Le Interviste del Boss

Springsteen è il Maestro
di Alessandro Rosa
da La Stampa, 05-02-2001

Springsteen è il Maestro

Non sempre raccolta, antologia, parlando di dischi, sono termini che evocano situazioni vecchie, impressioni «dèjà vu». Anzi possono inseguire idee originali. Certo «Badlands» (Warner, 1 Cd) possiede più motivi d'interesse. Spesso descritto come un tentativo di suicidio commerciale, «Nebraska» è considerato oggi l'album più ispirato di Bruce Springsteen. Tredici gruppi e artisti pagano tributo a questa opera essenziale, alla quale sono stati aggiunti tre titoli scartati all'epoca dal rocker del New Jersey (due finirono inglobati in «Born in the Usa»), ed ecco «Badlands». Per i partecipanti all'impresa c'era l'obbligo di utilizzare lo stesso materiale - un magnetofono a quattro piste e l'estrema sobrietà nell'uso degli strumenti (voce, chitarra, armonica) - con cui l'autore costruì «Nebraska». In mezzo a questa sfida, e accanto a una personale versione rockabilly di Johnny Cash per «I'm on fire», molti sono presi dalla foga e ne approfittano per distinguersi. Se occorre passare rapidamente sulla versione insipida della canzone del titolo data da Chrissie Hynde e Adam Seymour oppure il «My father's house» soporifero di Ben Harper, vanno sottolineate le prove di Crooked Fingers («Mansion of the hill»), Dar Williams («Highway patrolman») e Deana Carter («State trooper»). Ciò non sorprende: questi artisti fanno parte del movimento country e «Nebraska» Springsteen lo scrisse sotto l'influenza del padre fondatore Hank Williams, presente nel disco tramite il nipote, Hank III, che trasporta brillantemente «Atlantic city» in un bar honky-tonk.

di Alessandro Rosa

(05 febbraio 2001)

Articolo segnalato da Gianluca Rampanti. Grazie.

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