Come tutti i paesi sardi, anche Vallermosa, è ricca di tradizioni, legate al mondo del lavoro, e quindi alla pastorizia e all'agricoltura, ma anche, anzi sopratutto (perché sono quelle che si sono conservate meglio) legate alla fede cristiana, profondamente radicata nell'isola.
In questo contesto ne
citiamo alcune ancora in uso, tralasciando, non perché meno importanti, ma solo
per questioni di spazio, quelle che ormai si sono perse con il passare del
tempo....
Per la candelora (il 2 febbraio ) i proprietari di bestiame ovino usavano eseguire la prima mungitura ed il prodotto di quel giorno veniva offerto gratuitamente ai poveri .
I proprietari terrieri erano soliti concedere gratuitamente un terreno per la semina delle fave a coloro che nel mese di ottobre "mesi de ladamini" portavano dello sterco, raccolto nelle strade durante l’estate e necessario per la fertilità del terreno quando si doveva seminare il grano .
Nel
mese di maggio avviene tutt’ora la tosatura delle pecore "sa tundimenta".
Nell’ovile
c’è un gran da fare : alle bestie, legate per la quattro zampe, viene tolto
il vello e successivamente preparato per essere venduto .
Terminata questa operazione, a cui intervengono molte persone, in quanto, tra i
pastori, e d’uso aiutarsi reciprocamente, si passa ai festeggiamenti : si beve
,si ride, si mangia.
Un
altro straordinario momento, ricco di tradizioni, in grado di attirare
l'attenzione di parecchi turisti, è lo svolgimento delle feste
popolari, durante le quali non mancano balli tradizionali, affascinanti
processioni, costumi, gare poetiche in lingua sarda, la degustazione dei
prodotti tipici locali, e l'esposizione e la valorizzazione dei prodotti
dell'artigianato locale.
Sono singolari a Vallermosa, durante la festa del Patrono S.Lucifero, i giochi organizzati con il così detto "truncu de Santu Luzziferu", un grosso tronco ricavato da un albero delle montagne circostanti, scelto con cura e appositamente preparato che viene poi bruciato alla fine dei festeggiamenti.