Esperienze: la storia di Nicola,
Bruno Bertoni
Nicola frequenta la 3a elementare con molto entusiasmo e
svolge una vita attiva e normale. Molte sono le difficoltà incontrate e
le esperienze vissute ed il fatto di essere medico mi é stato di grande
aiuto in moltissime circostanze. Sono specialista in Malattie della Pelle
ed ho lavorato per un paio di anni nel Reparto Ustioni della Clinica
Dermatologica di Ferrara. Ricordo tuttavia con molta amarezza l'ambiente
di omertà e di scarsa collaborazione dei colleghi del Reparto di
Puericultura e di Chirurgia Pediatrica della nostra città. Otto anni fa,
quando nacque Nicola, poco o nulla si sapeva sulle innovative tecniche di
intervento del chirurgo Alberto Pena. Oggi, molti Reparti di Chirurgia
Pediatrica applicano queste tecniche di intervento ed i problemi di
atresia ano‑rettale vengono affrontati con maggiore professionalità
e competenza. Il primo grosso problema é stato quello della medicazione
delle ferite e delle ulcere peristomiali perché non siamo mai riusciti ad
applicare la placca di caucciù di Stomahesive per poter attaccare il
sacchetto. Questo problema é particolarmente grave quando lo stoma (cioè
il pezzo di intestino che sporge dal piano cutaneo ed é fissato alla
parete addominale) é troppo corto e non consente l'applicazione della
placca. Le feci fuoriuscite dallo stoma si riversavano sulla pelle
circostante provocando irritazioni, ferite e ulcere dolorose difficilmente
guaribili. Le medicazioni dovevano essere eseguite frequentemente per
evitare le infezioni e l'allargamento delle ulcerazioni stesse. Dopo
l'intervento di ricanalizzazione e la manovra delle dilatazioni, il
problema più importante diventa la pratica del clistere. Abbiamo
cominciato che Nicola aveva già più di 3 anni seguendo dettagliatamente
le istruzioni del Prof. Pena. Siamo fermamente convinti che la pratica del
clistere dovrebbe essere iniziata molto presto (almeno intorno al 2° anno
di vita, quando gli altri bambini tolgono il pannolone). All'inizio
praticavamo un clisma fosfato (mezzo flacone di clisma fleet) con
risultati però deludenti perchè il preparato provocava enorme
irritazione intestinale con scariche ripetute, ravvicinate, difficilmente
controllabili. Vogliamo ricordare che Nicola, contrariamente a molti
bambini nati con fatresia ano‑rettale, non ha mai sofferto di
stipsi, ed abbiamo fatto tutto il possibile per alimentarlo in maniera
corretta. Nonostante ciò, 1'impossibilità di praticare il clisma fosfato
é diventato evidente quando:
a) si sviluppavano enormi quantità di aria intestinale
dovuta all'infiammazione provocata dal clisma fleet;
b) l'introduzione del liquido diventava difficile per la
resistenza offerta dall'aria stessa che spesso rigettava violentemente il
liquido appena iniettato
A questo punto abbiamo pensato di utilizzare (sempre con
(ausilio di una sonda lunga di caucciù) il clisma fosfato in piccoli dosi
aggiungendo quantità via via crescente di soluzione fisiologica. Tutto
questo fu un'inutile perdita di tempo, di fatica fonte di tensione e di
angoscia anche perché Nicola aveva già 6 anni ed aveva frequentato solo
pochi, anzi pochissimi giorni la scuola materna. Stanchi e delusi di tutto
questo, decidemmo di interrompere la pratica dei clisteri. Molti bambini
possiedono un buon riflusso gastrocolico ed una vivace attività
peristaltica intestinale (cioè lo stomaco e l'intestino funzionano molto
bene); Nicola è uno di questi. Pertanto lo abbiamo stimolato a consumare
una abbondante colazione: una pastina normale mai farcita, una tazza di thè,
un'altra pastina, ancora un'altra tazza di thè. Con questa piccola misura
alimentare abbiamo ottenuto risultati incoraggianti; Nicola riusciva ad
eliminare una parte delle feci tuttavia senza svuotarsi completamente. I
problemi da risolvere restavano fondamentalmente due:
1) il bambino doveva restare sul water troppo a lungo (non
meno di 50‑60 minuti) 2) le feci spesso erano dure ed il bambino non
riusciva a svuotarsi.
Decidemmo a questo punto di utilizzare i microclismi, cioè
le semplici perette che adoperano molte mamme per i loro bambini che
soffrono di stipsi abituale. Si tratta di perette da 3 e da 6 gr a base di
glicerolo, camomilla, malva che praticavamo tutti i giorni dopo la
colazione che deve essere sempre abbondante e calda. Qualche volta, senza
aver praticato il microclisma, invitiamo il bambino a trattenere il
liquido più a lungo possibile (per es. Nicola o mia moglie Cristina
contano fino a 120‑150). Questo é particolarmente importante per il
primo e per il secondo microclisma, quando cioè la massa fecale è più
abbondante e compatta. Nei giorni più fortunati possono bastare anche due
microcllsmi; é il genitore che deve ponderare se la quantità di feci
eliminata é sufficiente. Un'altra piccola regola: mia moglie Cristina é
abbastanza tranquilla quando con l'ultimo microclisma non escono più
feci, ma solo un po' di muco chiaro. L'anno scorso Nicola si é sporcato
una sola volta!!! Siamo contenti dei risultati raggiunti e speriamo di
trovare soluzioni ancora migliori.