Aimar associazione                                1/1997

Esperienze: la storia di Nicola,

 

Bruno Bertoni

 

Nicola frequenta la 3a elementare con molto entusiasmo e svolge una vita attiva e normale. Molte sono le difficoltà incontrate e le esperienze vissute ed il fatto di essere medico mi é stato di grande aiuto in moltissime circostanze. Sono specialista in Malattie della Pelle ed ho lavorato per un paio di anni nel Reparto Ustioni della Clinica Dermatologica di Ferrara. Ricordo tuttavia con molta amarezza l'ambiente di omertà e di scarsa collaborazione dei colleghi del Reparto di Puericultura e di Chirurgia Pediatrica della nostra città. Otto anni fa, quando nacque Nicola, poco o nulla si sapeva sulle innovative tecniche di intervento del chirurgo Alberto Pena. Oggi, molti Reparti di Chirurgia Pediatrica applicano queste tecniche di intervento ed i problemi di atresia ano‑rettale vengono affrontati con maggiore professionalità e competenza. Il primo grosso problema é stato quello della medicazione delle ferite e delle ulcere peristomiali perché non siamo mai riusciti ad applicare la placca di caucciù di Stomahesive per poter attaccare il sacchetto. Questo problema é particolarmente grave quando lo stoma (cioè il pezzo di intestino che sporge dal piano cutaneo ed é fissato alla parete addominale) é troppo corto e non consente l'applicazione della placca. Le feci fuoriuscite dallo stoma si riversavano sulla pelle circostante provocando irritazioni, ferite e ulcere dolorose difficilmente guaribili. Le medicazioni dovevano essere eseguite frequentemente per evitare le infezioni e l'allargamento delle ulcerazioni stesse. Dopo l'intervento di ricanalizzazione e la manovra delle dilatazioni, il problema più importante diventa la pratica del clistere. Abbiamo cominciato che Nicola aveva già più di 3 anni seguendo dettagliatamente le istruzioni del Prof. Pena. Siamo fermamente convinti che la pratica del clistere dovrebbe essere iniziata molto presto (almeno intorno al 2° anno di vita, quando gli altri bambini tolgono il pannolone). All'inizio praticavamo un clisma fosfato (mezzo flacone di clisma fleet) con risultati però deludenti perchè il preparato provocava enorme irritazione intestinale con scariche ripetute, ravvicinate, difficilmente controllabili. Vogliamo ricordare che Nicola, contrariamente a molti bambini nati con fatresia ano‑rettale, non ha mai sofferto di stipsi, ed abbiamo fatto tutto il possibile per alimentarlo in maniera corretta. Nonostante ciò, 1'impossibilità di praticare il clisma fosfato é diventato evidente quando:

a) si sviluppavano enormi quantità di aria intestinale dovuta all'infiammazione provocata dal clisma fleet;

b) l'introduzione del liquido diventava difficile per la resistenza offerta dall'aria stessa che spesso rigettava violentemente il liquido appena iniettato

A questo punto abbiamo pensato di utilizzare (sempre con (ausilio di una sonda lunga di caucciù) il clisma fosfato in piccoli dosi aggiungendo quantità via via crescente di soluzione fisiologica. Tutto questo fu un'inutile perdita di tempo, di fatica fonte di tensione e di angoscia anche perché Nicola aveva già 6 anni ed aveva frequentato solo pochi, anzi pochissimi giorni la scuola materna. Stanchi e delusi di tutto questo, decidemmo di interrompere la pratica dei clisteri. Molti bambini possiedono un buon riflusso gastrocolico ed una vivace attività peristaltica intestinale (cioè lo stomaco e l'intestino funzionano molto bene); Nicola è uno di questi. Pertanto lo abbiamo stimolato a consumare una abbondante colazione: una pastina normale mai farcita, una tazza di thè, un'altra pastina, ancora un'altra tazza di thè. Con questa piccola misura alimentare abbiamo ottenuto risultati incoraggianti; Nicola riusciva ad eliminare una parte delle feci tuttavia senza svuotarsi completamente. I problemi da risolvere restavano fondamentalmente due:

1) il bambino doveva restare sul water troppo a lungo (non meno di 50‑60 minuti) 2) le feci spesso erano dure ed il bambino non riusciva a svuotarsi.

Decidemmo a questo punto di utilizzare i microclismi, cioè le semplici perette che adoperano molte mamme per i loro bambini che soffrono di stipsi abituale. Si tratta di perette da 3 e da 6 gr a base di glicerolo, camomilla, malva che praticavamo tutti i giorni dopo la colazione che deve essere sempre abbondante e calda. Qualche volta, senza aver praticato il microclisma, invitiamo il bambino a trattenere il liquido più a lungo possibile (per es. Nicola o mia moglie Cristina contano fino a 120‑150). Questo é particolarmente importante per il primo e per il secondo microclisma, quando cioè la massa fecale è più abbondante e compatta. Nei giorni più fortunati possono bastare anche due microcllsmi; é il genitore che deve ponderare se la quantità di feci eliminata é sufficiente. Un'altra piccola regola: mia moglie Cristina é abbastanza tranquilla quando con l'ultimo microclisma non escono più feci, ma solo un po' di muco chiaro. L'anno scorso Nicola si é sporcato una sola volta!!! Siamo contenti dei risultati raggiunti e speriamo di trovare soluzioni ancora migliori.

 
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