UN’ALTRA
AFFEZIONE DEL RETTO E DEL COLON: LA MALATTIA DI HIRSCHSPRUNG
Dott. Giuseppe Martucciello
Dott. Michele Torre
Prof. Vincenzo Jasonni
Divisione e Cattedra di Chirurgia Pediatrica
Istituto G. Gaslini - Genova
L’intestino presenta nel suo contesto un
complesso sistema di regolazione dei movimenti che permettono il passaggio
del bolo alimentare e fecale. Questo sistema è definito con termine
anglosassone “gut mini brain”, che letteralmente significa “cervello
dell’intestino”.
Le disganglionosi sono un gruppo di malattie
caratterizzate da un’alterazione delle strutture nervose che
costituiscono il “cervello” intestinale. L’innervazione intestinale
è costituita da una rete di fibre nervose e cellule (neuroni), dalle
quali tali fibre si dipartono. I neuroni si organizzano in gruppi di 5-6
cellule, detti gangli. Nella malattia di Hirschsprung, che è la più
conosciuta delle disganglionosi intestinali, i gangli sono assenti in un
tratto più o meno lungo di intestino. L’aganglia (la mancanza di
gangli) può coinvolgere solo l’ultimo tratto dell’intestino, il
retto, oppure un segmento più lungo, fino a rari casi in cui si estende a
tutto il colon o all’intestino tenue.
Molti studi e ricerche scientifiche sono stati
portati avanti in questi ultimi anni sulle disganglionosi, e in
particolare sulla malattia di Hirschsprung. Un gruppo di ricercatori del
nostro Istituto si è occupato a fondo della ricerca in questo campo,
giungendo a importanti scoperte. Si è identificato un gene (chiamato
protoncogene RET), presente sul cromosoma 10, che può essere
responsabile, se alterato, della malattia di Hirschsprung.
Un’alterazione sullo stesso gene può causare anche due sindromi (MEN2A,
MEN2B) caratterizzate da tumori multipli a partenza da ghiandole
endocrine, come la tiroide, le paratiroidi, il pancreas, il surrene. Tali
sindromi in qualche caso si possono associare alla malattia di
Hirschsprung. La malattia di Hirschsprung può essere familiare, ma nella
maggioranza dei casi compare in forma sporadica, e le mutazioni del
protoncogene RET sono presenti solo in una minoranza dei bambini affetti
dalla forma classica di malattia, e più frequentemente nelle forme
ultralunghe (70-80%).
La malattia di Hirschsprung colpisce circa un caso su
5000 nati vivi, con prevalenza per il sesso maschile (75-80% dei casi).
L’assenza di gangli altera la motilità intestinale e causa una stasi di
feci a monte del tratto colpito, con dilatazione di tale segmento. Da
questa dilatazione la malattia di Hirschsprung ha preso il nome più noto
di megacolon congenito agangliare. Il tratto intestinale agangliare è di
calibro inferiore al normale, e la dilatazione compare a monte, su un
segmento normalmente innervato.
I bambini affetti da malattia di Hirschsprung possono
presentare una sintomatologia grave fin dalla nascita, con assenza di
evacuazioni e occlusione intestinale e in questi casi devono essere
operati precocemente. La malattia può esordire in altri casi più
insidiosamente, con costipazione cronica progressiva ed evacuazioni
ottenibili solo mediante stimolazione con clisteri. Il ristagno fecale in
un segmento intestinale dilatato può causare uno stato di infiammazione e
sovraccrescita batterica con episodi di enterocolite che possono essere
anche gravi, e si manifestano con diarrea, feci maleodoranti,
disidratazione e febbre, fino allo shock settico.
Per porre diagnosi di malattia di Hirschsprung è
indispensabile effettuare una biopsia intestinale e dimostrare i disturbi
innervativi del tratto agangliare. Gli altri esami (Rx, clisma opaco,
manometria anorettale), pur essendo molto utili, non danno la certezza
diagnostica. Il prelievo bioptico si effettua ambulatorialmente, mediante
uno strumento che viene inserito attraverso l’ano (vedi foto) e preleva
per suzione, a qualche centimetro dal margine anale, un piccolo frammento
di mucosa e sottomucosa rettale.
Tale procedura è di facile esecuzione, priva di
rischi, e non richiede alcuna sedazione per il bambino, perché indolore.
Per verificare o meno la presenza dei gangli e la distribuzione delle
fibre nervose nel frammento prelevato, lo si deve trattare con speciali
tecniche (enzimoistochimiche) che sono in grado di colorare selettivamente
strutture aventi una particolare funzione enzimatica. Poiché nelle fibre
nervose e nei gangli è presente una forte attività di un enzima chiamato
acetilcolinesterasi, preparando la reazione enzimatica si evidenziano le
fibre nervose. In base a questi dati, osservabili al microscopio su
fettine sottilissime della biopsia, può essere posta diagnosi di malattia
di Hirschsprung o di un’altra disganglionosi. Le tecniche
enzimoistochimiche sono indispensabili nell’inquadramento diagnostico
delle disganglionosi intestinali, perché
permettono di riconoscere con certezza la malattia di Hirschsprung e le
altre affezioni appartenenti a questo gruppo, evitando gli errori
possibili con le tecniche istologiche tradizionali.
La malattia di Hirschsprung richiede un trattamento
chirurgico. La guarigione è possibile solo resecando il tratto agangliare,
che è la causa dei disturbi e della dilatazione intestinale a monte.
L’intervento chirurgico radicale consiste nella resezione di tale
segmento, e nell’abbassamento dell’intestino normo-innervato. La
tecnica chirurgica più usata è l’intervento di Soave, chiamato così
dal nome del suo inventore, il Prof. Franco Soave che fu per molti anni il
direttore della Divisione di Chirurgia del nostro Istituto.
Nei casi con grave enterocolite o occlusione
intestinale, si preferisce praticare una derivazione intestinale
temporanea (colostomia o ileostomia), a cui segue, dopo 2-3 mesi,
l’intervento radicale. Durante l’intervento chirurgico è molto
importante stabilire esattamente il confine tra il segmento agangliare e
quello normale, mediante biopsie prelevate a vari livelli e trattate con
tecniche enzimoistochimiche. Questa fase intraoperatoria assicura una
resezione completa del tratto affetto, indispensabile per la buona
riuscita dell’operazione. L’intervento chirurgico correttamente
effettuato garantisce la scomparsa della costipazione cronica, la
risoluzione degli episodi enterocolitici e la buona ripresa funzionale
dell’intestino, con normale crescita e sviluppo dei bambini trattati.
Negli ultimi anni è in studio l’associazione tra
malattia di Hirschsprung e malformazioni anorettali. Dati di autori
stranieri (Holshneider e al) e i dati in nostro possesso hanno confermato
che nel 90% e oltre dei casi di malformazioni anorettali è presente una
disganglionosi intestinale associata, nel 30% caratterizzata da assenza di
gangli. Questo tipo di associazione costituisce uno dei possibili aspetti
che giustificano la costipazione grave che può affliggere i bambini
operati per anomalie anorettali.