ACCADEMIA
ITALIANA ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA
SEDUTA
DI STUDIO
"VITIGNI
ANTICHI ED ATTUALI NELLE TERRE DELL'ACETO BALSAMICO"
Relatore: prof. Bruno Marangoni,
Ordinario di Culture Arboree dell'Università di Bologna.
SINTESI DELLA CONFERENZA
Tale
conferenza, estremamente interessante e coinvolgente ha illustrato
al qualificato pubblico la storia della viticoltura. Nelle zone di
produzione dell'aceto balsamico tradizionale la viticoltura è sempre
stata oggetto di continue evoluzioni, in gran parte legate a fattori
ambientali, socio-economici e di ordine tecnico. La coltura della
vite nell'area modenese -reggiana risale al periodo neolitico, quando
si insediarono i villaggi della civiltà terramaricola, ma furono principalmente
gli Etruschi a diffonderla nelle zone pedecollinari. Essi utilizzavano
il vino come bevanda-alimento miscelandolo spesso con derivati del
latte (cagliata, formaggi, ricotta). In periodi successivi la viticoltura
si è espansa ad opera dei romani, anche per la buona produttività
dei vigneti che erano fonte di imposte pagate dagli agricoltori. L'esosità
dei tributi portò, nel II° sec. D.C., alla estirpazione degli impianti
viticoli. Per il millennio successivo sono scarse le informazioni
ed una diffusione della vite si ha sicuramente da parte degli Estensi,
grazie alle grandi opere di bonifica della pianura e all'adozione
delle alberate. La produzione dell'aceto è sempre stata tenuta in
considerazione per la conservazione degli alimenti (marinate), per
aromatizzare i prodotti ma anche come antisettico e medicamento. Il
vino destinato alla produzione di aceto era, di norma, di bassa gradazione
alcolica e non sempre di buona qualità, quindi abbastanza consono
alla zona umida di coltivazione e alla produzione piuttosto abbondante
dei vigneti. I vitigni coltivati nella zona erano molteplici e derivano
spesso da biotipi locali esistenti nelle foreste della zona e messi
in coltivazione solo negli ultimi secoli. Nei filari alberati vi erano
mescolanze di vitigni rossi e bianchi Trebbiani, Lambrusche, Alionza,
Termarina, Gatta, Pignole, Sgavetta, ecc.), vinificati in relazione
al colore dell'uva. Dopo l'invasione fillossera e la conseguente distruzione
dei vigneti si è verificato il rinnovo degli impianti, l'introduzione
di nuovi vitigni (Merlot, Cabernet, Riesling, Pinot, ecc.) e dalla
metà del secolo scorso la sostituzione delle alberate con vigneti
specializzati idonei all'introduzione delle moderne tecnologie di
coltivazione.
Moderatore della conferenza è stato l'accademico
Prof. Enrico Baldini, il più importante interprete dell'Opera
"Pomona Italiana" del Naturalista Conte Gallesio che fu autore della
lettera datata "Nonantola 20/9/1839" scritta nella villa del Conte
Salimbeni e ritrovata dal Prof. Baldini alla "DUMBARTON OAKS" dell'Università
di Harward a Washington.
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