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Il quarto album dei R.E.M. esce nel Giugno 1985, è Fables of the reconstruction. Quasi come un taglio netto ai precedenti si presenta quest'album così pieno di "novità". I R.E.M. scelgono una nuova sede per le registrazioni: l'Inghilterra  e un nuovo produttore: Joe Boyd; nel piccolo grande universo dei R.E.M. due  grandi scelte...Il legame tra i R.E.M. e Boyd è perfetto; la sua influenza sul disco è quasi impercettibile...e l' Inghilterra si avvicina tanto alla patria dei quattro grazie allo stesso abbandono agli antichissimi miti e alle tradizioni nutrite dal forte legame fra l'uomo e la terra.

 

Fables of the Reconstruction non ha un concetto portante, ma le canzoni sono legate da una solida struttura contestuale che si avverte canzone dopo canzone; i R.E.M. lasciano all'ascoltatore il compito di scoprire tutti i segreti che cela l'album. La presenza di estremi messi a confronto ,di nuove sonorità e strumenti lo rendono un album "sperimentale".

"I've been there, I know the way"        "Can't  get there from here"

"How do we get there ?"                         "Where are we going?"

"Dove stiamo andando?" è la domanda che ci si pone in "Can't get there from here"...ascoltando Fables of the reconstruction vengono fuori tante domande e poche risposte...domande e dubbi che i R.E.M. fondamentalmente cambiati si pongono in un momento non certo facile per il gruppo e che ci spingono a chiarire e interpretare...

Fables of the reconstruction segna un nuovo modo di vedere le cose, i R.E.M. scelgono un altro posto per le registrazioni quasi per allontanarsi dal passato che si accingono a guardare da un'altra angolazione. Peter Buck che adora questo album dice "Si sente maggiormente la sensazione di "casa" in quest'album, la sensazione che noi non siamo lì..."

 

"We can still our destination,but it's still a ways away"       

(Driver 8)

 

 

Prodotto da Joe Boyd

I.R.S., 1985