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LA COSTRUZIONE DELL'OCP EVIDENZIA LA MANCANZA DI STUDI
TECNICI
Aggiornamento di Acciòn Ecològica
Relativamente alla costruzione dell'Oleodotto de Crudos Pesados
(OCP), le inconsistenze ed i vuoti dello studio d'impatto
ambientale stanno emergendo durante il processo di
implementazione dei tubi in vari tratti del percorso. Lo studio
era servito come base per la concessione della Licenza
Ambientale, che è condizione per la costruzione
dell'Oleodotto de Crudos Pesados (OCP). Solo ora che mancano
pochi mesi alla realizzazione da parte del Consorzio per
concludere la costruzione dell'oleodotto, e a causa degli
ostacoli incontrati nel cammino, si sta avvertendo la
necessità di contare su dati più precisi inerenti
il terreno del tragitto.
Le denunce degli ecologisti in merito alla qualità, alla
profondità e all'estensione dello studio presentato,
evidenziano la complessità e la diversità dei 500
km. della rotta dell'OCP. Non sono state ascoltate dalle
autorità competenti (Ministro dell'Ambiente e dell'Energia
e Miniera) che hanno concesso la menzionata licenza contro
l'opposizione di diversi settori della popolazione locale e degli
ambientalisti.
Un altro reclamo degli ecologisti è legato allo Studio di
Impatto Ambientale. Presentato e approvato, esso non comprende i
danni provocati dalle operazioni dell'oleodotto nella regione
amazzonica, come conseguenza dell'ampliamento della frontiera
petrolifera. L'approvazione di questo documento tecnico ha reso
evidente che le istituzioni statali incaricate della questione
per promuovere l'opera hanno dato priorità a criteri
politici invece che a criteri tecnici di supervisione. La
denuncia prosegue avvertendo l'esistenza di zone geologicamente
instabili e ambientalmente fragili, di fronte alle quali gli
argomenti tecnici dell'OCP non presentavano garanzie sufficienti.
L'avanzata dei lavori del Consorzio OCP rivela effettivamente che
le decisioni tecniche in relazione alla rotta e alla tecnologia
utilizzata si sono prese senza un solido sostegno.
Nella laguna di Papallacta, quando si è aperta la pista e
si stava scavando, si è identificata l'esistenza di una
falla geologica che rappresenta un grave rischio per le
operazioni dell'oleodotto. Ed è proprio ciò che gli
ambientalisti hanno sottolineato in merito ai rischi di incidenti
nella tuberia dell'oleodotto riguardante l'approvvigionamento
dell'acqua potabile per Quito. La compagnia ha deciso di
realizzare una "microvariante" e muovere di mille metri la rotta
per evitare la falla geologica. Nel Memorandum N.
DINAPA-CSA-076-2002 del 7 febbraio di quest'anno, dove si riporta
l'ispezione dell'OCP a Mindo, l'ing. Carlos Paez, Direttore
Nazionale della Protezione Ambientale del Ministero dell'Energia
e delle Miniere, indirizza una lettera alla Sottosegretaria per
la Protezione Ambientale, dove si apprende che l'ispezione
è sollecitata dalla stessa impresa per verificare i
supposti danni causati alla via da parte dei gruppi ecologisti
installati nell'accampamento in difesa del bosco. Il documento
dice chiaramente che "i danni prodotti sia nella via di accesso
sia nel DDV (diritto alla via) sono stati causati
fondamentalmente per mancanza di mantenimento di queste zone".
Nella lettera si raccomanda di "dichiarare una non
conformità maggiore con i procedimenti approvati nel piano
di gestione ambientale e nel piano di abbandono temporale delle
opere" nella via Guarumos. In questo stesso documento, l'Ing.
Paez chiede che "la Direzione Nazionale degli Idrocarburi proceda
a sanzionare la compagnia per ciò che è incompiuto.
Un altra raccomandazione del documento è che prima di
continuare dei lavori, " si dovranno presentare studi geologici e
geotecnici complementari che identifichino in modo preciso il
tipo di suolo esistente". Identificare "il tipo di suolo
esistente" a questo livello del processo?
Il documento si riferisce unicamente alla via di accesso alla
collina Guarumos, ma non comprende un'ispezione delle opere
dentro il Bosco Protettore Mindo-Nambillo. Come è stato
constatato da giornalisti che hanno visitato la zona:
- Si sono aperti varchi nel bosco;
- La grandezza del varco supera quanto menzionato dagli studi di
impatto ambientale;
- Ciò che maggiormente preoccupa è che solo alcuni
rischi emergono durante la costruzione dell'oleodotto, ma per
conoscerne altri, sarà necessario che l'opera entri in
funzione e causi costi molto alti per la quantità di
dispersione e incidenti che colpiscono sia gli ecosistemi sia le
comunità lungo tutto il percorso.
Questi fatti dimostrano ciò che si sta denunciando da
oltre un anno nel processo di contrattazione del consorzio OCP e
di costruzione dell'oleodotto:
- Che l'approvazione dello Studio di Impatto Ambientale è
stato il risultato di pressione politica e non di un esame
tecnico da parte delle istituzioni ufficiali.
- Che tutto il processo è stato viziato dalla mancata
applicazione delle normative ambientali nazionali e
internazionali;
- Che si sono violati i diritti delle comunità e delle
persone lungo il tragitto dell'oleodotto;
Che tutto il processo di aggiudicazione, contrattazione e
costruzione dell'OCP è prodotto dalla corruzione.
- Questi argomenti, debitamente sostenuti, sono utilizzati per
comprovare le irregolarità commesse dal Consorzio OCP come
parte della richiesta di annullamento del prestito concesso dalla
WestLB per la costruzione dell'opera.
Quito (Ecuador), venerdi 15 febbraio 2002
Ivonne Ramos, Acción Ecológica
Alejandro de Valdez N24-33 y La Gasca, Tlfs (593-2) 2547 516 /
2527 583 - Quito-Ecuador, E-mail: amazonia@accionecologica.org,
web: www.accionecologica.org
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