Accademia
Italiana Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
L'ACCADEMIA
I
PERCHE' DI UNA ACCADEMIA A NONANTOLA
a
cura del
N.U. Dott. Eligio Maria GRASSELLI
Nella nostra epoca
così immersa nel flusso del presente e tanto protesa agli irresistibili
miraggi del futuro, può sembrare anacronistico il nascere di una nuova
Accademia, istituto tipico, per sua natura, della cultura del passato,
dedito alle dotte riflessioni collegiali e meditative, agli approfondimenti
più esaustivi. Ancora più anacronistico può apparire lo scopo di
questa Accademia, che si pone come oggetto principale l'Aceto Balsamico
Tradizionale, visto, in quanto aceto, nella sua eccezione più assoluta,
non limitata da personalismi di paese o di territorialità, da aggettivazioni
in genere, di qualsivoglia origine e tradizione. L'Accademia si interesserà
inoltre di ogni aceto, purché figlio legittimo dell'azione naturale
degli acetobatteri. Dell'Aceto Balsamico Tradizionale sono già in tanti,
a proposito o meno, a parlarne. La nuova Accademia vuole approfondire,
chiarire e puntualizzare questo argomento senza perdere di vista i riflessi,
i parallelismi e le implicazioni che proiettano nel futuro uno spettro
di prospettive tanto diverse e tanto appassionanti. Nei suoi programmi
figurano ricerche e studi ad alto livello con particolare riguardo agli
aspetti microbiologici, chimico-fisici, tecnici, storici, etnologici,
tradizionali. Studi che coinvolgeranno eminenti studiosi, tecnici di
elevata preparazione. Sono previsti convegni, incontri, tavole rotonde,
giornate di studio, momenti culturali che avranno in questo antico prodotto
della nostra civiltà contadina, assurto alle più alte vette della gastronomia
mondiale, il loro unico protagonista.
Perché a Nonantola? Perché a Nonantola, antica terra di colonizzazione
romana, gemma fulgente del monachesimo longobardo e franco, è stato
anche il luogo dove il maggiore studioso di Pomologia che ha avuto l'Italia,
il Conte Giorgio Gallesio, ha descritto con precisione e ricchezza
di particolari uno dei metodi più antichi di produzione del Balsamico.
E il Balsamico di Nonantola, ricco delle meravigliose qualità delle
sue uve, è stato anche il primo a varcare le Mura Vaticane ed a salire
sulla parca mensa di Papa Paolo VI, recato da quei cari e indimenticabili
amici del Balsamico che furono Antonio Samoré, Cardinale Bibliotecario
Vaticano, e Sergio Pignedoli, Cardinale di "Propaganda Fide".
L'Accademia ha la sua sede a Villa Emma ®,
costruzione sontuosa realizzata nel 1898 dall'Architetto Modenese Vincenzo
Maestri per il Commendator Carlo Sacerdoti, ed oggi appartenente al
Dott. Riciero Giacobazzi di Nonantola. Fu in quello splendido edificio
che nei tempi bui dell'ultima guerra, trovarono sicuro e nascosto asilo
tanti piccoli ebrei, terrorizzati e braccati dall'infamia della persecuzione
nazista, protetti dalla solidarietà della civilissima Nonantola. Oggi
fra quelle mura è tornata la pace. Nell'ampio sottotetto è collocata
la più vasta raccolta di antiche botticelle di Aceto Balsamico Tradizionale,
in attività, del ducato Estense. Parlare di Museo può sembrare un controsenso,
ma quando si parla di prodotti viventi che superano anche i tre secoli,
questo termine assume un valore nuovo, un valore che ci da il senso
del tempo lontano, di un tempo che volge senza soluzione di continuità
verso il futuro. Quel futuro a cui guarda con interesse di scienza e
di cultura l'Accademia Italiana dell'Aceto Balsamico Tradizionale, di
Nonantola.
N.U. Dott. Eligio GRASSELLI
Il
Conte Giorgio Gallesio nato a Finale nel 1772 da antica
e nobile Famiglia,proprietario terriero, si laureò in Legge
a Pavia ed esercitò la sua professionalità giuridica in pubblici
incarichi. Nel 1817 si ritirò a vita privata per dedicarsi
a tempo pieno ai suoi prediletti studi di biologia vegetale
e di tassonomia frutticola e per approntare la sua monumentale
"Pomona Italiana". Per attuare questa straordinaria impresa
editoriale Gallesio ricercò e studiò il germoplasma frutticolo
e vinicolo italiano compiendo ogni anno, tra il 1817 e il
1839 sistematiche ricognizioni scientifiche nelle varie regioni
e annotando le sue esperienze tassonomiche nel "Giornale di
Agricoltura e dei Viaggi". Fu in questo poderoso diario manoscritto
che nel 1839 lo stesso Gallesio annotò le visite effettuate
alle campagne dei Conti Salimbeni di Nonantola ,documentando
con precisione i metodi di produzione del "Balsamico"usati
nella loro acetaia nonantolana nata nel 1705.
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Manoscritto del Gallesio: lettera datata "Nonantola
20/9/1839" scritta nella villa del Conte Salimbeni e ritrovata
dal Prof. Enrico Baldini alla "DUMBARTON OAKS" dell'Università
di Harward a Washington
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Nonantola,
20 Settembre 1839. Nella villa del Sig. Conte Salimbeni. La
cantina dell’aceto è una delle cose più interessanti a vedersi
in questa tenuta. È una cantina situata nell’alto della casa
e con un’apertura che vi lascia penetrare l’aria e la luce.
Un terrazzo attiguo interamente aperto, e solo coperto da
un tetto, ne fa in compimento. La camera è destinata ai caratelli
dell’aceto fatto, e contiene più di cinquanta tonolini curti
e lunghi, cerchiati di ferro, i quali contengono l’aceto di
100 circa anni: essi sono divisi in annate marcate colle lettere
dell’alfabeto, ogniuna delle quali ne comprende due altre
e sono situati in ordine di età l’uno appresso all’altro sino
agli ultimi contrassegnati colla lettera G e che contengono
l’aceto dell’anno 1837. |
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