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IL  NAVIGLIO PAVESE (1350-1819)

Della costruzione del Naviglio Grande beneficiarono un po’ tutti, ma sorse presto il problema di dove convogliare le acque superflue che esso portava. In un primo momento questo compito venne svolto da un piccolo canale, il Ticinello, ma nel 1300 i Visconti pensarono di dare inizio ad un nuovo scavo che collegasse Milano a Pavia. Fu esattamente Galeazzo Visconti che nel 1359, fece eseguire un primitivo fossato che avrebbe irrigato la campagna, ma con il desiderio che un giorno potesse essere navigato . Il suo progetto fu realizzato nel 1457 quando il canale venne reso navigabile fino a Binasco (l’attuale “Navigliaccio”). Nel 1597 riaffiorò l’idea di rendere il Naviglio di Pavia percorribile da Milano al Ticino, ma presto i lavori si interruppero e la conca già costruita a Milano venne chiamata “Conca Fallata” per il fallimento dell’impresa. Soltanto nel 1805 Napoleone con un suo decreto fece riprendere questa ambiziosa opera, che venne portata a termine nel 1819 dagli austriaci. Ma l’avvento dei nuovi mezzi di trasporto su strada e su rotaia, determinò ben presto l’abbandono della navigazione commerciale sul Naviglio, anche perché erano molti i dazi che si dovevano pagare. Il Naviglio di Pavia prendendo le acque dal Naviglio Grande presso la darsena di Porta Ticinese, scorre in direzione sud-ovest fino a Pavia passando per i comuni di Rozzano, Zibido San Giacomo, Binasco, Casarile, Rognano, Giussano, Certosa di Pavia e Borgatello. Le sue acque confluiscono nel fiume Ticino a Pavia. La lunghezza del canale è di 33 km, il suo dislivello di 57 metri e la pendenza varia tra lo 0,28 per mille e lo 0,10 per mille. Lungo il suo corso sono presenti 12 conche e 3 scaricatori laterali per la regolazione della portata d’acqua.

 

 

 

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