IL RE ARCHITETTO: DECADENTISMO E STORICISMO NELLA PERSONALITA' ARTISTICA DI LUDWIG II
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Ludwig II Wittelsbach ritratto dalla scultrice Elisabeth Ney nel 1869-'70 |
A LOUIS II DE BAVIERE Roi,
le seul vrai roi de ce siècle, salut, Sire, De cette Science assassin de l'Oraison Vous fûtes un poète, un soldat, le seul Roi Salut à votre très unique apothéose, |
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L'ESTETISMO DI LUDWIG | ||
NATURA: UN'UNITA' PROFONDA E BUIA | ||
NATURA E MUSICA | ||
SPAZIO IDEALE | ||
ARTE E GENIO | ||
I SENSI E LO SPIRITO | ||
LA "SUBLIME" ARCHITETTURA | ||
L'INCARNAZIONE DI DES ESSEINTES | ||
COME UN SIGNORE DEL RINASCIMENTO | ||
DECORAZIONE TRA STORICISMO E ART NOVEAU | ||
ARTIFICI DELLA LUCE | ||
ARCHITETTURA E TEATRO | ||
LA NOTTE E IL GIORNO |
Dato il continuo sfruttamento commerciale della personalità e della
storia di Ludwig II, la sua opera spesso rischia di essere considerata solo come una folle
stranezza da cartoon disneyano, dimenticando il suo apporto alla cultura europea del
secondo Ottocento. D'altra parte, nonostante le migliaia di persone che ogni anno visitano
i suoi castelli, egli sembra passare quasi indenne da questo "bagno di folla"
conservando gran parte del suo inaccessibile mistero. Il re cigno, il re pazzo, il re
delle favole era, in realtà, uno dei più raffinati esteti del suo tempo, come ben aveva
compreso Luchino Visconti nel film a lui dedicato, ma la sua eccellente analisi sembra
essere rimasta ancora oggi un caso isolato: meglio pensare a Ludwig solo come ad una
personalità bizzarra e originale, ma in fondo inconsistente, incoerente, frutto
probabilmente di un incrocio di geni mal riuscito o, addirittura, di qualche malattia
infamante. E' senz'altro più facile che mettere in discussione convenzioni sociali,
moralismi, certezze incrollabili quanto vuote o, semplicemente, il comune buon senso.
Difficilmente si pensa alle sue realizzazioni come frutto di una concezione dell'arte ben
precisa, di una poetica che si inserisce all'interno dei più originali orientamenti
artistici che precedono l'art-noveau. Una vita e una morte ancora oggi da esorcizzare per
quella inestricabile commistione di sovrumana bellezza e precoce autodistruzione, mirabile
lucidità intelletuale e cosciente follia, con la stessa carica trasgressiva contro le
convenzioni sociali di certi personaggi del suo scrittore preferito, Friedrich Schiller. |
Come dicevamo, la personalità di Ludwig ci appare alquanto complessa e si
impone come uno dei più interessanti esempi, insieme a Huysman, Wilde, D'Annunzio di
estetismo di fine secolo. Se per questi ultimi la modalità espressiva più consona era la
scrittura ( ma non solo: si veda a questo proposito la realizzazione del Vittoriale degli
Italiani di Gabriele d'Annunzio) nel caso di Ludwig i suoi mezzi di comunicazione
privilegiati furono senz'altro l'architettura, l'arredamento, la scenografia, la
decorazione e in questo senso il suo lavoro si può senz'altro avvicinare a quello di
Dante Gabriele Rossetti, ai Preraffaelliti e Nazareni e, come vedremo, anche alle
realizzazioni e teorizzazioni di John Ruskin,Viollet le Duc, Wilhelm Lubke, (ma non va
dimenticato anche il grande architetto Gottifred Semper) e alle soluzioni decorative di
William Morris. Se il re rifuggiva, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, dagli
impegni di governo era, invece, come è noto, un infaticabile lettore di storia,
letteratura, teatro, sensibile appassionato di musica non solo wagneriana (ricordiamo, per
esempio, che a lui furono dedicate le sinfonie n. 3 e n. 7 di Anton Bruckner e che il re
amava anche Weber, Gluck, Verdi solo per citarne alcuni) e la sua produzione artistica
rappresenta una delle più originali creazioni dello storicismo della seconda metà del
secolo XIX, proprio per quel nostalgico ritorno al passato che mantiene, però, ben in
evidenza il suo rapporto con la modernità. Far rivivere l'era del Re Sole, cioè della
monarchia per diritto divino o un fantastico Medioevo neoromanico e neogotico potrebbe
essere scambiata solo per la velleità un po' folle di un personaggio eccentrico, ma, in
realtà, non è stata sottolineata a sufficienza la modernità delle sue scelte
stilistiche che per certi versi precorrono l'art noveau e per altri si inquadrano
pienamente in quella cultura decadente che si richiama al Romanticismo della prima metà
del secolo (sottolineando, però, la centralità assoluta dell'arte e il distacco profondo
dall'industrializzazione di massa) con la sua inscindibile commistione di riferimenti alle
innovazioni tecnico-scientifiche e lo sguardo nostalgicamente rivolto al passato e alle
radici storiche irrimediabilmente perdute. |
COME HUYSMAN, WILDE, D'ANNUNZIO E...
L'atteggiamento
di Ludwig, quindi, non appare di per sé diverso rispetto a quello di D'Annunzio o di
Huysman. L'esteta per eccellenza era per Huysman come per D'Annunzio o Wilde (ricordiamo
che nel Ritratto di Dorian Gray il vero esteta è lord Henry non tanto Dorian)
l'ultimo discendente di una nobile antica famiglia irrimediabilmente risucchiata dagli
impietosi cambiamenti del XIX secolo. Ludwig incarnò uno di questi personaggi, intuì la
fine di un'epoca e fece di quel crepuscolo inevitabile una forma d'arte. Egli disse una
volta che non essendo un poeta non poteva esprimere convenientemente questi sentimenti, ma
sottovalutava il suo potere di comunicazione attraverso l'arte e l'architettura. Le opere
così gelosamente create solo per se stesso sono oggi una delle poche testimonianze di un
ambiente interamente realizzato da un esteta della seconda metà del secolo, e come tali
appaiono quasi uniche, costruzioni totalizzanti di uno spazio mentale da parte di un
intellettuale che può trovare solo in Des Essaintes un degno parallelo letteriario. Ma se
la casa di Des Essaintes possiamo solo ricostruirla attraverso le parole di Huysman, i
castelli di Ludwig ci forniscono la visione tangibile di quel mondo, paragonabili soltanto
alla dannunziana Prioria del Vittoriale (o alla Capponcina, la famosa villa che d'Annunzio
possedeva in Toscana i cui arredi furono poi venduti all'asta). Egli fu
"l'esteta", con la sua maniacale tendenza alla perfezione, il suo continuo
ricorso al teatro, la sua ansiosa ricerca di una bellezza fantastica e volutamente inutile
ai fini pratici, proprio perché totalmente pura e ideale. Così sovrabbondante di
"materia" eppure così mistica e irraggiungibile, sempre in evoluzione, alla
perenne ricerca di un approdo mai neppure avvicinato. E anche in questo caso si
ripropongono le affinità con D'Annunzio: oltre all'ovvio riferimento al loro gusto
fortemente ecclettico, all'horror vacui che caratterizza le loro residenze,
vi è una complessa storia di relazioni sentimentali e sessuali, mai sviscerate fino in
fondo, una religiosità a sfondo fortemente mistico-sincretico e universalizzante con
accenti panici molto accentuati e la relativa tendenza a trasformare la propria casa in
una sorta di sacrario dove si celebrino gli ideali eterni dell'eroismo e del potere,
dell'effusione del sangue per l'ideale. Ricordiamo, a questo proposito, che tra i progetti
di Ludwig non realizzati figura anche una sorta di tempio del Graal in stile
bizantino e che il sovrano fa riferimento nel suo diario segreto alla effusione espiatoria del sangue
alla quale attribuiva una valenza sacra (riferendosi direttamente al Graal). E al Graal,
naturalmente, è dedicato anche Neuschwanstein
dove i riferimenti a Parsifal e Lohengrin appaiono costanti. Inoltre tra le creazioni del
sovrano oggi scomparse c'era anche la capanna
dell'eremita Gurnemanz sempre tratta dall'allestimento dell'opera wagneriana Parsifal,
utilizzata come capanno di caccia presso Linderhof. Analogamente nella Prioria del
Vittoriale D'Annunzio fa costantemente riferimento alla "Passione"
con relativo dono del proprio sangue sia con il richiamo alle stimmate francescane e al
San Sebastiano sia con il ricorso insistente ai simboli della Passione di Cristo stesso.
L'eroismo è "Passione" nella carne, sacrificio fino al sangue, perché l'azione
eroica eleva e purifica ancor più dell'arte: concetti espressi nell'opera dannunziana nei
quali troviamo singolari consonanze con la personalità del re bavarese. Del resto, un
altro punto in comune con l'estetismo è senz'altro l'ammirazione per Wagner che
ritroviamo in molti artisti dell'epoca, si pensi per esempio a Gustave Moreau, ma anche a William Morris e
allo stesso Baudelaire. Ludwig si rivela,
quindi, proprio in virtù del suo arcaismo un personaggio estremamente moderno e per molti
aspetti un precursore delle future tendenze artistico-letterarie (ricordiamo, infatti, che
gli autori citati scrissero i loro romanzi estetizzanti verso la fine della sua vita o
dopo la sua morte). |