro, la sua ansiosa ricerca di una bellezza fantastica e volutamente inutile ai fini pratici, proprio perché totalmente pura e ideale. Così sovrabbondante di "materia" eppure così mistica e irraggiungibile, sempre in evoluzione, alla perenne ricerca di un approdo mai neppure avvicinato. E anche in questo caso si ripropongono le affinità con D'Annunzio: oltre all'ovvio riferimento al loro gusto fortemente ecclettico, all'horror vacui che caratterizza le loro residenze, vi è una complessa storia di relazioni sentimentali e sessuali, mai sviscerate fino in fondo, una religiosità a sfondo fortemente mistico-sincretico e universalizzante con accenti panici molto accentuati e la relativa tendenza a trasformare la propria casa in una sorta di sacrario dove si celebrino gli ideali eterni dell'eroismo e del potere, dell'effusione del sangue per l'ideale. Ricordiamo, a questo proposito, che tra i progetti di Ludwig non realizzati figura anche una sorta di tempio del Graal in stile bizantino e che il sovrano fa riferimento nel suo diario segreto alla effusione espiatoria del sangue alla quale attribuiva una valenza sacra (riferendosi direttamente al Graal). E al Graal, naturalmente, è dedicato anche Neuschwanstein dove i riferimenti a Parsifal e Lohengrin appaiono costanti. Inoltre tra le creazioni del sovrano oggi scomparse c'era anche la capanna dell'eremita Gurnemanz sempre tratta dall'allestimento dell'opera wagneriana Parsifal, utilizzata come capanno di caccia presso Linderhof. Analogamente nella Prioria del Vittoriale D'Annunzio fa costantemente riferimento alla "Passione" con relativo dono del proprio sangue sia con il richiamo alle stimmate francescane e al San Sebastiano sia con il ricorso insistente ai simboli della Passione di Cristo stesso. L'eroismo è "Passione" nella carne, sacrificio fino al sangue, perché l'azione eroica eleva e purifica ancor più dell'arte: concetti espressi nell'opera dannunziana nei quali troviamo singolari consonanze con la personalità del re bavarese. Del resto, un altro punto in comune con l'estetismo è senz'altro l'ammirazione per Wagner che ritroviamo in molti artisti dell'epoca, si pensi per esempio a Gustave Moreau, ma anche a William Morris e allo stesso Baudelaire. Ludwig si rivela, quindi, proprio in virtù del suo arcaismo un personaggio estremamente moderno e per molti aspetti un precursore delle future tendenze artistico-letterarie (ricordiamo, infatti, che gli autori citati scrissero i loro romanzi estetizzanti verso la fine della sua vita o dopo la sua morte).

 

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