DICHIARAZIONE
DI IVANO GIACOMELLI
SEGRETARIO
NAZIONALE DEL CODICI
Il
CODICI critico sulle proposte del ministro Sirchia sul nuovo Piano
Sanitario Nazionale e sull’eliminazione dell’esclusività del
medico.
Centralità
del SSR, rilanciare la sfida delle Carte dei Servizi, trasformazione
del rapporto di lavoro dei medici del SSN di tipo privato: queste in
sintesi le proposte del CODICI.
Sull’esclusività del rapporto del medico
Perché
si parla di “diritto” alla libera professione del personale
medico. Semmai si dovrebbe parlare del diritto di non concorrenza da
parte delle strutture sanitarie pubbliche nei confronti dei suoi
dipendente. Cancellare l’esclusività del rapporto non porta alcun
beneficio all’assistenza al malato, significa solo dare un enorme
privilegio ad una categoria professionale, già ricca di immunità ed
esenzioni.
Se
il problema riguarda la reciproca insoddisfazione del lavoro svolto
dai medici (reciproca perché i cittadini non ne sono certo
soddisfatti a dispetto dei pilotati sondaggi), allora riteniamo che
l’unica proposta seria, sia quella di una radicale trasformazione
del rapporto di lavoro dei medici, nel senso di completa
privatizzazione. Non più medici dipendenti del SSN, ma solo medici a
contratto pagati sulla base delle prestazioni effettivamente rese. In
questo modo si otterrebbe un miglioramento della qualità e del numero
di prestazioni ad un costo decisamente più contenuto.
Sul piano sanitario
nazionale
La
principale critica che si può muovere al PSN è la sua genericità ed
astrattezza, non tanto nell’individuazione degli obiettivi, ma nei
percorsi per raggiungerli.
Lo
smantellamento del SSN è un errore. Nonostante questa azione sia in
corso da anni, non possiamo non segnalare agli osservatori attenti,
che tale politica non ha portato ad una diminuzione della spesa da
parte dello Stato, anzi la spesa è cresciuta a fronte di una
diminuzione della qualità e tempestività dei servizi resi. Se a
questo si aggiunge che l’onere a carico delle famiglie, ha raggiunto
il 50 % della spesa complessiva sostenuta dallo Stato, da questi dati
dovrebbe trarsi la logica conclusione, che questa è una politica
sbagliata, volta solo ad avvantaggiare interessi speculativi sulla
salute.
Altro
elemento di debolezza del piano sanitario, riguarda il ruolo del
cittadino. Superare la retorica di porre al centro del SSN il
cittadino, quando questo è privo di qualunque strumento e non ha
alcun potere contrattuale. Dare un ruolo reale al cittadino, questa è
la vera sfida innovativa. Il primo governo Berlusconi, aveva
cominciato ad affrontare questa sfida introducendo le Carte dei
Servizi. Carte dei servizi rimaste, come tutti i documenti in favore
del cittadino, lettera morta. Oggi bisogna riprendere quella sfida e
trasformare quelle “inutili” carte in un vero “contratto” tra
le strutture del servizio pubblico e i cittadini, introducendo nuovi
elementi e strumenti sanzionatori direttamente azionabili dai
cittadini.
Roma
8.4.02