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I sentieri di Sassonia

"Impressioni, commenti ed osservazioni di due Soci del WWF (Fabio Donato e Benedetto D'Attri) in cammino in un area da proteggere."

Le gole di Sassonia offrono agli occhi dei visitatori un paesaggio fluviale fantastico, selvaggio e cupo più che mai, di sicura rara bellezza ed incantevole maestosità.

L'esigenza dell'elevazione ad area protetta di questa zona diviene di emergente attualità, considerandone il grande valore Naturalistico e Storico, ormai sempre più minacciata da ogni tipo d'inquinamento, dagli insediamenti umani e dalla sadica sete di morte dei cacciatori.

E così armati di buone intenzioni, carta, penna, macchina fotografica e scarponi in una mattina primaverile io e l'amico Benedetto ci siamo incaminati nelle stupende Gole cercando di rilevare tutto ciò di anormale (rifiuti et similia) e d'incantevole.

La zona da proteggere comincia dal "PONTE CIANCA", antica struttura stradale inaugurata sotto Umberto I, sita nel luogo di un più antico pontile di legno ora distrutto, a confine fra Castrovillari, San Basile e Morano Calabro.

Una stradicciola sterrata in buone condizioni penetra nel territorio fino ad uno spiazzaletto (ove è possibile creare un parcheggio per i visitatori); da tal punto ad oriente s'inerpica un sentiero "sospettosamente largo" (sicuramente transitato da qualche ruspa) direzionato verso Monte S'Angelo. Il paesaggio offerto in questo primo passaggio è affascinante e brullo; alle spalle la strada Nazionale si assottiglia sempre di più integrandosi pienamente in un panorama un po' "lunare"; di fronte il territorio che si prosta agli occhi si mostra simile agli orizzonti dell'Aspromonte ed in lontananza fa capolino, sempre imbiancato più che mai il Dolcedorme, dall'alto dei suoi 2267 m SLM.

Una breve salita porta ad un primo bivio itinerario: a destra anche se non è tracciato il sentiero, si può proseguire sino in cima a Monte Sant'Angelo; a sinistra si ci avvia verso l'entrata delle Gole (Sentiero A).

A tale punto il cammino diviene più impegnativo e prudente, si costeggiano alti dirupi spalleggiati da ripidissumi costoni brulicanti di cespugliazioni varie.

In loco, all'avvio dell'OASI, dovrà essere fatto un grosso lavoro di solidificazione del setto camminatoio, possibilmente in pietre di medie dimensioni (a mo' delle strade Romane). Un tipo di struttura già preesistente in alcuni punti del sentiero che si amalgama moltissimo al paesaggio. Non dovrà mancare una solidissima transennatura del tipo di quella applicata sui ripidissimi costoni dolomitici.

Il paesaggio assume i suoi incantevoli connotati; giù in basso il fiume che scroscia rombosamente ingrossato dal disgelo primaverile; di fronte il costone occidentale delle Gole, ricco di vegetazione e su in cielo un azzurro profondissimo macchiato ogni tanto dal volo di qualche falco di palude. In tale ingresso abbiamo rilevato la presenza di alcune strutture abbandonate e dismesse dell'Enel quali pali arrugginiti (da eliminare) e costruzioni abitative, che sicuramente adattate potranno venire utile all'organizzazione dell'Oasi stessa (portanto grosso risparmio di costi). In particolar modo abbiamo rilevato la presenza di un canaletto che sembra essere stato costruito apposta per l'unico tipo di caccia da noi amata: QUELLA FOTOGRAFICA!!!

La posizione diviene felicissima, in una piccola casupola sopra tale canalizzazione.

Abbiamo da lì potuto osservare personalmente, ed immortalare fotograficamente il volo di tre Falchi pescatori; una dolcissima planata su nel cielo verso il loro nido su di una rupe vicino a dei ruderi (chissà, forse proprio di Sassonia).

I ruderi dell'antica sassonia

Giù, quasi a riva del fiume vi sono altri due accasamenti ben più grandi, anch'essi abbandonati, forse sempre dell'Enel che potrebbero venire utili quale centro direzionale dell'Oasi, luogo di convegni didattici e foresteria.

Nel seguire il sentiero si denota sull'altro fronte della gola una strada, di recente costruzione che potrà essere sfruttata; magari con la costruzione di un percorso (Sentiero B). Il panorama continua comunque ad essere affascinante e ben poco oltre si offre alla vista dei fortunati escursionisti una grandiosa Caverna, alta alcune decine di metri, nella cui cavità sembrasi intravedere una cosstruzione.

Ormai entrati nel territorio di Morano Calabro, con il Dolcedorme sempre lì immobile sul lato destro si giunge ad un crocevia: a destra, in direzione appunto della catena del Pollino la strada prosegue sino a probabilmente la statale fra i comuni di Morano e San Basile (eventuale 2° uscita sentiero a). Di fronte, quello che abbiamo indicativamente chiamato sentiero "B"; si dirige anch'esso verso tale Statale, immergendosi in uno stupendo boschetto con a fianco il sempre scrosciante Coscile. Alla nostra sinistra si apre un piccolo percorso (Sentiero C) che si inerpica nel sottobosco Fluviale e costeggia per alcune centinaia di metri il corso d'acqua.

Il paesaggio diviene "sempre più stretto" ed avvolti in "gallerie naturali" ricche di insetti di ogni varietà e fiori dai colori più strani si vive una sensazione d'entusiasmo; una piccola giungla (almeno solo per l'aspetto "vegetazione"), a due passi dalla città.

Non abbiamo percorso completamente quello che ho denominato sentiero "C" perchè ad un certo punto necessitava un macete per aprire la strada inghiottita dai rovi, ma sicuramente, da alcuni rilevamenti poi fatti dall'alto, conduce alle abitazioni abbandonate sopracitate; comunque in tal punto, circa all'altezza della grotta, il sentiero "C" si riimmette in quello "A".

Purtroppo in questa breve escursione (solo un'ora e mezza) non abbiamo segnalato solamente le meraviglie che ho descritto, ma anche dei biechi interventi che hanno cominciato a violare le Gole.

All'ingresso del sentiero "A" non ci è stato difficile scorgere dei rifiuti, mentre delle cementificazioni selvagge hanno cominciato a deturpare il paesaggio. All'ingresso delle Gole stesse, all'inizio del sentiero "B" abbiamo denotato quel che ritengo "un pugno negli occhi": degli smottamenti artificiali (causati certamente da una ruspa) ed una staccionata di alluminio vi un verde pisello, quelle del tipo usate nei cantieri.

Sempre il sentiero "B" culmina nel centro delle Gole in una zona stranamente aperta e lì a terra "il corpo del reato": dei legni appena tagliati.

Vergognoso, siamo in piena zona "C" del Parco Nazionale del Pollino in area demaniale!

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