impressionismo
brevi cenni sulla nascita dell'impressionismo


   Che cosa ha accomunato tanti artisti, provenienti da nazioni e da estrazione sociale tanto diverse, a cavallo tra l'ottocento e il novecento? Sicuramente il fatto che la maggior parte di loro si sia dedicata quasi esclusivamente alla pittura, ma questo non sarebbe bastato a fare un gruppo omogeneo e straordinario. la vera risposta e' Parigi, la loro citta' di nascita o di adozione, che li ha segnati profondamente e che puo' essere considerata il cuore dell'arte mondiale tra il 1850 e il 1920, un'epoca che si pone alle origini dell'arte moderna.
   Ogni epoca ha avuto una citta' simbolo: Atene con Pericle, Venezia nel settecento, New York nei nostri giorni, lo era Parigi nella seconda meta' dell'ottocento. La guerra contro i prussiani del 1870, la sconfitta, l'abdicazione dell'imperatore, mettono in difficolta' la citta' e la stessa nazione, ma e' solo una crisi passeggera: in pochi mesi gli affari tornano a prosperare e la nascente borghesia si getta di nuovo nel lavoro senza, pero', rinunciare ai divertimenti.
   Anche in campo artistico si avverte la necessita' di un radicale cambiamento: per tutta la prima meta' del secolo un pittore poteva avere successo solo se le sue opere erano accettate dalla giuria del Salon, un'istituzione nata nel XVI secolo come luogo d'esposizione dell'Ecole des Beaux-Arts. Contro questo sistema palesemente conservatore, insorgono dei giovani artisti, accomunati dal desiderio di ritrarre la vita moderna e di dipingere all'aperto, in diretto contatto con la natura. I futuri impressionisti hanno esperienze familiari e scolastiche molto diverse, si conoscono frequentando gli ateliers, ma soprattutto il caffe' Guerbois, nel quartiere di Batignolles.Anche in campo artistico si avverte la necessita' di un radicale cambiamento: per tutta la prima meta' del secolo un pittore poteva avere successo solo se le sue opere erano accettate dalla giuria del Salon, un'istituzione nata nel XVI secolo come luogo d'esposizione dell'Ecole des Beaux-Arts. Contro questo sistema palesemente conservatore, insorgono dei giovani artisti, accomunati dal desiderio di ritrarre la vita moderna e di dipingere all'aperto, in diretto contatto con la natura. I futuri impressionisti hanno esperienze familiari e scolastiche molto diverse, si conoscono frequentando gli ateliers, ma soprattutto il caffe' Guerbois, nel quartiere di Batignolles. Nel 1874, presso il fotografo Nadar, tengono la prima delle loro otto mostre: non si danno nome, ma il critico Louis Leroy prende spunto dal titolo di un quadro di Monet: Impression, soleil levant, e li battezza "impressionisti", un appellativo usato in senso dispregiativo, come per dire superficiali.
   L'omogeneita' del gruppo e' solo apparente, infatti ogni artista segue un'evoluzione personale, specializzandosi nei paesaggi o nei ritratti, raffigurando il mondo elegante della borgfhesia o il duro lavoro dei contadini. Inizialmente le loro opere sono rifiutate e derise: pochi mercanti d'arte, primo tra tutti Paul Durand-Ruel, e un numero molto esiguo di collezionisti credono alla qualita' delle tele. Il tempo dara' loro ragione: i critici cambieranno giudizi e in pochi decenni i quadri degli impressionisti saranno universalmente conosciuti e apprezzati. A distanza di un secolo sono entrati nell'immaginario collettivo e vengono pagati a peso d'oro: due quadri di Van Gogh, uno di Renoir e uno di Cezanne hanno raggiunto la cifra incredibile di cento miliardi di lire.
   Prima dell'impressionismo la pittura era disciplinata dalle rigide regole della prospettiva e dalla necessita' di razionalizzare lo spazio. Questi principi, rispettati per secoli, sono messi in discussione dagli impressionisti ed e' questa insuordinazione e non la presenza di nudi, a scatenare le ire dei giudici del Salon, le incomprensioni della critica e la derisione del pubblico.
    I fattori che determinano la carica eversiva di queste opere sono la nuova disposizione dello spazio e l'uso rivoluzionario dei colori, che piu' di qualsiasi altro aspetto tecnico segnano il netto distacco dalla tradizione accademica. Attraverso la pittura all'aperto, en plain air, gli impressionisti concentrano la loro attenzione sui riflessi della luce e sui colori della natura; i contemporanei studi di ottica confermano queste ipotesi e forniscono le basi teoriche per le loro ricerche. All'armonia della composizione sostituiscono il senso del ritmo, dato dai contrasti o dagli accostamenti sempre piu' liberi dei colori.
   Questa nuova concezione e' l'eredita' piu' importante lasciata dagli impressionisti e sara' ripresa in maniera diversa dalle singole correnti post-impressioniste. I puntinisti, come Seurat e Signac, scompongono i colori negli elementi fondamentali, e invece di fonderli nella tavolozza li dispongono sulla tela a piccole macchie separate, lasciando che sia il nostro occhio a fonderli e ad accostare i toni. I fauve, e gli espressionisti, usano tinte accese, vibranti, cariche di luce intensa, che saranno utilizzate dagli esponenti della pittura astratta. I nabis insistono sui valori simbolici delle loro immagini, ponendosi alla base dell'Art nouveau. I cubisti, infine, portano alle estreme conseguenze il processo di semplificazione della realta' riducendola a forme geometriche pure.
   Gli artisti non si ispirano piu' alla tradizione artistica del Rinascimento italiano, ma alle culture extra-europee, all'arte orientale, cinese e giapponese, alle culture primitive, africane, precolombiane e oceaniche. Cambia anche il ruolo sociale dell'artista: egli non e' piu', come in passato, un artigiano alle dipendenze dei nobili o della chiesa,ma un libero professionista che offre la sua merce ad una nuova clientela, composta in maggioranza dal ceto medio. Di conseguenza acquista sempre piu' importanza la figura del mercante d'arte, che allestisce le mostre, tiene i contatti con i critici e i collezionisti. E' lui a determinare il successo o l'insuccesso di un artista, interferendo anche nell'evoluzione dei pittori. Un ultimo elemento di valutazione e' l'invenzione della fotografia. Da sempre il pittore era chiamato a rappresentare la realta'. La concorrenza dell'oggetto meccanico lo mette in crisi e lo costringe a cercare una nuova dimensione e un diverso significato alla sua arte.




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