Esperienze: andando avanti...
Michelle Assoian
C’erano momenti in cui qualsiasi cosa riguardasse
Alexis mi preoccupava da morire. Ero preoccupata di quando gli avrei tolto
il pannolino, di come sarei riuscita a renderlo “autonomo”
nell’educazione al vasino, per la sua dieta, la sua vita sociale, la sua
autostima. Ero preoccupata per la sua prima esperienza scolastica, sarebbe
rimasto pulito per tutto il tempo? Qualcuno avrebbe scoperto il suo
problema? - Poi Alexis ha iniziato la scuola e solo per mezza giornata.. I
suoi compagni...quelli sarebbero stati i suoi compagni per molto tempo.
Come avrebbero reagito se lo avessero saputo? Bisognava dirlo? Poi Alexis
ha iniziato a frequentare la prima elementare e solo allora ho capito il
significato della parola ossessione.
Oggi Alexis fa la quarta. Ha molti amici, è molto
sportivo. Gioca a calcio e a hochey sul ghiaccio. Suona il pianoforte, la
chitarra e adora la musica. Va a dormire da amici, dorme fuori in
occasione di gite scolastiche, e in occasione di riunioni familiari.
Mangia quasi tutto con eccezione di alcuni alimenti.
Abbiamo imparato a controllare il suo problema....ad
eccezione di quando non possiamo farlo Ad ogni modo cerchiamo di fare il
possibile. So bene che Alexis non vincerà l’oscar per il miglior
comportamento da seguire in questo caso. L’anno scorso è stato assente
da scuola per circa 30 giorni. Tra la sua asma e i suoi “incidenti”
abbiamo dovuto contare sui suoi amici affinchè ricevesse i compiti fatti
a scuola.
Vi vorrei ricordare che la vita non è perfetta per
Alexis. Gli capitano degli “incidenti”, ma ha imparato a districarsi
da solo...ad eccezione di quando non può. In questo caso conta su uno
degli adulti che sono importanti nella sua vita perchè lo salvino. Sono
stata catapultata fuori dal lavoro, da corsi di ginnastica, e da qualsiasi
altro posto. Anche mio marito ha dovuto interrompere riunioni nel mezzo
per tornare a casa. Per questo motivo abbiamo chiesto ai miei suoceri di
venire da noi un paio di volte alla settimana.
Anche se noi ci poniamo diversamente nei confronti di
Alexis, è giunto il momento che questo finisca. Ho altri due bambini che
hanno anche loro diritto ad una buona qualità di vita. Nessuno ottiene
dei trattamenti speciali: il momento del clistere non è più sacrosanto.
E’ sempre un momento in cui Alexis legge, fa i compiti o qualsiasi altra
cosa, ma sono finiti i giorni in cui tutta la casa si immobilizzava per il
“clistere”. Abbiamo imparato a far sì che il momento del clistere si
aggiusti alle nostre esigenze. Non siamo più schiavi di tempi rigidi. Se
sappiamo che quella sera c’è qualcosa di importante da fare allora
semplicemente saltiamo il clistere e lo si fa la sera dopo.
Alexis ha imparato a dare ascolto al suo corpo (non
è sempre così naturalmente spesso se lo dimentica), ma vedo che si
sforza a mettere le cose insieme, per esempio quello che ha mangiato o
cosa può aver causato il problema. Sta iniziando a prendersi le proprie
responsabilità.
Quando ero la presidente dell’Associazione
americana Pull-Thru, non riuscivo mai a capire il motivo per cui i
genitori di bambini e ragazzi più grandi erano restii ad aiutare, a
partecipare attivamente. Scrivevo loro lettere di richiesta di
partecipazione alle nostre attività, ma senza risultati. Ho pensato che
si trattasse di vero egoismo. Solo adesso ho realizzato che dovremmo
aspirare ad arrivare alla loro situazione, un momento in cui “il
problema” non esiste più. Non mi fraintendete. Alexis non è guarito ha
sempre lo stesso problema di quando aveva due o sei anni, ha sempre i suoi
limiti fisici. Ma adesso è diverso: non è più un “problema”....è
la vita. Non ho più le mie crisi di panico quando si ammala e gli viene
la diarrea. E’ da tempo che non vengo più chiamata urgentemente perchè
il bambino si è sporcato. Questo è un momento in cui non pensiamo molto
alla faccenda...e neanche Alexis. Ha quasi totalmente accettato se stesso,
è sicuro di se stesso e ha una vita sociale molto attiva, la sua vita è
migliorata...e anche la mia.