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IMBECILLI E DITTATORI!

con Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti



Abbiamo scelto di ricordare il 25 aprile 2002 in modo anti-retorico, cercando di non parlare della Liberazione, ma di dittatura: cioè non di Resistenza ma di ciò che la provocò. Dobbiamo, in tempi come questi, tornare a riflettere sul concetto di totalitarismo. Proprio per questo motivo abbiamo scelto di leggere Il Grande Imbecille di Curzio Malaparte, che è un saggio politico che sviluppa, a suo modo e in chiave metaforica, grottesca e caricaturale, considerazioni sulla dittatura, sul fascismo, sul rapporto tra capo e massa, sul consenso, sul carattere degli “itagliani”, sulla liceità di una reazione popolare.
Conseguenza naturale è la proposta, nell’ambito della stessa serata, de Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin, capolavoro assoluto del grande Charlot. Questo film del ’40, girato in tempo di guerra è una critica a tutte le dittature e un appello alla pace universale.

 

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SUSSI E BIRIBISSI
STORIA DI UN VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA
di Collodi, Nipote (Paolo Lorenzini)
a cura di Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti


L’associazione culturale Archivio Zeta ha proposto, nel corso del mese di agosto 2002, la lettura di un libro per ragazzi. La lettura integrale del libro è avvenuta nell’ arco di quattro incontri di un’ora circa ciascuno. Era importante provare a leggere insieme ai ragazzi un libro per intero; verificare se fosse possibile, attraverso la narrazione orale, catturare l’attenzione e la passione di un gruppo di piccoli ascoltatori-lettori. In qualche modo abbiamo annullato ogni forma di seduzione superficiale e ci siamo dedicati in modo caparbio e scarno al racconto così com’è: una fantasia e pertanto impalpabile. Il tentativo (peraltro riuscito) di questo esperimento era quello di sollecitare uno sforzo di immaginazione, per far creare agli ascoltatori stessi il loro ‘mondo’, condurli per mano nelle trame della vicenda, abbandonarli e poi riprenderli: perché questo ci sembra il senso della lettura: speriamo in un infaticabile e inesauribile contagio e in qualche modo di aver contribuito a far valere il diritto all’ascolto che può o potrà nelle future vicende dei piccoli trasformarsi in passione per la lettura.
Abbiamo scelto Sussi e Biribissi di Collodi Nipote per la fantasia e la bellezza delle avventure che vi sono narrate, e perché è un classico un po’ dimenticato della letteratura toscana per ragazzi.

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IL CUORE DEL CINEMA
ovvero il Cuore dello schermo
Fantasia-fatto in quattro parti con prologo ed epilogo


di Vladimir Majakovskij


con Gianluca Guidotti, Francesco Lagi, Giuseppe Simpatia, Enrica Sangiovanni, William Pagano, Regina Piperno, Federica Toci.

regia Gianluca Guidotti
video proiezione Stefano Tognarelli
consulenza dal russo Giuseppe Simpatia

Majakovskij scrisse anche sceneggiature. Questa sceneggiatura del 1926 non divenne mai un film, rimangono le tracce di un film immaginario e immaginato, eccentrico, anarchico, futurista: l’allegria e l’euforia di un’avanguardia che seppe trattare il cinema con sfrontata libertà. Ci sono Chaplin, Buster Keaton, la stella cinematografica, l’imbianchino…è un film muto ma assordante di novità, di gioco, di invenzioni, di fantasia. La fantasia debordante del cuore del cinema in cui gli attori escono dallo schermo e invadono la realtà, incendiano la pellicola!: una realtà cinematografica già allora borghesemente tarlata dalle logiche dell’incasso del capitalismo e quindi senza fantasia.
Si è perso molto di quegli anni, quasi tutto; lo spirito, il coraggio: noi tenteremo di leggere e silenziosamente gridare le tracce di Vladimir, mimando i gesti essenziali, ripetendo in lingua originale i “cartelli”, “cartelli” proiettati in russo sullo schermo vuoto in cui l’unica traccia degli antichi fasti saranno le scritte inventive, eccentriche come in un film di Ejzenstejn.
Per questo subito dopo abbiamo deciso di proiettare Sciopero di Ejzenstejn del 1925, per sottolineare la povertà e la miseria di ciò che circola, perché ancora una volta questi inimmaginabili frammenti sembrano riesumare l’Arte dalla Retroguardia in cui è stata cacciata…e poi c’è uno sciopero e in tempi come questi…

Gianluca Guidotti

Quindi a seguire…SCIOPERO regia S. Ejzenstejn URSS 1925

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L'ETÀ DELLA PIETRA
ovvero nascita, morte e resurrezioni di una piccola Firenze


Associazione Culturale Archivio Zeta
in collaborazione con Associazione di Studi Storici Elio Conti

ricerca e adattamento documenti
Prof. Franek Sznura, Esegesi delle fonti storiche medievali, Università degli Studi di Firenze
regia
Gianluca Guidotti
con Loriano Della Rocca, Enrica Sangiovanni, Stefano Scherini
costumi Tina Visco


Questa azione scenica è nata per l’inaugurazione del Museo della Pietra Serena del Comune di Firenzuola (FI). La ricerca dei documenti originali è avvenuta in collaborazione con il Prof. Franek Sznura, che ha scovato e rintracciato presso l’Archivio di Stato di Firenze i materiali utili alla drammaturgia. I documenti sono originali e perlopiù sconosciuti perché comuni: è la Storia attraverso la scrittura che giace nei manoscritti che attendono immobili da secoli occhi a scrutarli e lingue a ridirli. Il senso di questa azione scenica sta proprio in questo: è un contatto immediato senza filtri con questo passato che è presente. Le tracce drammaturgiche sono: la fondazione di Firenzuola del 1332, la descrizione della vita e del duro lavoro quotidiano dei cavatori di pietra e dei lastraioli attraverso gli statuti e i contratti, le richieste e i problemi dei commercianti, l’inventario di beni di una casa di Firenzuola del 1384, un processo e la relativa richiesta di grazia per un violento cavatore di pietra. Questo materiale è letto e recitato dagli attori che conducono il pubblico alla scoperta dei luoghi e degli oggetti del Museo: un itinerario nelle storie e nelle vite di uomini e donne del ‘300, uno scavo nella scrittura e nel tempo attraverso il quale è possibile decifrare il nostro passato e ri-conoscere timori, passioni, fatiche di chi visse, lavorò e morì in questa terra.

L’azione scenica nel museo ha una durata di circa trenta minuti.
Per informazioni su repliche e orari rivolgersi alla Biblioteca Comunale di Firenzuola (055 8199435) o presso il Museo della Pietra Serena negli orari di apertura al pubblico. Per ulteriori informazioni rivolgersi ad Archivio Zeta (055 812203).

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IL TEATRINO DELLA MEMORIA
drammaturgia e regia Gianluca Guidotti
con Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni, Stefano Scherini
clarinetto Andrea Guidotti



Il Teatrino della Memoria è un public reading organizzato dall’Associazione Culturale Archivio Zeta in occasione della prima Giornata della Memoria, il 27 gennaio 2001. Il 27 gennaio è stato riconosciuto ufficialmente anche in Italia per ricordare la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945: un giorno dedicato alla riflessione e al ricordo dell’Olocausto.

Il Teatrino della Memoria
era il titolo di una trasmissione radiofonica in cui Primo Levi, prendendo spunto da vecchie canzoni, raccontava episodi della sua vita.
Partendo da questo, abbiamo iniziato ad esplorare testimonianze, poesie, saggi, racconti fantastici e documenti dell’epoca. Anche per la musica, intonata da un unico strumento, il clarinetto, abbiamo cercato di individuare un percorso attraverso pezzi celebri di Benny Goodman e vecchio jazz o lontane nenie klezmer.
Le voci si rincorrono quindi da un testo all’altro, da una forma letteraria all’altra, da un motivo all’altro, descrivendo un itinerario nella memoria.

Questo public reading è nato presso la Libreria Seeber di Firenze e in seguito è stato replicato nelle scuole superiori.

I brani sono tratti da Ray Bradbury, Primo Levi, Elie Wiesel, Paul Celan, Vladimir Jankélévitch, Heinrich Himmler.

Il percorso evidenzia l’importanza della memoria storica, civile, umana. E nello stesso tempo pone l’attenzione sulla necessità che questa memoria sia memoria attiva, da portare con noi nel presente e nel futuro, per tenere desta l’attenzione sulle carneficine di oggi e sulla violenza, il razzismo e l’ingiustizia dei nostri anni.

Una riflessione che, partendo dal rogo dei libri di Fahrenheit 451, passa attraverso le testimonianze lucide ed emozionanti di Primo Levi e Elie Wiesel. Ne I sommersi e i salvati Levi compie una analisi lucida e scientifica della memoria umana quale strumento meraviglioso ma fallace, che accomuna vittima e carnefice nel ricordo di ciò che è stato. Elie Wiesel (Nobel per la Pace 1986) racconta ne L’ebreo errante del suo arrivo ad Auschwitz, testimonianza di un quindicenne che si interroga sull’esistenza di Dio e scopre tutto ad un tratto il male assoluto. Ci si sofferma poi sulla poesia fragile e intima, silenziosa e scarna di Paul Celan. Il brano del filosofo Vladimir Jankélévitch conclude la riflessione sul dovere morale del ricordo, per salvare la memoria dall’oblio che alla lunga sommerge tutte le cose. L’itinerario si conclude con Carbonio, un racconto fantastico di Primo Levi, tratto da Il sistema periodico, che narra la storia avventurosa di un immaginario atomo di carbonio, componente essenziale della vita.

La scaletta evolve di volta in volta, si arricchisce a seconda delle necessità, delle urgenze, si trasforma con il tempo per tentare di essere sempre più unitaria e coerente, attuale e utile.

Facciamo tutto questo spogliandoci da ogni retorica sull’argomento, troppo spesso usato o abusato. Cerchiamo di far conoscere a chi ancora non conosce, di rispettare il pudore della memoria, di vigilare sul nostro futuro.

Per chi ancora si interroga e cerca di capire, dopo il Biafra, la Cambogia, la Serbia, il Ruanda e New York, Auschwitz rappresenta il grado zero della civiltà, dell’uomo: la tragedia del Novecento, un archetipo contemporaneo.

Gianluca Guidotti

 

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