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BRE.BE.MI e TANG.EST.EST

Tangenziale Est-Est, i Comuni si dividono

«La tangenziale si farà, lo vuole la gente»

Il corteo di protesta ingolfa la Cerca

Gli agricoltori al fianco della gente:
«In campo per difendere il territorio»

«Noi non cederemo alla prepotenza»

«L'opera non risolverà i problemi del traffico»

I Verdi: contro lo smog manca la prevenzione




Dal metano all'idrogeno, città alla svolta
San Donato   La proposta della Bmw piace alla giunta che ha dato la disponibilità per un distributore

San Donato   San Donato in un futuro non lontano potrebbe essere conosciuta non solo come città del metano, ma anche come città dell'idrogeno. Fausto Gardoni, presidente della Bmw Italia, che ha sede proprio tra le mura sandonatesi, ha infatti illustrato domenica ai cittadini l'auto ad idrogeno. L'occasione, la conferenza in piazza della Pieve "Gli scenari per un'aria pulita", incontro all'interno della manifestazione "Una città per tutti". Tema principale l'inquinamento atmosferico e come combatterlo. La risposta della Bmw è l'idrogeno, che non inquina in quanto la sua combustione produce vapore acqueo.
Viene estratto dal metano, dai fossili oppure è ottenuto mediante elettrolisi dell'acqua. «La tecnologia - ha assicurato Gardoni - è pronta. I veicoli sono sicuri. Il problema sono i distributori. L'idrogeno utilizzato nei serbatoi è liquido. Per mantenerlo tale deve essere assicurata una temperatura di 253 gradi. La costruzione di stazioni di servizio che garantiscano tali condizioni è molto costosa».
Entro l'anno in Bicocca, a Milano, sorgerà il primo distributore della città. E forse non si tratterà di un caso isolato. Al termine della conferenza è arrivata la proposta del sindaco Gabriella Achilli, che ha chiesto al presidente della Bmw se fosse possibile ipotizzare la costruzione di un distributore anche a San Donato. Positiva la risposta di Gardoni, che si è reso disponibile a valutare un progetto. Anche l'assessore all'Ambiente e ai Trasporti Marco Menichetti, uno dei relatori, ha trovato interessante l'idea, ipotizzando una cittadina dotata di mezzi pubblici completamente ecologici. Si tratta appunto di un'ipotesi, anche perché un litro di idrogeno costa circa 55 centesimi di euro e con un litro si fanno solo 4 km. Il prezzo non è ancora sostenibile, ma basterebbe incentivare la produzione delle nuove auto per renderlo competitivo sul mercato.
Alla conferenza sulla qualità dell'aria sono intervenuti, oltre all'assessore Menichetti, il presidente del Wwf Italia Fulco Pratesi e Paolo Crosignani dell'Istituto nazionale dei tumori. L'intervento di Menichetti ha messo in luce tutte le iniziative di monitoraggio dell'aria attuate dall'attuale amministrazione e soprattutto gli interventi focalizzati ad arginare l'inquinamento atmosferico che prenderanno il via nei prossimi mesi.
Grazie ad un finanziamento europeo ad aprile inizierà la forestazione urbana del bosco Tre Palle, area verde tra Viale De Gasperi e la Paullese. Il progetto prevede tra l'altro la creazione di fitte fasce di vegetazione anti-rumore e anti-smog. Un'altra barriera verde dovrebbe nascere all'interno dei cortili dell'istituto Omnicomprensivo. E infine, all'uscita della metropolitana in via Caviaga, sorgerà presto una stazione per le biciclette. Un invito a lasciare la macchina in box e a farsi una pedalata, sana per sé e per gli altri.
Il presidente del Wwf Fulco Pratesi ha invece posto l'accento sul ruolo del singolo nella lotta contro l'inquinamento. «Per raggiungere un miglioramento su larga scala - ha detto - sono necessarie rinunce individuali. La chiave è il risparmio energetico. Se ogni cittadino riscaldasse meno la propria casa, circolasse meno in auto, utilizzasse con parsimonia acqua calda ed elettrodomestici l'aria ne trarrebbe giovamento».
Tutti d'accordo però che dove terminano i doveri del singolo iniziano quelli delle istituzioni. «Le amministrazioni sensibili al problema ambientale - concordano i relatori - dovrebbero potenziare il servizio di mezzi pubblici spingendo i cittadini a lasciare a casa la macchina».

Rolla Scolari

Il Cittadino, 12 marzo 2002


San Donato   Conti in salute e utili in crescita
Azienda servizi al bivio con la spa nel mirino

San Donato  Con la fine dell'era Achilli si è chiusa, almeno momentaneamente, anche l'esperienza di Anselmo Raspanti (in quota Unione di centro) alla presidenza dell'Azienda comunale servizi (Acs), il "gioiello" dell'amministrazione di centro sinistra diretto dal lodigiano Marcello Cipolletta e in predicato di trasformarsi in una società per azioni. Il consiglio di amministrazione dell'Acs ha presentato nei giorni scorsi il consuntivo della sua attività, tracciando un bilancio dell'ultimo triennio di lavoro, un periodo durante il quale l'ex municipalizzata è diventata maggiorenne, acquisendo via via nuovi servizi all'originaria divisione farmacie: la gestione dei trasporti, quella del patrimonio immobiliare, la cura del periodico informativo comunale e, da ultimo, la gestione della riscossione delle imposte (Ici, Tarsu e pubblicità) e qualla dell'illuminazione votiva, della refezione scolastica, dei servizi di fognatura.
«Il lavoro fatto e i risultati ottenuti - spiega il presidente Raspanti - hanno superato tutte le nostre più rosee previsioni. Abbiamo operato per un consolidamento prima e uno sviluppo poi delle attività che al momento dell'incarico erano patrimonio dell'azienda. E nel frattempo abbiamo dato la nostra disponibilità ad assumere tutte quelle attività che l'amministrazione ha conferito all'azienda, dimostrando che l'ente locale può essere un operatore economico sul territorio. L'unico rammarico è di non essere riusciti a portare a termine nei tempi auspicati la prevista trasformazione dell'azienda in spa». I dati dell'ultimo triennio fotografano una realtà in buona salute, sia sotto il profilo del fatturato, sia sotto quello degli utili, specialmente per la divisione farmacie, che ha visto salire il proprio giro d'affari dai 7 miliardi di lire del 99 agli 8 miliardi e mezzo del 2001, con un incremento del 15 per cento e importanti realizzazioni effettuate. Tra queste le nuove farmacie di piazza Tevere e via Gramsci e la ristrutturazione di quella di via Europa. Nel triennio sono stati effettuati investimenti per 1 miliardo e mezzo di vecchie lire e l'utile raggranellato è stato pari a 1 miliardo e 220 milioni, 810 dei quali sono stati girati all'azionista esclusivo, cioè il comune. Per il 2002 sono stati previsti ulteriori investimenti per 500 milioni di lire, utili per 650 e versamenti nelle casse municipali per 350. Quanto al personale, infine, dal 99 al 2001 la dotazione organica è salita di 4 unità e mezzo, passando da 18 a 22,5.

Il Cittadino 30 maggio 2002

 


I Verdi: contro lo smog manca la prevenzione

«Nessuna prevenzione. Anche se lo scorso anno lo smog ha raggiunto a Milano livelli impressionanti». Alfonso Pecoraro Scanio, presidente nazionale dei Verdi, critica Comune di Milano e Regione Lombardia. Lo ha fatto ieri, durante l’assemblea programmatica dei Verdi lombardi che si è svolta nel palazzo della Provincia. «Faremo un monitoraggio continuo sulla qualità dell’aria a Milano - ha detto Pecoraro Scanio -. Ma non possiamo aspettarci nulla da un’amministrazione comunale che taglia anche i piccoli segnali come le domeniche a piedi». Il segretario dei Verdi ha poi fatto un accenno alla crisi dell’auto: «Il rilancio della Fiat passa per la riconversione degli impianti all’auto ecologica. Una grande sfida: necessaria per salvaguardare sia i posti di lavoro, sia i polmoni dei cittadini».


Cronaca di Milano

Lunedì 14 Ottobre 2002

 


Tangenziale Est-Est, i Comuni si dividono

Contrari i 13 sindaci dell'Ulivo, favorevoli i 3 di centrodestra, possibilisti i 5 del Lodigiano

MILANO - Lettere a casa di tutti i cittadini firmate dal sindaco in persona, consigli comunali aperti, scampagnate di protesta in bicicletta e una grande manifestazione fissata per domenica. L'Est Milanese in questi giorni è una fucina di iniziative con un unico obiettivo: dire «no» alla nuova tangenziale Est-Esterna che correrà dallo svincolo della tangenziale Est esistente tra Concorezzo e Vimercate, fino ad arrivare ad immettersi sulla A1, tra Melegnano e Cerro al Lambro. Molti dei 21 comuni coinvolti nel progetto, voluto da Provincia di Milano e Regione, sono in subbuglio. I più agguerriti sono i sindaci del Milanese che hanno al loro fianco anche le associazioni ambientaliste, gli agricoltori e i produttori di latte. La proposta dell'assessore provinciale ai Trasporti, Dario Vermi (An) infatti non piace ai sindaci (tutti di centrosinistra) di 13 amministrazioni: Agrate Brianza, Caponago, Pessano con Bornago, Gorgonzola, Bellinzago Lombardo, Pozzuolo Martesana, Melzo, Liscate, Pa ullo, Tribiano, Dresano, Vizzolo Predabissi, Cerro al Lambro. I loro tre colleghi di Concorezzo, di Truccazzano (entrambi di centrodestra) e di Gessate (dove governa una lista civica, sempre di centrodestra) sono «favorevoli a malincuore». «Le nuove strade servono - sottolineano Alberto Bernareggi di Concorezzo, Vittorio Sartirana di Truccazzano e Maria Luisa Balconi di Gessate - inutile negarlo. Il problema del traffico è sotto gli occhi di tutti». I cinque comuni del Lodigiano attraversati dal l' Est-Est infine sono più «possibilisti»: i sindaci di Casalmaiocco, Mulazzano, Zelo Buon Persico, Merlino e Comazzo hanno stilato un documento congiunto insieme alla Provincia di Lodi per chiedere garanzie precise a Palazzo Isimbardi e al Pirellone . Da parte loro, Provincia di Milano e Regione ripetono però che il Milanese e la Lombardia hanno urgente bisogno di nuove strade e che l'Est-Est deve essere realizzata: il progetto preliminare è già stato elaborato dalla società Tangenziali Esterne di Milano (Tem) ed entro la fine dell'anno verrà presentato quello definitivo. Salvo intoppi o imprevisti rinvii, i lavori potrebbero cominciare già nel 2004. L'AMBIENTE - Il problema dell'impatto ambientale viene sollevato da quasi tutte le ammi nistrazioni comunali: ad esempio il primo cittadino di Agrate, Adriano Poletti, ha chiesto un incontro con la Provincia «per sapere se questo scempio del territorio è necessario». I Comuni di Dresano e Cerro al Lambro hanno approvato delibere contro l'Est-Est; a Pessano con Bornago l' Assessore all'Ambiente Giuseppe Moretti ha organizzato nei giorni scorsi una gita in bicicletta aperta a tutti per mostrare ai cittadini le aree verdi che potrebbero venire cancellate dalla nuova tangenziale. I PEDAGGI - Un'altra questione desta allarme: «La chiamano tangenziale - spiegano il sindaco di Paullo Massimo Gatti e il collega di Bellinzago Gian Luigi Piazza - ma sono previsti pedaggi, quindi è un'autostrada. Perciò i cittadini dovranno anche pagare: ci sembra una doppia presa in giro». L'opera infatti verrà realizzata in project financing: la Tem si accollerà tutti i costi (circa 800 milioni di euro), poi trarrà utili dalla gestione dei pedaggi. LA CONTROPROPOSTA - Il sindaco di Melzo, Mar io Barbaro, ha promosso la creazione di un'associazione di Comuni per affrontare i temi scottanti della Est-Est e della nuova autostrada Brebemi: «Vogliamo presentare richieste organiche e unitarie alla Provincia - dice -. Non siamo contrari a priori, chiediamo però di essere ascoltati e che l'Est milanese non venga devastato». A Melegnano è nato anche un comitato antitangenziale. E associazioni, ambientalisti, agricoltori e produttori di latte hanno indetto per domenica una manifestazione lungo la Cerca. Secondo alcuni sindaci, al posto di costruire l'Est-Est si potrebbe pensare ad ampliare proprio la Cerca. IL LODIGIANO - Nel Lodigiano, invece, sono meno oltranzisti sulla questione: «Non siamo certo contenti - dice il vicesindaco di Casalmaiocco, Pietro Segalini - e vogliamo che il territorio e gli abitanti siano tutelati, ma riconosciamo che questa superstrada può essere utile per snellire il traffico». I sindaci hanno stilato un documento con l'appoggio della Provincia di Lodi che aveva protestato con la Tem e con Milano per non essere stata coinvolta nella progettazione. 

Leila Codecasa

Corriere della Sera

Venerdì 11 ottobre 2002 


La presidente della provincia, Ombretta Colli, non ha esitazioni: «Non ci sono alternative, i cantieri devono aprire quanto prima»

"La tangenziale si farà, lo vuole la gente"

«Quelle attuali sono troppo pericolose e ormai impercorribili»


«Le tangenziali di Milano sono state costruite trent'anni fa, realizzate per un traffico quale era quello degli anni Settanta. Oggi non riescono più a reggere il pesantissimo impatto veicolare. Milano ha bisogno delle nuove tangenziali. Si tratta di un'opera prioritaria, irrinunciabile, i cui cantieri devono essere aperti quanto prima». Ombretta Colli, presidente della giunta provinciale di Milano, non ha peli sulla lingua.
Sulla vicenda delle nuove tangenziali dimostra una sicurezza e una volontà che lasciano meravigliati.
Abbiamo incontrato Ombretta Colli in occasione di una lunga e articolata intervista che pubblicheremo sul «Cittadino» di sabato 19 ottobre. Di quella intervista anticipiamo alcune dichiarazioni , stante la scottante attualità che la vicenda della nuova tangenziale ha assunto e vista la manifestazione di domani sulla strada Cerca del fronte del "no".
Solitamente le dichiarazioni dei politici sono molto soft. In questo caso "la sciura" che governa Palazzo Isimbardi non intende sentire ragioni. «La tangenziale est - spiega Ombretta Colli - è ormai arrivata a saturazione. Non esistono più orari di punta, è intasata di veicoli ad ogni ora del giorno, fino a notte inoltrata. Impossibile fare previsioni per chiunque, dovendo entrare o uscire da Milano, si trova costretto a percorrerla. E non è finita. In termini di pericolosità è al secondo posto in Italia. Se poi andiamo a leggerci che l'incremento del tumore ai polmoni nelle popolazioni residenti ai lati della tangenziale è andato aumentando del 70 per cento, si comprendono i motivi per i quali l'amministrazione provinciale di Milano non tornerà indietro. La nuova tangenziale si farà, non ci sono alternative».
Il presidente di Palazzo Isimbardi comprende le proteste degli enti locali, in primis dei comuni i cui territori sono interessati dai nuovi percorsi.
«Però - aggiunge - mi lasci dire che la stragrande maggioranza di quanti risiedono oggi lungo le tangenziali non ne può più di vivere a contatto con un traffico indiavolato. Abbiamo fatto fare un sondaggio campione tra i milanesi. Ebbene: il 75 per cento ci ha risposto che le nuove tangenziali costituiscono una delle priorità che la provincia deve affrontare. Questo significa che la gente condivide le decisioni che abbiamo assunto in merito. Ripeto: faremo le nuove tangenziali, non possiamo fare altrimenti».
Domani, però, la gente interessata dal nuovo tracciato, scenderà in campo a manifestare contro la provincia di Milano.
«A protestare è sempre chi non è d'accordo, e si tratta spesso di una minoranza - taglia corto Ombretta Colli - in quanto la stragrande maggioranza di coloro che sono favorevoli alle opere pubbliche non scende mai in piazza per dimostrare il proprio assenso».
«Viviamo in un territorio - dichiara ancora il presidente della provincia di Milano - nel quale si muove il 50 per cento delle merci movimentate a livello nazionale. Come potremmo pensare a non mettere mano a un sistema viabilistico obosoleto e superato, che più nessuno ha toccato da trent'anni a questa parte?».

Ferruccio Pallavera

Il Cittadino, 14 ottobre 2002


Melegnano   Strada libera solo in un senso: serpentoni di auto, ma anche slogan e trattori contro il mostro d'asfalto
Il corteo di protesta ingolfa la Cerca
In 400 hanno marciato fino a Melzo contro la nuova tangenziale

Melegnano  Adesioni sottotono alla manifestazione anti tangenziale, ma messaggio forte. Erano meno di quelli attesi, ma erano comunque tanti e si facevano sentire i quattrocento in bicicletta, in macchina e persino in trattore che ieri mattina hanno bloccato la provinciale 138 Cerca nel senso sud-nord, da Melegnano a Melzo. Obiettivo: un no corale alla nuova tangenziale esterna di Milano, grande opera autostradale che la Provincia di Milano, insieme ai privati della società T.e.m. (tangenziali esterne milanesi) ha invece già deliberato e vuole realizzare entro il 2008. Un no che si è levato in marcia lungo la strada, la Cerca che è un po' la spina dorsale del territorio che sarebbe interessato, secondo i manifestanti «stravolto», dal progetto: dalla Bassa milanese alla Martesana. Una trentina di chilometri in larga parte compresi nel Parco agricolo Sud Milano, nei quali a lavori conclusi dovrebbe correre un nastro autostradale a sei corsie, con ingresso a Cerro al Lambro alla confluenza con l'Autosole e termine ad Agrate Brianza. A Melzo poi la nuova est si congiungerebbe con la Bre.Be.Mi, cioè il raddoppio dell'A4 Milano - Venezia, rispetto alla quale farebbe da da seconda circonvallazione metropolitana.
Quattrocento aderenti circa, dunque, tutti accomunati da una convinzione: il gioco non vale la candela. Gli eventuali benefici recati al traffico dalla nuova tangenziale, in altri termini, non compensano lo snaturamento del territorio che ne seguirebbe. La manifestazione si è svolta come confluenza di due iniziative: da Melegnano ingrossandosi via via è partito il corteo dei cittadini, dei comitati civici anti tangenziale, delle associazioni, degli agricoltori. A Melzo viceversa si trovavano la maggior parte dei sindaci dell'associazione che riunisce venticinque primi cittadini che vedrebbero transitare sui loro confini la ciclopica opera. A Melegnano, alle 9.30 di fronte a San Giovanni Battista, ci sono già gli esponenti dei comitati anti est di Dresano e Casalmaiocco. C'erano l'ex sindaco e consigliere provinciale Pietro Mezzi, il sindaco di Cerro al Lambro Dario Signorini, quello di San Zenone Mario Rota. Primo tratto a piedi, con cartelloni innalzati e bandiere di Legambiente e Wwf. Al piazzale del cimitero il corteo è diventato decisamente più robusto con l'arrivo di una mezza dozzina di trattori, segno dell'adesione delle associazioni agricole. I bestioni, a corteo completo, erano più di venti. Poi, tutti in marcia a passo di lumaca verso Melzo, intasando completamente il senso sud-nord della Cerca. Uno spettacolo decisamente originale, osservato con viva curiosità da gruppi di persone lungo la via e scortato con solerzia ma senza reali problemi dalle polizie municipali. Mentre la provinciale si faceva sempre più stretta, palesemente inadeguata al suo carico di auto e tir, negli abitacoli si svolgevano conversazioni che rafforzavano le convinzioni di tutti: l'inutilità della tangenziale senza potenziamento della viabilità ordinaria, l'irrazionalità di un anello autostradale così lontano da Milano, l'inquietante fascia di due chilometri e mezzo attorno all'autostrada nella quale è stata data licenza di costruire. Alle 11.30, infine, si è arrivati a Melzo immersa nella piena quiete domenicale, rotta dall'arrivo di una minoranza forse, ma sicuramente non silenziosa.

Emanuele Dolcini

Il Cittadino14 ottobre 2002


Gli agricoltori al fianco della gente:
«In campo per difendere il territorio»



Nessuna traccia di bandiere o slogan politici. I promotori della manifestazione lungo la Cerca lo avevano anticipato e i partecipanti ne hanno rispettato i suggerimenti. I ventidue chilometri di tratta Melegnano-Melzo si sono così colorati domenica mattina di oltre venti trattori aggregatisi lungo il tragitto dai comuni del sud est milanese. Il mondo agricolo è sceso così in strada sotto le sigle di categoria Coldiretti, Unione per gli agricoltori, Cia, Aiab e Cobas del latte. L'evento domenicale significa per i rappresentanti del primo settore economico apertura e dialogo con le locali comunità civili, nella odierna sfida di coniugare le esigenze del prodotto agricolo e la tutela del territorio. «L'impegno nella manifestazione è solo uno degli esempi di questo nostro costante impegno» rimarca Dario Oliviero, esponente dell'Associazione di categoria degli agricoltori. Iniziativa che segue una passata mobilitazione che ha visto nello scorso dicembre scendere sul campo cittadini, movimenti ambientalisti e agricoltori dell'ovest milanese contro la soluzione di un collegamento veloce tra Magenta e Abbiategrasso. L'attenzione alle vicende legate alla futura tangenziale est esterna non si esauriranno nella semplice partecipazione alla manifestazione del 13 ottobre. «Il 60 per cento della provincia di Milano è costituita da verde - annota Oliviero - e noi continueremo a operare a difesa di questo patrimonio». La ferma contrarietà degli agricoltori alla nuova tangenziale muove dal convincimento che non basti avanzare la proposta «c'è più traffico, facciamo più strade». Questo lo slogan più ripetuto dai manifestanti, da chi favorevole alla riqualificazione della rete viaria a chi si spingeva oltre, chiedendo un potenziamento del trasporto pubblico e su ferro. Biciclette, motorini e auto si sono aggiunti ai veicoli agricoli nei quattro chilometri di corteo perché oggi era anche il giorno della mobilitazione per le locali associazioni culturali e ambientaliste. La futura tangenziale a collegamento Agrate-Cerro al Lambro è riuscita così a unire le molteplici sensibilità, interessi di categoria da tutelare e i suoi referenti.

Al. Mel.

14 ottobre 2002


I sindaci in campo confermano le aperture sul confronto, ma chiedono rispetto per il territorio
«Noi non cederemo alla prepotenza»

L'apertura dagli amministratori del sud est milanese e delle aree bresciano e bergamasca, ritrovatisi a Melzo per la fase conclusiva della manifestazione lungo la Cerca, non significa allentamento della soglia di attenzione. La contrarietà alla futura tangenziale est esterna e alla Bre.Be.Mi, si accendono di fronte a una regia esterna e estranea alle esigenze delle comunità locali. Disattenzioni e scavalcamenti si traducono per la cordata dei sindaci in elusione costituzionale, privando le singole amministrazioni di «autonomia decisionale e programmazione territoriale», un riferimento diretto al recente decreto legislativo 190 del 20 agosto 2002. Padrone di casa e tra i promotori dell'associazione, il sindaco di Melzo Mario Barbaro non chiude la partita: «Non intendiamo sfidare nessuno perché apparteniamo a una cultura democratica - avvisa Barbaro - ma se fosse necessario mobiliteremo le nostre comunità a difesa del territorio contro arroganza e prepotenza». Le posizioni espresse in questi ultimi giorni dalla presidente della provincia Ombretta Colli e dal suo delfino Dario Vermi, nonché assessore provinciale ai Trasporti, sulla futura soluzione tangenziale a collegamento Agrate-Cerro al Lambro, sono riprese polemicamente dal sindaco di Paullo Massimo Gatti, che lancia il sasso: «Qualcuno deve ancora capire e soprattutto attuare la Costituzione».
Dario Signorini, sindaco di Cerro al Lambro, rafforza l'accusa per «l'incancellabile metodologia del confronto adottata dalla provincia nei nostri confronti, preclusiva di un tavolo di lavoro» per una soluzione viaria che andrà a fermarsi a sud, nel territorio cerrese con annesso svincolo da 1,5 chilometri. Il no alla futura tangenziale est esterna chiama a Melzo anche amministrazioni non interessate all'attraversamento territoriale della grande arteria, come i centri urbani di San Donato milanese e Melegnano. Proprio l'adesione all'Associazione dei comuni è il punto focale dell'agenda consiliare di questa sera a Melegnano per «rispetto delle istituzioni ogni posizione ufficiale sarà espressa dall'intero consiglio comunale» informa il sindaco Nino Dolcini. I 33 amministratori, aderenti all'Associazione dei comuni, preconizzano un autunno di impegno pubblico unitario tra tavoli di lavoro e assemblee pubbliche. «Confermiamo ogni sforzo ad alimentare confronti con regione Lombardia, provincia e comuni per la definizione di strategie condivise» ha concluso Mario Barbaro.

Alessandra Meloni

Il cittadino 14 ottobre 2002


«L'opera non risolverà i problemi del traffico»


Wwf, Legambiente, associazione Parco Sud, associazione per la difesa del territorio di Melzo, Padania ambiente, Civiltà contadina, Comitato per la difesa della Martesana, ed altre ancora. Ma anche Confagricoltura, Cia, Cobas del latte. Mondo ambientalista e mondo agricolo sono stati il motore del blocco della provinciale Cerca attuato ieri in segno di opposizione alla doppia tangenziale est. Con le loro bandiere (le uniche ammesse assieme a quelle delle associazioni: niente simboli politici) i loro slogan, i cartelloni, ambientalisti ed agricoltori hanno voluto mandare a Palazzo Isimbardi il segnale forte di non voler rinunciare all'ultima fetta verde della provincia di Milano, la Bassa. Una Bassa che evidentemente ritengono perduta se andrà in porto l'autostrada. Il presidente di Legambiente Lombardia Andrea Poggio ha commentato: «Intanto va detto che la nuova tangenziale non è affatto un'opera prevalentemente privata, come si dice, ma che vi entra massicciamente il capitale pubblico e qui c'è già un concetto da mettere a fuoco: quel capitale può essere speso meglio, intervenendo sulla viabilità che esiste. Non ci stancheremo mai di ripetere che l'autostrada porta via traffico, ammesso che lo faccia, ma lo richiama anche. Da Cerro a Melzo sono previsti quattro caselli di entrata, dato che i soldi investiti vanno recuperati. Come si raggiungeranno? Attraverso la viabilità ordinaria, che però è insufficiente. Così ritorniamo daccapo: senza potenziamento delle vecchie statali e provinciali tutto rischia di fermarsi peggio di oggi». Ed il sollievo promesso ai pendolari, il 90 per cento dei sudmilanesi, nel raggiungere il posto di lavoro? «È un inganno. La tangenziale è inutile per il traffico pesante, perché è un doppione della Piacenza - Brescia che già oggi con le opportune modifiche può fare da asse per il corridoio Torino - Venezia ed è inutile per il traffico leggero. Nessuno andrà a Milano in linea circolare anziché retta: tutti continueranno a prendere l'Emilia, l'autosole e le tangenziali interne».

il Cittadino 14 ottobre 2002

 

 

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Aggiornato il: 14 ottobre 2002