Le Interviste del Boss

Springsteen, Ritratto del Boss da Piccolo
di Enrico Sisti
da la Repubblica, 26-07-2000

Esce un doppio cd contenente i brani che incise a vent'anni

Springsteen, Ritratto del Boss da Piccolo

ROMA - Anche il "futuro del rock 'n' roll" ha avuto un suo passato. Anche Bruce Springsteen, che per anni è stato l'incontrastato "futuro del rock'n'roll", ha vissuto i suoi momenti da sconosciuto che bussa alla porta di produttori, manager, talent scout senza avere la più pallida idea di quello che gli avrebbero risposto, senza sapere quale effetto avrebbero provocato le sue ruvide invenzioni. Un doppio cd, intitolato "Before the Fame", racconta adesso quei giorni, portando alla luce anche in Italia (dove viene distribuito ad un anno dalla pubblicazione americana) le canzoni con le quali Bruce, poco più che ventenne, cercò di farsi largo nel mondo della discografia dei primi anni Settanta, quando la congestione era meno esasperata, ma dove c'erano talmente tanti bravi artisti che, paradossalmente, era più difficile allora sbucare dal nulla di una città qualunque come Freehold, che non era lontana da New York, eppure non aveva nulla di NewYork.
In "Before the fame" c'è dunque l'infanzia del Boss. Qui dentro, ad avere un po' di pazienza, rovistando fra precoci manifesti di politica sociale (l'anti-nixoniana "Prodigal Son" una delle canzoni già note al pubblico dei frequentatori della discografia non ufficiale) e visioni fitzgeraldiane del sud degli Stati Uniti, meta ideale per una rigenerazione interiore ("Southern son" che sembra una parafrasi della "Crociera del rottame vagante" dello scrittore), si può ricostruire un ritratto di un poeta da giovane, animato dal sacro furore della fuga dalla mediocrità di provincia, ma mai realmente convinto di scappare sul serio, come se avesse già capito, malgrado l'età, che la desolazione della sua terra gli sarebbe stata indispensabile per diventare grande.
Due cd, venti pezzi, venti scariche d'emozioni che vanno idealmente a completare "Tracks", il cofanetto quadruplo con il quale la discografia ufficiale ha portato anche il grande pubblico (non solo gli aficionados) alla ricca tavola degli "inediti-live-rarità" springsteeniani: a ben guardare, però, "Before the fame" sta esattamente a metà strada tra ufficiale e illegale, essendo stato pubblicato dalla piccola, invisibile Pony Express Records di Jim Cretecos, che ha curato personalmente la messa a punto del prodotto. "Si tratta" ha scritto Charles Cross, direttore della superfanzine springsteeniana "Backstreets", "del disco perduto e ora ritrovato che documenta il periodo precedente al momento in cui Bruce si unì alla E Street Band". Ed è un disco che contiene materiale altamente introspettivo, povero di strumenti (quasi sempre una chitarra) ma ricchissimo di atmosfere, come se Springsteen non avesse ancora deciso se diventare un folksinger o, appunto, "il futuro del rock 'n' roll" che Jon Landau vide in lui di lì a poco.
Un'attrazione per grandi (studiosi di Springsteen) e piccini (i meno abituati a frequentare la sua sterminata discografia ufficiale e non) . sette canzoni sono completamente inedite. Inutile però cercare il "Tom Joad" maturo degli ultimi anni, capace di travestirsi ad militare e di cantare di operai e di vite buttate o stritolate dall'ingiustizia sociale o dai crimini di regime (fino all'ultima "American Skin"). Inutile aspettarsi la gradevolezza di alcuni periodi recenti. Inutile star lì a cercare di riconoscere accordi familiari : la sola "Eloise" diventerà, con alcune robuste variazioni nel testo, la più celebre "Growin' up" e solo in "Evacuation of the west" si sente odore di classico, quasi un'anticipazione di "The wild, the innocent & the E Street Shuffle". In "Before the fame" c'è l'adolescenza di un mito, il genio prima del successo, col suo fascino tutto particolare. Che non è il fascino della star che ha il mondo ai suoi piedi e in un modo o nell'altro vince sempre, ma quello del sognatore, magro e spaurito, che aspettava un sì dall'altra parte della scrivania. E se fosse arrivato un no sarebbe stato pronto a rientrare nei ranghi della musica di quartiere. Ma per fortuna non è andata così.

Enrico Sisti

Da la Repubblica, 26-07-2000

Tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari. Il materiale contenuto in questo sito non può essere utilizzato a fini di lucro. I trasgressori saranno puniti a norma di legge.