La gestione intestinale: risponde il Dottor Peña
Perchè
pensa che il programma di gestione intestinale sia la scelta migliore per
questi bambini?
Noi crediamo che le altre alternative non siano buone in termini di qualità
di vita come il programma di gestione intestinale. Naturalmente la
decisione finale deve arrivare dal paziente e non da noi. Noi
presentiamole alternative possibili. Saranno i genitori e il paziente che
dovranno decidere.
Quali
sono gli effetti a lungo termine di medicine e clisteri assunti e fatti
quotidianamente?
Il programma di gestione intestinale è stato implementato solamente da una
decina di anni. Non abbiamo visto nessun effetto medico collaterale che
possiamo attribuire all'uso di clisteri o di irrigazioni del colon.
Comunque, non sappiamo quali saranno le conseguenze tra 20‑30 anni.
L'importante è ricordarsi che ci sono molti tipi di clisteri che possono
essere effettuati. Il clistere di tipo Fleet è un clistere con del
fosfato che può essere tossico quando somministrato in eccesso. Seguendo
le specifiche raccomandazioni del produttore, non abbiamo visto problemi o
intossicazione da fosfato, oppure ipoglicemia (basso dosaggio di
calcio). Al contrario, a molti dei nostri pazienti viene effettuato un
clistere con una soluzione salina che non è diversa dal liquido che
integra il nostro corpo in termini di concentrazione di elettroliti. Non
ci aspettiamo nè prevediamo nessun effetto collaterale usando questi
clisteri. Frequentemente molti dei nostri pazienti esprimono una comune
idea che risulta sbagliata. Pensano che effettuando i clisteri questi
possano interferire con la nutrizione e con l'assorbimento degli alimenti.
E' molto importante ricordare, sia per i genitori che per le famiglie,
che quando si effettuano i clisteri si lava il colon e che il colon ha
solo delle feci in esso che sono dei residui. Riguardo l'uso di
medicinali, noi usiamo dei medicinali solo per uno specifico gruppo di
pazienti che hanno la tendenza a soffrire di diarrea. Questi pazienti sono
quelli che hanno subito il vecchio tipo di procedura chirurgica per ano
imperforato: durante queste operazioni i chirurghi spesso sezionavano
parte del rettosigmoide. La conseguenza è che il paziente ha la
tendenza a soffrire di diarrea e quindi dobbiamo diminuire la motilità
del colon con un medicinale per mantenere il paziente pulito tra un
clistere e l'altro. Fortunatamente, l'operazione che eseguiamo adesso
enfatizza il bisogno di preservare ogni singolo pezzo del colon e del
retto e quindi vediamo sempre meno questo tipo di pazienti. La maggior
parte dei nostri pazienti non ha bisogno di nessun tipo di medicine se
operati
seguendo le moderne tecniche chirurgiche.
Perchè è così importante iniziare un programma di gestione
intestinale all'età di 2 anni e1/2 quando molti bambini
"normali" portano ancora il pannolino fino all'età di quattro
? Si tratta di prender tempo per arrivare a qualche risultato ci sono dei
benefici medico/fisiologici iniziando prima?
Noi crediamo che un bambino che soffre di incontinenza fecale è
basilarmente un bambino felice durante la prima parte della sua vita
quando porta ancora il pannolino, perchè, come lo riporto qui, non è
diverso dagli altri bambini. 1 problemi con questi bambini inizia quando
si devono separare dalle figure protettive (genitori) e cercare di
socializzare da soli in un ambiente dove tutti i loro compagni non hanno
più il pannolino quando loro ce lo hanno ancora. Questo è il momento in
cui iniziano i veri problemi (discriminazione e ostracismo),
potenzialmente provocando dei seri effetti psicologici. Non crediamo che
il programma di gestione intestinale debba necessariamente iniziare
quando un bambino ha 2 anni e mezzo, piuttosto sono i genitori che debbono
decidere quando iniziare. Enfatizziamo solamente che i nostri pazienti
devono indossare le mutande quando socializzano con altri bambini della
stessa età che usano anche loro le mutande. Abbiamo visto dei pazienti
che sono venuti da noi dopo 10 anni che frequentavano le scuole mettendosi
i pannolini (assorbenti) e crediamo che questo sia nocivo psicologicamente
per il bambino. La risposta è quindi che non esiste un'età specifica per
iniziare un programma di gestione intestinale. La gestione intestinale
deve iniziare quando il paziente verrà esposto in un ambiente sociale
quando i loro pari non usano più i pannolini (assorbenti).
Alcuni
genitori ci hanno scritto che i loro medici asserivano che dando una
possibilità, il bambino sarebbe potuto arrivare ad un controllo degli
sfinteri da solo, e che non avrebbe dovuto seguire nessun tipo di
programma. Cosa ne pensa? Lei è d'accordo con questo rispetto ai casi
specifici dove l'anatomia suggerisce un possibile controllo in un
futuro; ed é questa una possibilità per la maggior parte/alcuni/pochi
bambini?
Come potete vedere dalla tabella, ci sono pazienti con una cattiva prognosi,
come quelli nati con una fistola rettovescicale. Nelle nostre statistiche,
abbiamo scoperto che solo il 15% di loro sviluppa un movimento intestinale
volontario all'età di tre anni. Consideriamo tragico il modo in cui sono
stati trattati questi pazienti nel passato. Ci sono bambini che sono nati
con una malformazione ano-rettale e che hanno una scarsa prognosi e
i genitori non ne sono informati e quindi hanno molte false aspettative.
Il chirurgo ha eseguito l'operazione in maniera "corretta"
ma non ha discusso della prognosi con la famiglia. 1 genitori quindi si
aspettano di avere un bambino continente. Nel frattempo, iniziano una
routine che va dall'andare da un medico all'altro, da un gastroenterologo,
da un dietista, dallo psicologo, dallo psichiatra e indietro dal
chirurgo chiedendo perchè loro figlio è incontinente. Questo
continua da anni. Questi anni sono pieni di sofferenze e frustrazioni e
rappresentano anche una perdita di tempo e di denaro. Se il bambino
presenta una scarsa prognosi, la nostra filosofia è quella di
affrontare la realtà e proteggere il bambino dal fatto di essere esposto
ad una vita sociale con le "mutande sporche". D'altro canto,
ci sono malformazioni con una migliore prognosi. Per esempio, un
paziente con una fistola uretrale rettoprostatica ha il 60% di possibilità
di sviluppare dei movimenti intestinali volontari all'età di tre anni. La
nostra filosofia riguardo a questo caso ovvero in cui il bambino non va
ancora al bagno da solo è diversa. Se il bambino deve iniziare la
scuola, suggeriamo ai genitori di seguire il programma di gestione
intestinale durante tutto il corso dell'anno scolastico.Durante le vacanze
estive, comunque, cerchiamo di far sì che il bambino impari ad andare
al bagno da solo. L'età di tre anni è stata scelta basandoci sulla
nostra esperienza; sicuramente ci sono anche dei pazienti che a questa età
non hanno ancora tolto il pannolino e che lo faranno uno o due anni
dopo.
I
clisteri effettuati giornalmente, iniziando presto con l'età del
bambino, fanno sì che il bambino diminuisca la possibilità di
raggiungere il controllo, invece di far "sentire" al bambino
la sensazione interna associata con la motilità intestinale o anche in
questo caso si determina analizzando ogni singolo caso?
Non abbiamo nessuna evidenza che la gestione intestinale possa interferire
con questo processo. Un paziente nato con una fistola bulbare
rettouretrale ha 1'83% di possibilità di rimanere continente, e se all'età
di tre anni non gli viene tolto il pannolino facendogli seguire una
gestione intestinale di un anno, questo non dovrebbe comportare la
diminuzione delle sue possibilità di essere continente. Stiamo cercando
ancora le risposte alla domanda per cui alcuni pazienti con la stessa
malformazione, operati con la stessa tecnica, sviluppano un controllo
intestinale mentre altri no. Se ci viene chiesto "Siete sicuri che la
gestione intestinale non interferisca con le potenzialità che ha il
paziente di "andare al bagno da solo"?, la risposta sarebbe
quella che non possiamo essere sicuri di niente perchè non abbiamo una
evidenza scientifica conclusiva rispetto a questo. La domanda può essere
posta anche in maniera diversa: "siete sicuri che lasciando il
bambino con pannolini sporchi, vergognandosi in pubblico, questo
migliori la possibilità che poi il bambino vada al bagno da solo?"
la risposta di nuovo è che non lo sappiamo. Se posso dire quello in cui
veramente credo, è che ci sono maggiori possibilità di rendere
autonomo un bambino nell'andare di corpo se il bambino stesso è abituato
assolutamente ad essere pulito e senza odori per tutta la sua vita,
piuttosto che un bambino che sporca continuamente. Tra i problemi che
abbiamo notato è quello che i pazienti si abituano all'odore delle feci e
non percepiscono che il loro odore può dare fastidio all'intera famiglia
e alle persone attorno a loro. Abbiamo visto bambini con grossi problemi
psicologici derivanti dal fatto che i loro genitori si rifiutavano a
provvedere ad una gestione intestinale con la speranza che il bambino
potesse diventare autonomo e nel frattempo il bambino sporcava,
malodorava e veniva segregato. Di nuovo, noi rispettiamo comunque le
decisioni del paziente. lo credo che si tratti di un problema di qualità
di vita.
Man
mano che il bambino cresce ha una maggiore possibilità di imparare a
"sentire", oppure è necessario dare medicine ed effettuare
clisteri per tutta la vita?
Sì, man mano che passa il tempo ci sono maggiori possibilità che un
bambino diventi autonomo nell'andare di corpo. Alcuni pazienti hanno una
minima sensazione nel percepire quando le feci si stanno movendo nel
retto. Se sono molto giovani e sono occupati a giocare, non mostrano
nessuna attenzione alla minima sensazione. Ma man mano che il bambino
cresce, diventa più interessato alle sue funzioni intestinali e si può
concentrare nel percepire quella debole sensazione che potrebbe costituire
la differenza tra il controllo intestinale e il non controllo intestinale.
In
che momento è considerata una scelta giusta il fatto di avere una
colostomia permanente? Molti genitori si domandano se una colostomia
permanente diventa una scelta più facile/migliore per la cura di questi
bambini. Quale è l'effetto psicologico? E che effetto sortisce il fatto
di essere in continua tensione per un "incidente" o il fatto
di dover fare tutti i giorni un clistere?
Secondo la nostra esperienza, la decisione di avere una colostomia
permanente viene di solito presa da un paziente in età adolescenziale che
è stanco di seguire una gestione intestinale. Lui/lei è pronto ad andare
all'università e sente che avere uno stoma è una scelta migliore
piuttosto che la gestione intestinale. Questo gruppo di pazienti oggi
rappresenta una piccola porzione del totale del nostro gruppo (5%). Non
esiste un momento specifico in cui una colostomia debba essere eseguita.
Deve essere una decisione del paziente. I bambini piccoli, comunque
accettano tutto quello che i loro genitori decidono. Ad un certo punto il
paziente inizia a questionare sul problema della gestione intestinale e
inizia ad esprimere insoddisfazione. In quel particolare momento, noi
crediamo che siano abbastanza maturi per discutere le altre alternative e
poi resta a loro comunque decidere cosa fare.
Riguardo gli effetti psicologici del fatto di eseguire dei clisteri
giornalieri, il fatto di sentirsi costantemente sporchi, o avere uno
stoma, non esiste una risposta specifica. Stiamo parlando di qualcosa che
è molto soggettivo. Alcuni dei nostri pazienti più grandi che sono
adolescenti o adulti, hanno una grande personalità e molta stima di se
stessi, e la gestione intestinale non rappresenta un problema per loro.
Non solo affrontano il fatto senza nessun problema, ma ci aiutano molto
nell'implementare questo programma su altri pazienti. Al contrario,
alcuni pazienti odiano il programma di gestione intestinale e
preferiscono una colostomia. Ripeto, loro rappresentano il 5% dell'intero
gruppo. Pochi pazienti preferiscono rimanere sporchi e con assorbenti per
tutta la loro vita. Lo abbiamo visto solo una o due volte e di solito sono
degli individui disturbati emotivamente. In conclusione, gli effetti
psicologici dipendono dalle caratteristiche emotive e mentali di ogni
individuo.