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LA DARSENA DI PORTA TICINESE A MILANO

La Darsena di Porta Ticinese (o di Sant’Eustorgio) costituiva il punto di connessione dell'intero sistema dei Navigli, il luogo in cui le acque milanesi, provenienti dalla cerchia nord - occidentale delle Alpi, segnano l’ angolo di ventaglio, a cui approdavano i principali traffici cittadini. Come indica il termine darsena, parola araba, tramandata dai navigatori genovesi per definire uno specchio d’acqua interno ad un porto mercantile o militare, quella di Milano funzionò per secoli come porto commerciale con un movimento di merci, che risultava di notevole rilievo anche a livello europeo. L’idea di costruire una darsena a Milano come punto di arrivo – sosta – partenza delle navi che percorrevano il Naviglio Grande, il fiume Olona e il Ticinello, nacque alla fine del XVI secolo, dopo la costruzione dei bastioni. Realizzata nella forma odierna intorno al 1920 dall'architetto Giussani, essa è composta da un bacino di forma allungata della lunghezza di circa 600 m. e della larghezza massima di circa 50 m., costeggiato lungo i due lati maggiori dalle banchine per l'attracco delle barche e le operazioni di scarico delle merci.  In esso si immettevano oltre al Naviglio Grande, che vi sfocia tuttora in prossimità del ponte dello "Scodellino, il fiume Olona e le acque della fossa interna. Sul lato occidentale, si apre l'imboccatura del Naviglio di Pavia, sormontata dal cosiddetto ponte del Trofeo, edificato in occasione dell’apertura del primo tratto del Naviglio di Pavia e abbattuto nel 1856. All'imbocco del Naviglio Grande il quartiere Ticinese, con le tipiche case basse di ringhiera, i cortili lastricati e le edicole sacre, resta ancora oggi lungo l'Alzaia testimonianza di un ambiente popolare animato un tempo da formaggiai, pescatori e lavandaie.  

 

 

 

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