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COPERTINA

PRESSIONE
(VEDI MAPPA)

13) BASSA PRESSIONE: si usa in piccoli impianti (stirerie, lavanderie industriali, industrie alimentari, ecc.) non superando le 3 - 4 atmosfere. Sulle navi si usano piccoli impianti che recuperano il calore dei fumi del motore Diesel per produrre vapore dall'acqua di mare, vapore che poi viene condensato per ottenere quindi a basso costo acqua dolce per usi non potabili, oppure per produrre acqua calda per gli usi sanitari.

14) MEDIA PRESSIONE: negli impianti di forza motrice (treni, navi) si usano pressioni variabili fra 30 e 100 atmosfere. Questi tipi di impianti, se sono nuovi, sono molto sofisticati con soluzioni di alta tecnologia sia nei materiali che nei controlli. Anche nelle centrali termonucleari si usano pressioni di questo tipo, poiché il vapore viene prodotto in circuito a doppio scambio di calore e quindi a temperature relativamente basse(*).

15) ALTA PRESSIONE: comprese fra 100 e 200 atmosfere, sono di norma per le centrali termoelettriche. In queste condizioni si raggiunge il massimo di rendimento, sia termico (utilizzazione del calore per produrre vapore), sia termodinamico (utilizzazione del vapore per produrre lavoro). L'alta pressione è accompagnata anche da alta temperatura, nell'ordine di 500 - 700 °C (quando si superano i 500 °C i tubi devono essere però inossidabili, non bastando più le protezioni chimiche per evitare corrosioni e incrostazioni). E' anche utile effettuare non uno ma due o anche tre risurriscaldamenti del vapore, ampliando così l'area utile del diagramma p - v.

16) IPERCRITICA: significa superare le 224 atm, giungendo anche oltre 300, con temperature di lavoro di oltre 500 °C. Il vantaggio fondamentale è quello di avere a disposizione una grandissima entalpia, con la possibilità di forti accelerazioni e decelerazioni nella conduzione della turbina. Gli svantaggi sono però altrettanto grandi: materiali e sezioni speciali, sistemi di controllo e sicurezza molto impegnativi, personale di altissima competenza.

(*) il calore prodotto dalla pila atomica viene prelevato da un apposito circuito nel quale scorre acqua o meglio sodio oppure cesio fuso. In uno scambiatore il liquido caldo cede la sua energia all'acqua della caldaia vera e propria, che vaporizzata muove l'asse del motore.