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Urgente: Ecuador, arrestati illegalmente ecologisti che protestavano contro l'oleodotto OCP. Tra di loro due italiani

Durante la giornata del 25 marzo sessanta poliziotti delle forze speciali della polizia nazionale ecuadoriana hanno fatto irruzione nell'accampamento ecologista di Mindo. Diciassette persone sono state arrestate; tre ecuadoriani e quattordici stranieri, tra loro due italiani: Paola Colleoni e Matteo Giacometti.

Il campo ecologista era stato allestito per proteggere pacificamente il territorio di Mindo-Nambillo dall'imminente distruzione causata dal megaprogetto dell'Oleodotto di greggio pesante (OCP). C'é il rischio di causare un danno senza precedenti all'eco- sistema, agli abitanti ed alle loro economie. Nel consorzio di multinazionali petrolifere che stanno costruendo il mega oleodotto di cinquecento chilometri vi è anche l'italiana ENI-Agip, già responsabile di numerosi danni ambientali e sociali in Ecuador.

Durante l'irruzione violenta all'interno del campo sono stati ripetutamente violati i diritti degli ecologisti: non gli è stato contestato nessun reato, nessuno dei quattordici stranieri ha avuto la possibilità di avvisare le rispettive ambasciate. Gli arrestati inoltre si trovavano in un terreno privato con l'autorizzazione del proprietario. Crediamo che questo sia un avvenimento gravissimo, che dimostra quanto forte sia il braccio e l'influenza delle multinazionali del petrolio nei Paesi dell'America Latina. Questa mattina a Quito, presso la Intendenza di Pichinchia si terrà l'udienza con la polizia e con gli ufficiali del governo ecuadoriano.

Chiediamo la immediata scarcerazione per tutti i detenuti nel centro di detenzione temporanea a Quito e l'immediata presa di posizione su questo atto gravissimo da parte del Governo Ecuadoriano. Riaffermiamo con forza la nostra volontà, insieme alle organizzazioni ecuadoriane, di portare avanti la nostra campagna per impedire la costruzione dell'oleodotto di greggio pesante che avrà come unico effetto quello di aumentare la violenza e la militarizzazione della zona, distruggere le ultime foreste vergini dell'Ecuador, danneggiare irrimediabilmente le economie locali e rurali, violare la cultura e la identità dei popoli indigeni ed estinguere una buona parte della biodiversità del paese e indebolire ulteriormente la già "dollarizzata" economia ecuadoriana.

I promotori della campagna OCP

'tutti siamo figli della terra'

Ultimo agg.: 19.1.2004. XHTML 1.0 / CSS. URL: www.uwa.it/news/2002/news020326.htm
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