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Il Coscile e le sue meraviglie

Nell'inquadrare l'importanza idreologica di un fiume ed anche parallelamente il suo grande significato storico diviene essenziale descrivere gli aspetti morfologici, logistici ed idrici.

La Penisola italiana è caratterizzata dalla presenza di due grandi conformazioni montane: le alpi e gli appennini. Quest'ultima geologicamente più antica si dispone longitudinalmente lungo il territorio, incuneandisi a mo' di stivale nel Mar Mediterraneo.

In uno dei settori geologicamente più critici, in prossimità dell'interconessione di due faglie si erge una delle Catene Appenniniche di grande rilevanza: il "POLLINO".

Ci troviamo sul "Tetto del Mediterraneo" dato che a parte l'Etna, per scorgere cime più prorompenti di Serra Dolcedorme (2267 M s.l.m) bisogna risalire sino alla "MAIELLA" e certemente ci dobbiamo allontanare di ben lungi per rilevare altopiani di elevata altitudine come quelli dei Piani di Pollino (P.Ruggio, Vacuarro, Gaudolino, Toscano, Pollino quest'ultimo a circa 1950 M s.l.m di media).

Tali Piani sono la testimonianza o meglio il letto di antichi ghiacciai, gli stessi che ricoprivano un tempo gran parte dell'Europa Centro-Settentrionale, gli stessi che in Sila ci hanno regalato gli stupendi omonimi laghi.

È indubbio dedurre da tale sommaria analisi, la grande importanza che tali monti hanno nell'equilibrio idrico della Calabria Citeriore: enormi serbatoi d'acqua, ricoperti per 8-9 mesi all'anno di neve, gigantesche spugne che in primavera al disgelo, ingrossano gli innumerevoli rivoli, sorgenti, torrenti che alle pendici sgorgano miracolosamente. È proprio in tale contesto idrico, ai piedi dei monti Pollino e Dolcedorme che dalla confluenza di molte sorgenti, nasce il fiume COSCILE; gigante idrico nelle aride terre meridionali, lungo 45 Km con un unico bacino idreografico di 1108, principale affluente del Crati nella Piana di Sibari.

Uno dei tratti più affascinanti e sopratutto meno inquinati lo possiamo certamente individuare fra le Piane di Morano e Castrovillari in uno stretto Canalone fra il Monte Sant'Angelo e le conformazioni montane a sud-ovest del Pollino, ...in preciso luogo nelle GOLE di SASSONIA.

L'habitat è quello tipico dei corsi fluviali mediterranei: secolari pioppi, stupendi ontani, faggi (una varieta locale molto interessante è quella definita dai contadini locali "spinosa", caratterizzata da un legno durissimo e dai rami pungenti), gallerie naturali che avvolgono il fiume in stupendi coni verdi, stretto sia da canaloni ripidi che dolci, circondato un pò ovunque da un impenetrabile sottobosco "spinoso" (ortiche et similia).

escursionista nella Gola di Sassonia

Un tempo in questi incantati luoghi non doveva essere difficile scorgere specie quasi ormai estinte come il falco di palude, il martin pescatore, la lontra - innoqui animaletti schiacciati dall'avida frenesia omicida degli spietati cacciatori - specie di emorme valore e grande importanza nel delicato ecosistema fluviale.

E chissà quante altre specie sono sottoposte a continuo rischio di estinzione a causa dell'incipiente inquinamento chimico-urbano che a valle ha trasformato il Coscile nella fognatura di Castrovillari (ne è un esempio lampante la sorgente di S.Giovanni, arcuata in un canalone nel cuore dell'abitato, in pratica fonte esclusivamente putrida, creata da tutti gli scarichi idrici urbani, principale affluente del fiume nella vallata di San Rocco).

Il nostro Progetto di Oasi oltre ad essere l'ultimo baluardo per salvare tale corso d'acqua, cominciando proprio dalle GOLE DI SASSONIA, contro i mille pericoli quì oramai realtà quali dighe, captazioni, cave, canalizzazioni, disboscamenti selvaggi, vorrebbe dare un ulteriore stimolo per la Campagna atta al ripopolamento della LONTRA.

Proprio nel WWF si sono già caratterizzati battaglie ed interventi simili con l'istituzione dell'OASI DI PERSANO SUL SELE, ma la nostra, e lo risottolineamo a rischio di essere ripetitivi, vorrà essere un esperimento turistico, archeologico, ambientale, storico-culturale.

Salviamo la LONTRA; salviamo il COSCILE; salviamo la NATURA, L'AMBIENTE E LA SUA STORIA; riscopriamo nelle nostre cupe ed ombrose vallate fluviali le nostre radici.

a cura di Fabio DONATO

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