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| BRE.BE.MI e TANG.EST.ESTTangenziale Est-Est, i Comuni si dividono«La tangenziale si farà, lo vuole la gente»Il corteo di protesta ingolfa la Cerca Gli agricoltori al fianco della gente:
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MILANO - Lettere a casa di tutti i cittadini firmate dal sindaco in persona, consigli comunali aperti, scampagnate di protesta in bicicletta e una grande manifestazione fissata per domenica. L'Est Milanese in questi giorni è una fucina di iniziative con un unico obiettivo: dire «no» alla nuova tangenziale Est-Esterna che correrà dallo svincolo della tangenziale Est esistente tra Concorezzo e Vimercate, fino ad arrivare ad immettersi sulla A1, tra Melegnano e Cerro al Lambro. Molti dei 21 comuni coinvolti nel progetto, voluto da Provincia di Milano e Regione, sono in subbuglio. I più agguerriti sono i sindaci del Milanese che hanno al loro fianco anche le associazioni ambientaliste, gli agricoltori e i produttori di latte. La proposta dell'assessore provinciale ai Trasporti, Dario Vermi (An) infatti non piace ai sindaci (tutti di centrosinistra) di 13 amministrazioni: Agrate Brianza, Caponago, Pessano con Bornago, Gorgonzola, Bellinzago Lombardo, Pozzuolo Martesana, Melzo, Liscate, Pa ullo, Tribiano, Dresano, Vizzolo Predabissi, Cerro al Lambro. I loro tre colleghi di Concorezzo, di Truccazzano (entrambi di centrodestra) e di Gessate (dove governa una lista civica, sempre di centrodestra) sono «favorevoli a malincuore». «Le nuove strade servono - sottolineano Alberto Bernareggi di Concorezzo, Vittorio Sartirana di Truccazzano e Maria Luisa Balconi di Gessate - inutile negarlo. Il problema del traffico è sotto gli occhi di tutti». I cinque comuni del Lodigiano attraversati dal l' Est-Est infine sono più «possibilisti»: i sindaci di Casalmaiocco, Mulazzano, Zelo Buon Persico, Merlino e Comazzo hanno stilato un documento congiunto insieme alla Provincia di Lodi per chiedere garanzie precise a Palazzo Isimbardi e al Pirellone . Da parte loro, Provincia di Milano e Regione ripetono però che il Milanese e la Lombardia hanno urgente bisogno di nuove strade e che l'Est-Est deve essere realizzata: il progetto preliminare è già stato elaborato dalla società Tangenziali Esterne di Milano (Tem) ed entro la fine dell'anno verrà presentato quello definitivo. Salvo intoppi o imprevisti rinvii, i lavori potrebbero cominciare già nel 2004. L'AMBIENTE - Il problema dell'impatto ambientale viene sollevato da quasi tutte le ammi nistrazioni comunali: ad esempio il primo cittadino di Agrate, Adriano Poletti, ha chiesto un incontro con la Provincia «per sapere se questo scempio del territorio è necessario». I Comuni di Dresano e Cerro al Lambro hanno approvato delibere contro l'Est-Est; a Pessano con Bornago l' Assessore all'Ambiente Giuseppe Moretti ha organizzato nei giorni scorsi una gita in bicicletta aperta a tutti per mostrare ai cittadini le aree verdi che potrebbero venire cancellate dalla nuova tangenziale. I PEDAGGI - Un'altra questione desta allarme: «La chiamano tangenziale - spiegano il sindaco di Paullo Massimo Gatti e il collega di Bellinzago Gian Luigi Piazza - ma sono previsti pedaggi, quindi è un'autostrada. Perciò i cittadini dovranno anche pagare: ci sembra una doppia presa in giro». L'opera infatti verrà realizzata in project financing: la Tem si accollerà tutti i costi (circa 800 milioni di euro), poi trarrà utili dalla gestione dei pedaggi. LA CONTROPROPOSTA - Il sindaco di Melzo, Mar io Barbaro, ha promosso la creazione di un'associazione di Comuni per affrontare i temi scottanti della Est-Est e della nuova autostrada Brebemi: «Vogliamo presentare richieste organiche e unitarie alla Provincia - dice -. Non siamo contrari a priori, chiediamo però di essere ascoltati e che l'Est milanese non venga devastato». A Melegnano è nato anche un comitato antitangenziale. E associazioni, ambientalisti, agricoltori e produttori di latte hanno indetto per domenica una manifestazione lungo la Cerca. Secondo alcuni sindaci, al posto di costruire l'Est-Est si potrebbe pensare ad ampliare proprio la Cerca. IL LODIGIANO - Nel Lodigiano, invece, sono meno oltranzisti sulla questione: «Non siamo certo contenti - dice il vicesindaco di Casalmaiocco, Pietro Segalini - e vogliamo che il territorio e gli abitanti siano tutelati, ma riconosciamo che questa superstrada può essere utile per snellire il traffico». I sindaci hanno stilato un documento con l'appoggio della Provincia di Lodi che aveva protestato con la Tem e con Milano per non essere stata coinvolta nella progettazione.
Leila Codecasa
Corriere della Sera
Venerdì 11 ottobre 2002
«Le tangenziali di Milano sono state costruite trent'anni fa, realizzate per un
traffico quale era quello degli anni Settanta. Oggi non riescono più a reggere
il pesantissimo impatto veicolare. Milano ha bisogno delle nuove tangenziali. Si
tratta di un'opera prioritaria, irrinunciabile, i cui cantieri devono essere
aperti quanto prima». Ombretta Colli, presidente della giunta provinciale di
Milano, non ha peli sulla lingua.
Sulla vicenda delle nuove tangenziali dimostra una sicurezza e una volontà che
lasciano meravigliati.
Abbiamo incontrato Ombretta Colli in occasione di una lunga e articolata
intervista che pubblicheremo sul «Cittadino» di sabato 19 ottobre. Di quella
intervista anticipiamo alcune dichiarazioni , stante la scottante attualità che
la vicenda della nuova tangenziale ha assunto e vista la manifestazione di
domani sulla strada Cerca del fronte del "no".
Solitamente le dichiarazioni dei politici sono molto soft. In questo caso
"la sciura" che governa Palazzo Isimbardi non intende sentire ragioni.
«La tangenziale est - spiega Ombretta Colli - è ormai arrivata a saturazione.
Non esistono più orari di punta, è intasata di veicoli ad ogni ora del giorno,
fino a notte inoltrata. Impossibile fare previsioni per chiunque, dovendo
entrare o uscire da Milano, si trova costretto a percorrerla. E non è finita.
In termini di pericolosità è al secondo posto in Italia. Se poi andiamo a
leggerci che l'incremento del tumore ai polmoni nelle popolazioni residenti ai
lati della tangenziale è andato aumentando del 70 per cento, si comprendono i
motivi per i quali l'amministrazione provinciale di Milano non tornerà
indietro. La nuova tangenziale si farà, non ci sono alternative».
Il presidente di Palazzo Isimbardi comprende le proteste degli enti locali, in
primis dei comuni i cui territori sono interessati dai nuovi percorsi.
«Però - aggiunge - mi lasci dire che la stragrande maggioranza di quanti
risiedono oggi lungo le tangenziali non ne può più di vivere a contatto con un
traffico indiavolato. Abbiamo fatto fare un sondaggio campione tra i milanesi.
Ebbene: il 75 per cento ci ha risposto che le nuove tangenziali costituiscono
una delle priorità che la provincia deve affrontare. Questo significa che la
gente condivide le decisioni che abbiamo assunto in merito. Ripeto: faremo le
nuove tangenziali, non possiamo fare altrimenti».
Domani, però, la gente interessata dal nuovo tracciato, scenderà in campo a
manifestare contro la provincia di Milano.
«A protestare è sempre chi non è d'accordo, e si tratta spesso di una
minoranza - taglia corto Ombretta Colli - in quanto la stragrande maggioranza di
coloro che sono favorevoli alle opere pubbliche non scende mai in piazza per
dimostrare il proprio assenso».
«Viviamo in un territorio - dichiara ancora il presidente della provincia di
Milano - nel quale si muove il 50 per cento delle merci movimentate a livello
nazionale. Come potremmo pensare a non mettere mano a un sistema viabilistico
obosoleto e superato, che più nessuno ha toccato da trent'anni a questa parte?».
Ferruccio Pallavera
Il Cittadino, 14 ottobre 2002
Melegnano Adesioni sottotono alla manifestazione anti
tangenziale, ma messaggio forte. Erano meno di quelli attesi, ma erano comunque
tanti e si facevano sentire i quattrocento in bicicletta, in macchina e persino
in trattore che ieri mattina hanno bloccato la provinciale 138 Cerca nel senso
sud-nord, da Melegnano a Melzo. Obiettivo: un no corale alla nuova tangenziale
esterna di Milano, grande opera autostradale che la Provincia di Milano, insieme
ai privati della società T.e.m. (tangenziali esterne milanesi) ha invece già
deliberato e vuole realizzare entro il 2008. Un no che si è levato in marcia
lungo la strada, la Cerca che è un po' la spina dorsale del territorio che
sarebbe interessato, secondo i manifestanti «stravolto», dal progetto: dalla
Bassa milanese alla Martesana. Una trentina di chilometri in larga parte
compresi nel Parco agricolo Sud Milano, nei quali a lavori conclusi dovrebbe
correre un nastro autostradale a sei corsie, con ingresso a Cerro al Lambro alla
confluenza con l'Autosole e termine ad Agrate Brianza. A Melzo poi la nuova est
si congiungerebbe con la Bre.Be.Mi, cioè il raddoppio dell'A4 Milano - Venezia,
rispetto alla quale farebbe da da seconda circonvallazione metropolitana.
Quattrocento aderenti circa, dunque, tutti accomunati da una convinzione: il
gioco non vale la candela. Gli eventuali benefici recati al traffico dalla nuova
tangenziale, in altri termini, non compensano lo snaturamento del territorio che
ne seguirebbe. La manifestazione si è svolta come confluenza di due iniziative:
da Melegnano ingrossandosi via via è partito il corteo dei cittadini, dei
comitati civici anti tangenziale, delle associazioni, degli agricoltori. A Melzo
viceversa si trovavano la maggior parte dei sindaci dell'associazione che
riunisce venticinque primi cittadini che vedrebbero transitare sui loro confini
la ciclopica opera. A Melegnano, alle 9.30 di fronte a San Giovanni Battista, ci
sono già gli esponenti dei comitati anti est di Dresano e Casalmaiocco. C'erano
l'ex sindaco e consigliere provinciale Pietro Mezzi, il sindaco di Cerro al
Lambro Dario Signorini, quello di San Zenone Mario Rota. Primo tratto a piedi,
con cartelloni innalzati e bandiere di Legambiente e Wwf. Al piazzale del
cimitero il corteo è diventato decisamente più robusto con l'arrivo di una
mezza dozzina di trattori, segno dell'adesione delle associazioni agricole. I
bestioni, a corteo completo, erano più di venti. Poi, tutti in marcia a passo
di lumaca verso Melzo, intasando completamente il senso sud-nord della Cerca.
Uno spettacolo decisamente originale, osservato con viva curiosità da gruppi di
persone lungo la via e scortato con solerzia ma senza reali problemi dalle
polizie municipali. Mentre la provinciale si faceva sempre più stretta,
palesemente inadeguata al suo carico di auto e tir, negli abitacoli si
svolgevano conversazioni che rafforzavano le convinzioni di tutti: l'inutilità
della tangenziale senza potenziamento della viabilità ordinaria, l'irrazionalità
di un anello autostradale così lontano da Milano, l'inquietante fascia di due
chilometri e mezzo attorno all'autostrada nella quale è stata data licenza di
costruire. Alle 11.30, infine, si è arrivati a Melzo immersa nella piena quiete
domenicale, rotta dall'arrivo di una minoranza forse, ma sicuramente non
silenziosa.
Emanuele Dolcini
Il Cittadino14 ottobre 2002
Nessuna traccia di bandiere o slogan politici. I promotori della manifestazione
lungo la Cerca lo avevano anticipato e i partecipanti ne hanno rispettato i
suggerimenti. I ventidue chilometri di tratta Melegnano-Melzo si sono così
colorati domenica mattina di oltre venti trattori aggregatisi lungo il tragitto
dai comuni del sud est milanese. Il mondo agricolo è sceso così in strada
sotto le sigle di categoria Coldiretti, Unione per gli agricoltori, Cia, Aiab e
Cobas del latte. L'evento domenicale significa per i rappresentanti del primo
settore economico apertura e dialogo con le locali comunità civili, nella
odierna sfida di coniugare le esigenze del prodotto agricolo e la tutela del
territorio. «L'impegno nella manifestazione è solo uno degli esempi di questo
nostro costante impegno» rimarca Dario Oliviero, esponente dell'Associazione di
categoria degli agricoltori. Iniziativa che segue una passata mobilitazione che
ha visto nello scorso dicembre scendere sul campo cittadini, movimenti
ambientalisti e agricoltori dell'ovest milanese contro la soluzione di un
collegamento veloce tra Magenta e Abbiategrasso. L'attenzione alle vicende
legate alla futura tangenziale est esterna non si esauriranno nella semplice
partecipazione alla manifestazione del 13 ottobre. «Il 60 per cento della
provincia di Milano è costituita da verde - annota Oliviero - e noi
continueremo a operare a difesa di questo patrimonio». La ferma contrarietà
degli agricoltori alla nuova tangenziale muove dal convincimento che non basti
avanzare la proposta «c'è più traffico, facciamo più strade». Questo lo
slogan più ripetuto dai manifestanti, da chi favorevole alla riqualificazione
della rete viaria a chi si spingeva oltre, chiedendo un potenziamento del
trasporto pubblico e su ferro. Biciclette, motorini e auto si sono aggiunti ai
veicoli agricoli nei quattro chilometri di corteo perché oggi era anche il
giorno della mobilitazione per le locali associazioni culturali e ambientaliste.
La futura tangenziale a collegamento Agrate-Cerro al Lambro è riuscita così a
unire le molteplici sensibilità, interessi di categoria da tutelare e i suoi
referenti.
Al. Mel.
14 ottobre 2002
L'apertura dagli amministratori del sud est milanese e delle
aree bresciano e bergamasca, ritrovatisi a Melzo per la fase conclusiva della
manifestazione lungo la Cerca, non significa allentamento della soglia di
attenzione. La contrarietà alla futura tangenziale est esterna e alla Bre.Be.Mi,
si accendono di fronte a una regia esterna e estranea alle esigenze delle
comunità locali. Disattenzioni e scavalcamenti si traducono per la cordata dei
sindaci in elusione costituzionale, privando le singole amministrazioni di «autonomia
decisionale e programmazione territoriale», un riferimento diretto al recente
decreto legislativo 190 del 20 agosto 2002. Padrone di casa e tra i promotori
dell'associazione, il sindaco di Melzo Mario Barbaro non chiude la partita: «Non
intendiamo sfidare nessuno perché apparteniamo a una cultura democratica -
avvisa Barbaro - ma se fosse necessario mobiliteremo le nostre comunità a
difesa del territorio contro arroganza e prepotenza». Le posizioni espresse in
questi ultimi giorni dalla presidente della provincia Ombretta Colli e dal suo
delfino Dario Vermi, nonché assessore provinciale ai Trasporti, sulla futura
soluzione tangenziale a collegamento Agrate-Cerro al Lambro, sono riprese
polemicamente dal sindaco di Paullo Massimo Gatti, che lancia il sasso: «Qualcuno
deve ancora capire e soprattutto attuare la Costituzione».
Dario Signorini, sindaco di Cerro al Lambro, rafforza l'accusa per «l'incancellabile
metodologia del confronto adottata dalla provincia nei nostri confronti,
preclusiva di un tavolo di lavoro» per una soluzione viaria che andrà a
fermarsi a sud, nel territorio cerrese con annesso svincolo da 1,5 chilometri.
Il no alla futura tangenziale est esterna chiama a Melzo anche amministrazioni
non interessate all'attraversamento territoriale della grande arteria, come i
centri urbani di San Donato milanese e Melegnano. Proprio l'adesione
all'Associazione dei comuni è il punto focale dell'agenda consiliare di questa
sera a Melegnano per «rispetto delle istituzioni ogni posizione ufficiale sarà
espressa dall'intero consiglio comunale» informa il sindaco Nino Dolcini. I 33
amministratori, aderenti all'Associazione dei comuni, preconizzano un autunno di
impegno pubblico unitario tra tavoli di lavoro e assemblee pubbliche. «Confermiamo
ogni sforzo ad alimentare confronti con regione Lombardia, provincia e comuni
per la definizione di strategie condivise» ha concluso Mario Barbaro.
Alessandra Meloni
Il cittadino 14 ottobre 2002
Wwf, Legambiente, associazione Parco Sud, associazione per la difesa
del territorio di Melzo, Padania ambiente, Civiltà contadina, Comitato per la
difesa della Martesana, ed altre ancora. Ma anche Confagricoltura, Cia, Cobas
del latte. Mondo ambientalista e mondo agricolo sono stati il motore del blocco
della provinciale Cerca attuato ieri in segno di opposizione alla doppia
tangenziale est. Con le loro bandiere (le uniche ammesse assieme a quelle delle
associazioni: niente simboli politici) i loro slogan, i cartelloni,
ambientalisti ed agricoltori hanno voluto mandare a Palazzo Isimbardi il segnale
forte di non voler rinunciare all'ultima fetta verde della provincia di Milano,
la Bassa. Una Bassa che evidentemente ritengono perduta se andrà in porto
l'autostrada. Il presidente di Legambiente Lombardia Andrea Poggio ha
commentato: «Intanto va detto che la nuova tangenziale non è affatto un'opera
prevalentemente privata, come si dice, ma che vi entra massicciamente il
capitale pubblico e qui c'è già un concetto da mettere a fuoco: quel capitale
può essere speso meglio, intervenendo sulla viabilità che esiste. Non ci
stancheremo mai di ripetere che l'autostrada porta via traffico, ammesso che lo
faccia, ma lo richiama anche. Da Cerro a Melzo sono previsti quattro caselli di
entrata, dato che i soldi investiti vanno recuperati. Come si raggiungeranno?
Attraverso la viabilità ordinaria, che però è insufficiente. Così ritorniamo
daccapo: senza potenziamento delle vecchie statali e provinciali tutto rischia
di fermarsi peggio di oggi». Ed il sollievo promesso ai pendolari, il 90 per
cento dei sudmilanesi, nel raggiungere il posto di lavoro? «È un inganno. La
tangenziale è inutile per il traffico pesante, perché è un doppione della
Piacenza - Brescia che già oggi con le opportune modifiche può fare da asse
per il corridoio Torino - Venezia ed è inutile per il traffico leggero. Nessuno
andrà a Milano in linea circolare anziché retta: tutti continueranno a
prendere l'Emilia, l'autosole e le tangenziali interne».
il Cittadino 14 ottobre 2002
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