PRESENZA/ASSENZA DELLA LUNA
NELLE INCISIONI
DI MICHELE CANNAO’ (aprile 2001)
di
Gianluigi Falabrino
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E infatti la luna, presente o assente, è sempre ambientata in un
paesaggio che ha qualche elemento realistico della Sicilia: la luna sferica su
una casa, con l’effetto di cupola araba, o gli ulivi così contorti che
sembrano trasformarsi in animali. Ecco che gli elementi realistici prendono
un’altra strada, quella del surreale, che caratterizza così tanti dei suoi
olî, e la luna si aggrappa con gli artigli all’orizzonte, o è tirata giù
dal cielo da un uomo con un lungo uncino, con sorprendente e inconsapevole
vicinanza ad un manifesto del futurista Sinòpico del 1928.
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Ma ciò che conta di più è la suggestione che emana da queste
incisioni: se il maggior uso dei bianchi nelle tavole più grandi le rende più
vicine alla pittura, in tutte il segno e il “colore”, il contrasto, sono
espressione altrettanto riuscita quanto è ricco il mondo interiore che le
crea. Nei linoleum di Cannaò la notte è misteriosa ma non del tutto nemica,
il linguaggio dei segni rende (romanticamente?) presente la luna, cioè
la luce, anche quando sembra non esserci: “Tacitae per amica silentia lunae”...
Non tutto è oscuro nella notte del nostro tempo, la speranza non ci lascia in
totale solitudine.
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