14-28 SETTEMBRE 1996
Paese che vai...usanze che trovi...
Secondo la tradizione degli abitanti locali, Djerba è la mitica terra dei
Lotofagi, dove Ulisse venne trattenuto sulla via del ritorno dopo la guerra di
Troia.
L'isola si trova nel golfo di Gabes e sulla sua superficie di 500 kmq. presenta
un paesaggio che varia dalle ampie spiagge bianche lungo la costa, alla
rigogliosa vegetazione dell'interno dove si contano circa 600000 ulivi. Il
punto più elevato si trova ad appena 56 m. sul livello del mare.
L'architettura di Djerba è molto particolare; l'isola è cosparsa di case
bianche quadrate, menzel, che dall'esterno sembrano quasi delle piccole
fortezze, in contrasto con i grandi alberghi, disseminati lungo tutta la costa,
che comunque ben si integrano con il paesaggio locale.
La nostra prima escursione è dedicata alla scoperta dell'isola.
PRIMA TAPPA: HOMT SOUK
Homt Souk è la città principale dell'isola. Il centro è costituito
dal vecchio souk (mercato), un groviglio di vicoli stretti
ed alcune piazzette con dei caffè.
Girovagando all'interno del souk, anche noi, come tutti gli altri
turisti, attirati da tappeti, filigrane d'argento, vetri dipinti
e altre cose, veniamo letteralmente assaliti dai vari commercianti,
che pur di vendere qualcosa sono disposti a contrattare sul prezzo
e che ci lasciano andare solo dopo averci appioppato almeno un
souvenir. Noi ce la siamo cavata con poco:
una rosa del deserto
e
una mano di Fatima
, altri (tra cui
forse anche voi) hanno ceduto alla
tentazione di oggetti ben più costosi e pregiati come
i tappeti
.
Lasciata Homt Souk ci dirigiamo ad Hara Seghira.
Durante il percorso rimaniamo colpiti da alcuni comportamenti che
si rivelano essere abituali a Djerba e un pò in tutto il sud della
Tunisia.
In generale, gli uomini vivono un pò alla giornata, non hanno un
lavoro fisso, ma lavorano solo quando hanno bisogno di soldi e una
volta raggranellati a sufficienza, smettono passando le loro giornate
al bar.
Al contrario le donne, sono quelle che in realtà mandano avanti la
famiglia, svolgendo anche i lavori più pesanti. Vestite in abiti
scuri tipicamente arabi e che lasciano trasparire ben poco, sono
anche costrette, nei piccoli centri dove la tradizione è più forte,
a non passare attraverso le vie principali del paese quando si devono
spostare da un punto all'altro ma percorrere quelle che circondano
il paese stesso.
Eccoci arrivati a destinazione!
SECONDA TAPPA: HARA SEGHIRA
Hara Seghira era in passato un insediamento ebraico. In seguito
all'emigrazione di massa degli Ebrei in Israele, la popolazione è
ora prevalentemente musulmana, ma vi sono ancora alcune sinagoghe.
Noi visitiamo una delle più importanti: El Griba.
Essa costituisce una importante meta di pellegrinaggio durante la
Pasqua ebraica.
Pare che questa località sia stata scelta a causa di una pietra
che vi cadde dal cielo; si dice anche che una donna sconosciuta sia
apparsa, operando un paio di miracoli per aiutare i costruttori.
Il luogo è aperto al pubblico ma bisogna essere scalzi e avere il
capo coperto.
TERZA TAPPA: GUELLALA
Sulla strada del ritorno ci fermiamo a Guellala un piccolissimo
villaggio situato sulla costa meridionale, rinomato per le sue
ceramiche. La tecnica del vasellame è stata importata da artigiani
fenici intorno al 900 a.C. e non è più cambiata fino ai nostri
giorni.
Anche qui riuscire a non acquistare qualchecosa risulta assai
difficile!
Dopo questa prima uscita ci dedichiamo a qualche attimo di...
relax
Vista la posizione geografica, dall'isola è possibile visitare
alcuni tra i più suggestivi siti del sud-ovest del paese. E' proprio
a questi luoghi che è dedicata la nosta seconda escursione.
Si può raggiungere il continente o via mare, imbarcandosi ad Ajim
o attraverso una strada, El Kantara, che corre lungo una diga
costruita all'epoca dei romani.
PRIMA TAPPA: TOUJANE
A bordo di una jeep in compagnia di una coppia padovana e di due
coppie siciliane (tutte in luna di miele, noi compresi) raggiungiamo,
con una guida alquanto spericolata, Toujane al margine di una serie
di colline. Per quanto il paese sia isolato e le case perfettamente
mimetizzate nel paesaggio desertico, i bambini del luogo, come piccole
vedette lombarde, appena ci scorgono sono pronti a catapultarsi a mano
aperta con la speranza di raggranellare qualcosa.
SECONDA TAPPA: MATMATA
Arriviamo poi a Matmata in pieno deserto roccioso in quello che è un
antico villaggio troglodita. Qui gustiamo un panorama unico: il cosidetto
"Deserto Lunare" dove è stata girata una scena del film Guerre Stellari.
Non gustiamo invece il tè che ci viene gentilmente offerto dagli abitanti
di una delle caratteristiche abitazioni del luogo, onde evitare le
spiacevoli inconvenienze di una eventuale "diarrea del viaggiatore".
Nel tentativo di sfuggire al caldo insopportabile, anche noi come fecero i
Berberi della zona alcuni secoli fa, ci trasferiamo sottoterra per visitare
una loro tipica abitazione.
Ecco la tecnica con cui vengono costruite le loro case: nel terreno,
che è molto irregolare, si scava un cortile, di solito circolare, centrale
profondo circa sei metri e poi lungo il suo perimetro si scavano le camere.
L'ingresso principale è costituito da uno stretto tunnel che sale dal cortile
al livello della superficie. Alcune delle case più grandi hanno due
o tre cortili collegati l'uno con l'altro e ora sono state trasformate
in alberghi.
Dal deserto di Matmata ci trasferiamo all'oasi di Gabes, dove finalmente
incontriamo un pò di ombra.
TERZA TAPPA: GABES
Gabes è una moderna città costiera famosa per la sua oasi dove ci sono
oltre 350000 piante.
In quella che si è rivelata una normale passeggiata tra le palme,
i bambini locali ci offrono banane e la possibilità di scattare
delle foto ricordo con un camaleonte sempre, naturalmente, in cambio
di qualche monetina.
Abbandonata l'oasi partiamo alla volta di Medenine.
QUARTA TAPPA: MEDENINE
Medenine è una città di provincia abbastanza comune ma costituisce,
insieme a Tataouine, il centro degli ksour del sud.
Uno ksar (plurale ksour), è una roccaforte che consiste di diverse
ghorfa, strutture ad arco destinate ad immagazzinare il grano.
In origine i Berberi costruirono solo le ghorfa che fungevano da deposito,
ma con l'invasione degli arabi furono costretti a costruire delle
stutture difensive e gli ksour si diffusero rapidamente.
Di solito venivano eretti in un posto facilmente difendibile,
per esempio in cima o sui fianchi di una collina. Oggi gli ksour
sono per la maggior parte in rovina, quello di Medenine è stato
restaurato ed ora ospita un nuovo mercato per i turisti.
Dopo questa escursione nel deserto abbastanza faticosa, c'erano più di 40°,
ci concediamo qualche giorno di riposo conducendo la tipica vita di mare.
Memori della precedente escursione, decidiamo di farne si un'altra, ma optiamo
per una gita in barca (con bagno garantito) all'isola dei fenicotteri.
Raggiunto in pullman il porto di Homt Souk ci imbarchiamo con i pirati di
Djerba!
Dopo circa un'ora di navigazione, ecco apparire all'orizzonte una strisciolina
di terra! E' lei, è l'isola dei fenicotteri... almeno così ci assicurano anche
se di questi uccelli non c'è neanche l'ombra. Una volta approdati ci rendiamo
conto che questa non è altro che una striscia di terra in mezzo al mare che
però offre una delle più belle spiagge di Djerba. Ne approfittiamo per un bel
bagno.
Veniamo poi chiamati a raccolta dai nostri pirati che ci portano prima a
raccogliere
le ostriche (senza perla) e che poi tra canti e balli ci preparano il pranzo a
base
di brik e couscous.
Finito di mangiare ci intrattengono con delle scenette che
sottolineano i tipici comportamenti che i turisti di varie parti del mondo
tengono qui in Tunisia.
Si passa così dai tedeschi che vogliono mangiare solo patate e si sentono
un po' i padroni del mondo, ai giapponesi che fotografano ogni cosa possibile
immaginabile, dai francesi che hanno sempre da lamentarsi, agli italiani che
con la tipica frase "ma io ho pagato" pretendono e pretendono!
Con il trascorrere del tempo ci accorgiamo che l'isola sta via via scomparendo
"mangiata" dall'alta marea. Ci imbarchiamo quindi sulla nostra barca per far
ritorno al nostro hotel. Qui trascorriamo gli ultimi giorni della nostra vacanza.
Ripensando ai giorni trascorsi qui, passano davanti ai nostri occhi le immagini
del deserto, del mare, dei mercatini "acchiappa turisti" dove i prezzi
vengono decisi contrattando, degli uomini seduti al bar che giocano a carte e
delle donne che con grandi anfore sulla testa, camminano ai margini dei
villaggi... di un Paese in cui la vita semplice degli abitanti risulta
essere in netto contrasto con quanto viene offerto ai turisti.
"... anche se percorri tutta la terra,
non imparerai mai quanto nel deserto.
Il deserto racchiude più sapere
di qualsiasi altra cosa sulla terra,
se sei capace di farlo parlare."
ARRIVEDERCI
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