Psicologia:l'intervento chirurgico:
SOLAMENTE UN TRAUMA O ANCHE UN'OCCASIONE DI
CRESCITA?
Dai 2 ai 6 anni di vita
D.ssa Silvia Mignani
Riprendiamo il discorso per parlare dei bambini "più
grandi", quanto detto nel precedente articolo circa i rapporti della
coppia, il clima emotivo nella relazione con il bambino e le risorse
familiari e sociali, formano la base su cui si dipanano gli argomenti
che seguono.
Dai due anni di vita del bambino possiamo contare sulla
sua capacità di comprendere e produrre il linguaggio e di simbolizzare.
Il bambino ha la possibilità di sviluppare fantasie
collega esperienze reali, pensieri, ricordi e inizia a distinguere tra
realtà e sogno‑fantasia, mala sua è ancora una posizione
egocentrica ed onnipotente.
Questo vuol dire che i suoi pensieri e le sue emozioni
sono da lui ritenute molto potenti sulla realtà ed anche l'unica chiave
di lettura delle esperienze.
La nozione di tempo è padroneggiata solamente in minima
parte e la reversibilità delle azioni non è ipotizzabile.
Questo quando si adatta molto bene ad un bambino di 2 anni
e diviene sempre più impreciso man mano che il bambino cresce.
E' necessario quindi che il bambino che dovrà
affrontare un intervento chirurgico sia informato e preparato alla
difficile esperienza, in maniera tale da rispettare il suo livello di
sviluppo affettivo e cognitivo e la sua modalità di dare un senso alle
cose.
E' necessario parlare il suo "linguaggio"
senza forzarlo entro schemi adulti o peggio non parlandogli sperano che
..."tanto non capisce".
Quest'ultima convinzione è spesso inconsciamente
utilizzata dagli per difendersi dalla
loro stessa ansia, dolore ed angoscia rispetto all'intervento chirurgico e
per non affrontare la difficoltà di parlare il linguaggio del bambino in
un clima emotivo rassicurante.
Il primo concetto che si deve . passare al bambino è che
i medici e le infermiere sono persone "amiche" che vogliono il
suo bene. Essi sanno che gli procureranno del fastidio e se ne
dispiacciono, ma questo è proprio necessario per aiutarlo a stare meglio.
Mai e poi mai associare le pratiche cliniche a punizioni. Purtroppo
ancora si sentono genitori dire ai figli: "Se non fai il bravo il
dottore ti fa la puntura". Niente può esserci di più sbagliato
anche perché il bambino è portato naturalmente, per la sua forma di
pensiero, a cercare la causa delle sue sofferenze in suoi comportamenti o
pensieri "cattivi". Avere bisogno di un intervento chirurgico o
essere sottoposti a pratiche cliniche anche intrusive non è colpa di
nessuno!
Il secondo concetto è che i genitori si fidano molto
dei medici tanto da poter lasciare il figlio con loro durante l'operazione
aspettandolo subito fuori dalla camera operatoria. A1 bambino verrà data
una medicina speciale che fa dormire così che i medici possono fare
l'operazione senza temere di fargli sentire dolore. Mamma e papà non si
muoveranno dall'ospedale e appena il bambino si sveglierà li troverà
accanto a sé.
Il terzo concetto è che quando si sveglierà forse sentirà
un po' di dolore, ma non si deve preoccupare, a loro ed ai medici
dispiacerà molto e faranno di tutto per fargli passare il dolore al più
presto.
L'ultimo concetto, ma non in ordine di importanza è che
il bambino deve sapere con esattezza la parte del corpo che deve
"essere aggiustata" e con sicurezza che i medici opereranno
proprio lì e solamente lì.
Tutto questo potrà essere comunicato al bambino
attraverso il "gioco del dottore" da effettuare insieme a lui
prima su un bambolotto o un animale di peluche e poi su di lui e/ o su sé
stessi permettendogli di assumere il ruolo del dottore.
Queste informazioni devono essere date non molto tempo
prima del giorno dell'intervento chirurgico. Potrà essere il giorno
prima se il bambino è molto piccolo fino a 4/5 giorni prima se ha 5 o 6
anni.
L'eccezionalità dell'evento dovrà anche essere
sottolineata da un regalo, più coccole, più tolleranza e qualche
"trasgressione" alle regole di tutti i giorni. Sarà però
importante ripristinare al più presto, una volta tornati a casa, la
stessa quotidianità di sempre per evitare che il bambino si viva come
"diverso" da prima.